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Pink Floyd: The dark side of the moon al planetario, 50 anni dopo



Pink Floyd: The dark side of the moon al planetario, 50 anni dopo

Di Elena Palmieri

In vista dell’uscita di "The dark side of the moon”, il 27 febbraio 1973 la EMI Records tenne una conferenza stampa speciale al London Planetarium (ora parte di Madame Tussauds) per presentare l’ottavo album in studio dei Pink Floyd. La presentazione e la pubblicazione del disco, originariamente uscito negli Stati Uniti l'1 marzo 1973, e poi nel Regno Unito il 16 marzo successivo (qui un approfondimento sulle date di uscita), erano attese da grande eccitazione.


Il gruppo stesso avrebbe dovuto partecipare all’iniziativa, ma, insoddisfatto della qualità del sistema audio del planetario londinese, decise di non presentarsi. Quando il pubblico arrivò al London Planetarium alle 15, puntuale per l’evento (.qui una copia del programma), non fu quindi accolto dalla band, bensì da quattro cartonati a grandezza naturale raffiguranti i componenti della formazione britannica. Solo il tastierista Richard Wright, non avendo ricevuto dai compagni l’avviso di boicottaggio, si presentò al planetario, ma batté frettolosamente in ritirata quando si rese conto di essere il solo membro dei Pink Floyd presente. Nonostante questo, l’evento al London Planetarium si rivelò un successo, almeno tanto quanto lo stesso “The dark side of the moon”. Il disco, uno dei più iconici della leggendaria band inglese e ancora oggi tra i migliori long seller del catalogo rock internazionale, fino a oggi ha venduto oltre 50 milioni di copie in tutto il mondo. Mezzo secolo dopo la pubblicazione dell’album, in occasione delle celebrazioni per il suo cinquantesimo anniversario, la musica dei Pink Floyd è tornata tra i pianeti, le stelle e le costellazioni dei planetari per un evento globale, questa volta, non solo londinese.


Grazie all’aiuto della tecnologia moderna, per festeggiare “The dark side of the moon” viene quindi presentato sotto la cupola di diversi planetari in tutto il mondo uno show che combina visual spettacolari con le tracce del disco. Lo spettacolo si basa sull’audio dell’album rimasterizzato da James Guthrie e Joel Plante per il box set celebrativo del cinquantennale, e presenta immagini e video realizzati da NSC Creative insieme a Aubrey "Po" Powell, fondatore insieme a Storm Thorgerson dello studio Hipgnosis e collaboratore creativo di lunga data della band.


Tra gli spazi che stanno ospitando le proiezioni (in Italia il Planetarium Alto Adige), per cui sono stati coinvolti direttamente i Pink Floyd e il loro team creativo, il planetario Dynamic Earth di Edimburgo ha in programma tre spettacoli serali al giorno fino alla fine di agosto nell’ambito dell’Edinburgh Festival Fringe. Gli spettatori sono qui invitati ad accomodarsi sotto un maxischermo sferico a 180 gradi per vivere una nuova esperienza di ascolto e visiva dell’album completamente immersiva.


La narrazione dello spettacolo segue la suddivisione in dieci brani che sono propri dell’album, rispettandone l’ordine cronologico e tematico. La musica e le parole di “The dark side of the moon”, registrato da David Gilmour, Nick Mason, Roger Waters e Richard Wright tra il 1972 e il 1973 presso gli studi della EMI (ribattezzati Abbey Road Studios) a Londra, esplorano i temi dell'avidità, del conflitto, del denaro, del tempo, della morte e della malattia mentale in un modo che suona tutt’oggi attuale. I quarantatré minuti del disco sono pertanto accompagnati da immagini e video dal carattere sia realistico che onirico o fantastico, intervallati da visual dall’animo futuristico o di stampo rétro che si rifanno alla storia visiva dei Pink Floyd.

Sulle note psichedeliche e i dettagli sonici di “On the run”, lo spettatore si ritrova come catapultato dentro una pioggia di stelle, in cui ruota su se stessa una piramide ispirata allo spettro del prisma raffigurato nell’altrettanto iconica copertina di “The dark side of the moon”, progettata da Storm Thorgerson dello studio Hipgnosis e disegnata da George Hardie. Più avanti, per “Money”, i suoni composti da registratori di cassa e dal tintinnio di monete che scandiscono quell'insolito ritmo in 7/4, che cambia in un più comune 4/4 sull’assolo di chitarra, accompagnano le immagini del video ufficiale della sesta traccia proiettato all'interno di uno shuttle in orbita.


Proprio di “Money”, Roger Waters ha recentemente pubblicato la propria versione come anticipazione della .sua reincisione di “The dark side of the moon”, in uscita il prossimo 6 ottobre.

Lo spettatore fa poi la scoperta di altre forme di vita con i continui cambi di “Us and them”, caratterizzata dal suono sognante dell’organo Hammond, dalla parte di sassofono di Dick Parry, dai cori femminili, dall’atmosfera rarefatta e sospesa, dal gioco di echi e dall’interpretazione di David Gilmour. Mentre con la strumentale “Any colour you like”, ogni presente si trasforma in astronauta della NASA per avventurarsi in un’esplorazione della luna. Ogni momento dello show, ognuno relativo a un’esperienza nel tempo e nello spazio, abbraccia quindi la tecnologia e la fantasia più avanzate per rivelare l’essenza e la magia intrinseche dell’ottavo album dei Pink Floyd. La sensazione finale dopo il “discorso” di “Eclipse” è di aver assistito a uno spettacolo sicuramente più eccitante, e in qualche modo più reale, che provare a sincronizzare per l’ennesima volta “The dark side of the moon” con il film “Il mago di Oz” del 1939.