MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
La musica di Venezia 80 da non perdere

La musica di Venezia 80 da non perdere
Come è suonata l'ottantesima edizione della Mostra del cinema?


Di Elisa Giudici
La musica è stata una presenza significativa a Venezia, protagonista in due film in concorso per il Leone d'Oro e di un documentario imperdibile per i fan della musica contemporanea.
Tra colonne sonore che già si profilano come possibili candidature agli Oscar e brani inediti italiani che accompagnano alcune scene iconiche di questa edizione, ecco alcuni momenti musicali che hanno emozionato il pubblico e che rimarranno impressi nella memoria del Festival di Venezia 2023.


I film a tema musicale di Venezia 80
Dal punto di vista musicale, questa edizione della Mostra di Venezia si è rivelata interessante e insolita. Entrambi i film in concorso che trattano di musica hanno come protagonisti dei grandi musicisti, ma la loro musica non è al centro della trama. Venezia 80 si concentra invece su aspetti privati e relazioni affettive dei celebri musicisti che racconta nei suoi biopic più chiacchierati.

In "Maestro" di Bradley Cooper sono presenti diverse scene dedicate alle composizioni di Leonard Bernstein, il celebre direttore d'orchestra statunitense del XX secolo. Tuttavia, il film si focalizza più sulle emozioni scaturite dalla musica e sul cambiamento dello stile di direzione d'orchestra di Bernstein nel corso degli anni, piuttosto che sulla presentazione dettagliata della sua opera. Il nucleo centrale della pellicola è il complesso rapporto tra Bernstein e sua moglie Felicia Montealegre, che lo ha sostenuto per gran parte della sua vita, pur essendo consapevole della sua attrazione verso gli uomini. [Leggi la recensione di Maestro]

Sofia Coppola compie una scelta ancora più radicale dedicando un film alla moglie di Elvis Presley, ma senza includere le canzoni del Re del Rock 'n Roll. “Priscilla” si concentra principalmente sul lato umano del rapporto tra il cantante e la giovane sposa, mettendo in luce le manipolazioni e gli scatti d'ira di Elvis nei confronti della donna. L'assenza della sua musica (assenza forzata, giacché non gliene è stato concesso l'uso) permette a Coppola di svelare l'uomo dietro il mito, smontandolo pezzo per pezzo.


La scena più toccante del film è punteggiata dalle note di "I Will Always Love You" nella versione originale di Dolly Parton del 1974, una colonna sonora perfetta per il momento in cui Priscilla si allontana per sempre dalla sua vita a Graceland. In una conferenza stampa, la vera Priscilla ha dichiarato che, nonostante tutto, Elvis è stato l'amore della sua vita, confermando così l'ottima scelta musicale di Coppola per la scena di commiato. [Leggi la recensione di Priscilla]

Il film più centrato sulla musica è in realtà un concerto, quello in cui Ryuichi Sakamoto ha salutato il suo pubblico suonando una volta per l'ultima volta davanti alle telecamere, pochi mesi prima della sua scomparsa. "Opus" è uno straordinario testamento musicale che riassume il meglio del repertorio di Sakamoto, con una selezione di 20 brani (alcuni dei quali riarrangiati) scelti personalmente dal pianista per rappresentare i suoi cinquant'anni di carriera. [Leggi la recensione di “Ryuichi Sakamoto: Opus”]

Il mixtape più memorabile dell'edizione è quello ascoltato dallo spietato sicario interpretato da Michael Fassbender in "The Killer", il nuovo film di David Fincher. Oltre a rinnovare la sua collaborazione consolidata con il duo Trent Reznor/Atticus Ross, Fincher ha incluso nella colonna sonora ben 11 brani degli Smiths. In una conferenza stampa, Fincher ha spiegato che cercare di comprendere la psicologia di un sociopatico è quasi impossibile, e quindi ha voluto farlo attraverso la musica che il personaggio utilizza per concentrarsi o rilassarsi. Una delle sequenze iconiche del film mostra Fassbender mentre si prepara a un’esecuzione e poi si rilassa sulle note di "How Soon Is Now?"


"Non, je ne regrette rien" è un classicone del repertorio di Edith Piaf che il cinema sembra non poter fare a meno di utilizzare. Dopo essere stata riportata alla ribalta dalla colonna sonora di "Inception" di Christopher Nolan nel 2010, la ballata fa ancora una volta capolino in un film di rilievo. In "Dogman" di Luc Besson il protagonista del film è un reietto che cerca di sopravvivere prendendosi cura di cani randagi e lavorando come drag queen la sera. La sua prima e toccante esibizione in drag vede l'attore protagonista Caleb Landry Jones eseguire perfettamente il lipsynch del brano, scatenando l’entusiasmo di tutto il locale a fine esibizione.

La musica italiana
Anche la musica italiana ha avuto un ruolo di rilievo, e non solo nei film italiani. Tre dei sei film italiani in concorso hanno fatto scelte interessanti nella colonna sonora, collaborando con grandi nomi della musica italiana per creare le proprie colonne sonore. In "Adagio" di Stefano Sollima, film che conclude idealmente la saga televisiva della banda della Magliana iniziata con "Romanzo criminale," la colonna sonora è stata affidata ai Subsonica. Le loro canzoni contribuiscono a creare un'atmosfera distopica in una Roma consumata dal buio e dal fuoco. Questo lavoro ha valso al gruppo il premio Soundtrack Stars Award 2023.


Pietro Castellitto ha scelto di mixare inediti scritti da Niccolò Contessa de "I Cani" con pezzi iconici della musica leggera italiana per la colonna sonora di "Enea", il suo film sui giovani belli, ricchi e maledetti di Roma Nord. Questi brani vengono sovrapposti persino a scene di omicidi ed esecuzioni, rendendo difficile resistere all'impulso di cantare "Maledetta primavera" nel finale, mentre uno dei personaggi canta e ricanta "Spiagge" di Renato Zero, storpiandone il testo.

"Io Capitano" è un film ambientato in Africa che segue l'odissea di due sedicenni senegalesi che cercano di raggiungere l'Europa e realizzare il loro sogno di fare musica. Il film è girato nei luoghi reali della tratta e utilizza attori locali per mantenere il massimo grado d'autenticità della storia. La colonna sonora è una miscela di hit passate e presenti provenienti dai paesi attraversati dai ragazzi, mescolate a composizioni originali di Andrea Farri che si ispirano alle stesse sonorità, con una forte influenza rap.

Chi scrive ha una predilezione per le comparse della musica pop italiana in film stranieri in modo inaspettato. Queste chicche sono spesso nascoste nelle pellicole delle sezioni collaterali e questa edizione della Mostra di Venezia ha già regalato almeno due momenti memorabili. Il nuovo film di Roman Polanski, "The Palace", è ambientato in un hotel di lusso la notte di San Silvestro del 2000. Nonostante la pellicola in sé sia tra le peggiori viste al Lido, con poche speranze di redenzione, è impossibile non apprezzare il dettaglio leggermente trash di "Vola" di Lorella Cuccarini sparata a un volume impossibile nella discoteca dell'albergo.


Ancora più sorprendente e potente è l'inserimento di "Ma che freddo fa", un successo di Nada del 1969, in un film turco ambientato in un dormitorio maschile. In modo simile a quanto accadeva con "In ginocchio da te" di Gianni Morandi in una scena chiave del film coreano "Parasite," la voce intensa di Nada conferisce ancora più forza alla scena centrale del film.

Alla Mostra di Venezia è stato presentato anche, nella sezione Fuori Concorso, "Vengo anch'io", un documentario su Enzo Jannacci diretto da Giorgio Verdelli, prodotto da Indigo Film, con la partecipazione (fra gli altri) di Vasco Rossi, J-Ax, Diego Abatantuono, Cochi Ponzoni, Massimo Boldi, Nino Frassica, Paolo Conte, Roberto Vecchioni, Claudio Bisio, Dori Ghezzi, Elio. «Non una biografia – precisa il regista – ma un’esplorazione del suo mondo insieme ai suoi amici e ai suoi allievi di più generazioni».