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Gli 80 anni di Julio Iglesias

Gli 80 anni di Julio Iglesias
350 milioni di copie vendute, con l'Italia un legame speciale


Sabato prossimo, 23 settembre, uno dei cantanti latini di maggior successo della storia, si parla di più di 350 milioni di copie vendute, compirà 80 anni, ma le voci su un suo declino psicofisico non si sono spente: sicuramente si fanno sentire con maggior forza le conseguenze del terribile incidente d'auto in cui fu coinvolto a vent'anni che lo costrinse non solo ad abbandonare una promettente carriera di portiere di calcio ma anche a sottoporsi a una lunga quanto durissima riabilitazione motoria per scongiurare il pericolo di non poter più camminare.


E proprio in quegli interminabili giorni ha cominciato a scrivere i testi delle canzoni, mettendo i primi semi di una straordinaria carriera che lo ha reso famoso in tutto il mondo assicurandogli un posto d'onore tra i Paperoni dello show business, non per niente il suo nome fa parte della lista degli intestatari di società offshore pubblicata dai Panama Papers.
Stando ai rumours quello che è stato uno degli uomini più desiderati, un paradigma della bellezza latina al maschile, avrebbe problemi a ricordare anche le sue canzoni.
Nato a Madrid, Julio Iglesias lasciato il calcio, ha studiato inglese a Cambridge primo segno di una predisposizione rara nell'apprendere le lingue e nell'organizzare la sua carriera in modo scientifico: ha inciso in tedesco, inglese, francese, italiano, portoghese, spagnolo, giapponese e perfino in tagalog, che è un idioma parlato nelle Filippine.
Con l'Italia ha sempre avuto un legame speciale, ha pubblicato diversi album, a cominciare da 'Sono un pirata, sono un signore', dove ci sono 'Pensami' e 'Abbracciami' ma il suo più grande successo nel nostro Paese rimane 'Se mi lasci non vale' scritta da Luciano Rossi e Gianni Belfiore.
Julio Iglesias aveva il fascino dei Playboy storici alla Gigi Rizzi o Gianfranco Piacentini, sempre abbronzato, quando le lampade solari non esistevano e l'abbronzatura 12 mesi all'anno se la potevano permettere in pochi, solo quelli del Jet Set (come si diceva all'epoca) vestito in giacca e cravatta in modo studiatamente classico ma con quell'eleganza un po' vistosa, denti bianchissimi, il sorriso impeccabile.
Il suo è un repertorio super melodico, immerso in sonorità e arrangiamenti rètro sempre pericolosamente vicini al kitsch che fanno da cornice ai testi che raccontano le sofferenze d'amore, la vita intesa come un drammone senza particolari in cronaca.
Proprio per questo, e a dimostrazione del suo clamoroso successo, è stato anche un cantante molto imitato.
Il primo ritocco estetico non è andato benissimo nella parte destra del viso: così quando doveva apparire in televisione le indicazioni per le riprese che forniva erano quasi più lunghe e precise del copione.
Ora è un nonno, il padre di Enrique, super divo del pop internazionale, col quale ha avuto un rapporto burrascoso: i due si sono riconciliati pochi anni fa dopo decenni di silenzio reciproco, proprio grazie ai nipotini. E ora che il divo Julio compie 80 anni non c'è che da augurargli che i rumours sulla sua salute siano solo voci.