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In 50.000 a San Siro per il ritorno dei Pooh

In 50.000 a San Siro per il ritorno dei Pooh
La storica band dopo sette anni sale sul palco dimostrando di essere “Amici X Sempre” Recensione
In 50.000 a San Siro per il ritorno dei Pooh

Di Luca Trambusti
Il responsabile del ritorno sulle scene dei Pooh è Amadeus. “Sette anni fa quando abbiamo fatto San Siro (il primo della loro carriera) avevamo deciso di fermarci, ne eravamo convinti.” Lo dice Roby Facchinetti poche ore prima di salire sul palco dello stadio milanese. “Negli anni di “lontananza” avevamo realizzato un film sulla nostra carriera, con la co produzione Rai che ci ha chiesto di andare a Sanremo a presentarlo. Quando Amadeus - continua il tastierista e cantante dei Pooh - ha saputo di questa cosa si è impuntato dicendo che a Sanremo saremmo potuti andare solo se avessimo suonato insieme sul palco, non ammetteva altre soluzioni. Così - prosegue - ci siamo interrogati, anche con i nostri figli, su cosa fare. Ed alla fine tutto è ricominciato.”

“È stata una cosa bellissima - afferma Roby - siamo tornati in famiglia, ritrovati tra noi e il tempo ha lavorato per noi. Abbiamo capito - dice orgoglioso Facchinetti - cosa abbiamo fatto in 50 anni ed eravamo sempre noi.” Non ci sono dubbi sulla nostra fratellanza - aggiunge Dodi Battaglia - non è mai stata messa in discussione. Tornare insieme dimostra che si può veramente essere amici per sempre. E questo è un bel segnale per chiunque. E insieme - conclude -siamo una grande forza”

Con tutti questi propositi da cosa nasce cosa, il ritrovarsi in sala per le prove di Sanremo confessano i quattro “è stato come risalire in bicicletta e capire che sei ancora capace di andarci” dice Red. L’idea di fare un San Siro è stata quasi immediata nonostante i timori che avevano. Da lì tutto è andato in discesa. “Un concerto così - dice ancora Facchinetti - costa tanto ed allora bisogna ammortizzarlo” ed è arrivato un Olimpico, poi le date estive, l’Arena ed anche i Palasport autunnali. Quattordici date (Red ne ha annunciate a sorpresa anche altre in USA e Canada) su cui concentrarsi senza conoscere il domani e ragionarci su. Quindi se questo è la fine definitiva o un nuovo inizio al momento non si sa. “Per ora - dicono quasi all’unisono - vogliamo divertirci e goderci il momento”.

E i Pooh per ripresentarsi al pubblico fanno una cosa non grande, di più: gigantesca. Oltre 3 ore di concerto (Springsteen je spiccia casa), 56 brani (per 52 titoli - “Dove comincia il sole” e “Parsifal” sono divise in due parti più una sigla iniziale e una finale) con un ottetto d’archi, un coro e Il Volo sul palco. Non mancano nemmeno fumo e fiamme. Il tutto di fronte a 50.000 paganti (il prato attrezzato con le sedie) accorsi per supportarli in questa loro operazione.

Un concerto/maratona che inizia alle 20,30 proprio per la sua lunghezza. “Non so come facciamo a resistere però - dice Roby sempre prima di salire sul palco - abbiamo fatto le prove e alla fine non eravamo stanchi. Con il pubblico poi sentiremo ancor meno la stanchezza.”

Sul palco oltre ai quattro “amici” alla batteria a sostituire Stefano D’Orazio, scomparso nel 2020 c’è Phil Mer (Philipp Mersa), figlio della seconda moglie di Red Canzian (Leggi qui ). “È l’unico - dice Red - accreditato a poter sostituire Stefano, visto che da lui ha ricevuto a 5 anni le prime bacchette per la batteria”. Ma Stefano resta sempre nel cuore dei Pooh, così come Valerio Negrini, il primo paroliere della band (in origine era anche lui il batterista, fino al 1971). Per ricordare il batterista autore dei testi dopo Negrini, su “Dimmi di sì” Stefano fa un’apparizione virtuale sullo schermo cantando con la band. “È la registrazione dell’ultimo concerto che abbiamo fatto insieme.” A proposito di ultimi concerti: i Pooh si erano esibiti l’ultima volta il 30 dicembre 2016 all’Unipol Arena di Bologna per poi rivedersi tutti insieme (escluso Stefano RIP) all’Ariston di Sanremo 2023 dove come si è detto, tutto è ripartito.

Una ventina di minuti di ritardo e il concerto inizia con una base di archi che si protrae per qualche minuto e uno speech con le voci dei quattro che raccontano della loro storia e si definiscono “Amici Per Sempre”, concetto (che già esprimevano nel ’96) intorno a cui ruota l’intero progetto, nonché brano che apre la scaletta. Sul maxischermo scorrono immagini molto colorate.

Fa specie sentire i Pooh gridare “su le mani” ora aspettiamo un “Ciao Milano” che arriva al primo parlato di Roby

Sul prato sin dal primo brano tra le sedie il pubblico si alza per applaudire, per partecipare, per essere vivo. Gli steward prima provano ad arginare e invitano a tornare seduti, ma alla fine sono costretti a desistere. Tempo 20 minuti e tutti sono in piedi.

Raccontare il concerto track by track è opera ciclopica, impossibile bisogna quindi affidarsi alla narrazione del valore in campo generale, della sintesi, senza scendere nel dettaglio

Ciò che colpisce fin dai primi minuti dello show sono l’immutata compatezza e la presenza scenica dell’intera band che si muove su un palco che appare gigantesco illuminato da coloratissimi visual che scorrono alle spalle.

Dodi Battaglia, un bravo chitarrista, si prende i suoi spazi e i suoi assoli (come in "Dove comincia il sole parte 2”) che spesso interrompono le melodie vocali o si appoggiano su quelle delle tastiere. Lo stesso fa Roby Facchinetti che si carica sulle spalle lunghe parti di tastiera. Ovviamente basso e batteria per il loro ruolo non hanno ampi spazi solisti ma contribuiscono alla costruzione sonora. In generale i Pooh sono solidi, sono musicisti di lungo corso, esperti e quindi ognuno è conscio del ruolo. Si dividono anche le parti cantante che sono affidate ai tre principali vocalist, mentre resta defilato, soprattutto all’inizio, Riccardo Fogli che non appare nemmeno in scena quando non è impegnato a cantare. Dopo il brano di apertura entrerà nel quarto blocco.

Nella cinquantina di canzoni che la band propone (suddividendole in blocchi logici e tematici) c’è modo di presentare tutte le sfumature stilistiche della band, dal progressive (affidata prevalentemente alla seconda e - con "Parsifal" - alla quarta parte del concerto) al pop più melodico. È una peculiarità che in tutti questi decenni di attività ha contraddistinto la band ed è (anche) quella che le ha permesso di avere un ampio pubblico, ognuno (se vuole) può trovare in loro ciò che preferisce, hanno così tante anime da diventare “generalisti”. Piaccia o no, quindi al di là del gusto personale, va riconosciuto ai Pooh di aver saputo intercettare, con onestà e professionalità, una buona fetta di pubblico, di riuscire a piacere e convincere tanti, in una parola essere pop ed esserlo a modo loro, senza inseguire nessuno, anzi. È impossibile che anche un’anima dura e pura, un rocker incallito non trovi tra i brani in scaletta un brano da cantare, legato a qualche ricordo

Da sempre i Pooh hanno investito sui loro live, negli anni ’80 i loro concerti erano un concentrato di tecnologia, con produzioni avveniristiche e molto spettacolari, anticiparono in Italia i laser e famose erano le carovane di TIR che accompagnavano ogni loro concerto (certo la sensibilità ambientare in quegli anni lasciava un po’ a desiderare). Oggi spesso capita di assistere a concerti che vanno oltre lo spettacolare e quindi ciò che hanno fatto i Pooh è ora “convenzionale”. Così la loro attuale produzione sembra più standardizzata e semplice. Non ha niente di esplosivo (se non qualche lanciafiamme) ma ci sono bellissimi visual ed è affascinante quanto di grande eleganza, e in molti dovrebbero dire grazie alla band.

In sostanza assistere a un concerto dei Pooh, sempre che lo si voglia fare, è un’esperienza piacevole, ci si trova al cospetto di una band di grandi professionisti, capaci di dare sempre qualcosa al pubblico, abili nel costruire spettacoli, nel suonarli e architettarli nel modo giusto. Non tutto, per gusto, può essere apprezzabile ma quando si lanciano (e in questa occasione lo fanno spesso) nelle loro digressioni musicali lasciano un segno, meno accattivanti risultano quando si perdono nelle melodie un po’ leziose.

Concerto lungo (tre ore sono veramente tante), un po’ troppo avanti l’intervento de Il Volo (su "Uomini soli" che diventa ancora più lirica) e la “presenza” di Stefano D’Orazio mentre alcuni brani nei blocchi finali risultano superflui. Ma l'ultima sezione è quella piu coinvolgente, quella da cantare tutti insieme.

Alle 00:10, sforando di qualche minuto il coprifuoco tutto è finito. Vedremo se ci saranno conseguenze.

Concludiamo con quella che Dodi Battaglia definisce una “riflessione da bar”: “Per me - dice - i Pooh sono come la 500. Siamo popolari, esistiamo da quegli anni e siamo alla seconda rinascita, la nuova 500.” E bisogna dargli ragione. E come la 500 sono ancora “vendibili”.

Pooh
Scaletta Tour 2023

Intro
Amici x sempre
Canterò per te
Stai con me
Rotolando respirando
Giorni infiniti
------------------------------------------------------------------------------------parlato Roby - Dodi – Red

Dove comincia il sole (prima parte)
Dove comincia il sole (seconda parte)
Isabel
L’aquila e il falco
Ultima notte di caccia
Eleonora mia madre
Il tempo, una donna la città
----------------------------------------------------------------------------------------parlato Roby

La donna del mio amico
L’altra donna
Stare senza di te
In diretta nel vento
Noi due nel mondo e nell’anima
La mia donna
----------------------------------------------------------------------------------------parlato Dodi

L’anno il posto e l’ora
Io e te per altri giorni
Infiniti noi
Parsifal (parte i)
Parsifal (parte ii)
----------------------------------------------------------------------------------------parlato Red

Vieni fuori
In silenzio
Alessandra
Quando una lei va via
Nascerò con te
Piccola Katy
----------------------------------------------------------------------------------------parlato Riccardo

Risveglio
Viva
Grandi speranze
Il ragazzo del cielo (Lindbergh)
Lettera da Berlino est
--------------------------------------------------------------------------------------parlato Roby

Dall’altra parte
--------------------------------------------------------------------------------------parlato Red

Tu dov’eri
Orient express
Notte a sorpresa (solo inciso)
Cercando di te
-------------------------------------------------------------------------------------parlato

Ci penserò domani
Incredibilmente giù
Ali per guardare, occhi per volare
La luna ha vent’anni
Pierre
50 primavere
Uomini soli
--------------------------------------------------------------------------------------saluti

Io sono vivo
Non siamo in pericolo
Tanta voglia di lei
Dammi solo un minuto
Se c’è un posto nel tuo cuore
Pensiero
Dimmi di sì
Chi fermerà la musica
Sigla finale