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Irama e Rkomi: “Un disco insieme per esorcizzare le aspettative”

Irama e Rkomi: “Un disco insieme per esorcizzare le aspettative”
Esce il disco “No Stress” che i due artisti rivendicano come “un atto di libertà”. L’intervista

Di Claudio Cabona
Un disco che, giurano, non ha nulla a che vedere con il marketing, ma è nato nel segno della libertà. Il joint album di Irama e Rkomi, dal titolo “No Stress”, ascoltabile dal 7 luglio, nasce da un solido rapporto personale, di stima e collaborazione: in passato hanno avuto modo di lavorare insieme per i brani “5 gocce” e “Luna piena” e conoscersi bene sul set del game show “Celebrity Hunted” dove facevano squadra. Sotto la direzione artistica di Shablo hanno realizzato un disco leggero, che presenteranno dal vivo a partire dal prossimo novembre, in cui confluiscono diverse anime sonore. E proprio perché è stato realizzato con estrema naturalezza, canzone dopo canzone, quasi senza pensare che sarebbe diventato un progetto a se stante, rappresenta anche un “esorcismo” delle aspettative.

Quale è stata la scintilla che ha dato vita al disco?
Rkomi: “Abbiamo condiviso lo stesso viaggio in America, a Los Angeles, ma ognuno con il suo team. Abbiamo fatto incontrare i nostri mondi naturalmente, creando in studio un brano dopo l’altro in modo naturale, partendo da delle jam, e ci siamo resi conto, solo dopo, che era nato un album”.
Irama: “Sì, è tutto arrivato in modo spontaneo. E sai secondo me da che cosa si capisce? Anche dal fatto che non è infarcito di feat. Il mercato oggi è cannibale, spinge gli artisti a fare canzoni con tantissime collaborazioni, ma io non giudico. È troppo presto per farlo. Io credo che alla fine non conterà il numero di stream: tutti noi artisti di questa generazione, in qualche modo, abbiamo fatto qualche record, ma quello che davvero conterà è beccare qualcuno per strada fra dieci anni che, mentre cammina, canta una tua canzone. Vedere letteralmente esplodere le persone dall’entusiasmo quando nei locali o nei live parte ‘Nera’ mi regala una grandissima gioia. Una gioia vera”.

La scelta delle collaborazioni?
Rkomi: “I feat che ci sono, ovvero Gué, Ernia e Kid Yugi, sono arrivati perché li richiedevano le stesse canzoni. Ernia e Kid Yugi li abbiamo aggiunti all’ultimo, abbiamo chiuso la traccia proprio sul finale e ci piaceva l’idea di non privarcene. Sono due generazioni di rapper diverse, ma unite da qualche cosa. Credo che, in generale, in questo disco ci sia parecchio rap”.

Un ritorno alle origini?
Rkomi: “Io indubbiamente arrivo dal rap, è stato il tassello più importante della mia carriera. Non ho mai smesso di rappare, nel rap devi spaccare e quando ho scoperto di essere bravino mi sono aperto ad altre sonorità, ma senza tradirne in qualche modo lo spirito, ma aggiungendo una band di supporto”.
Irama: “Io ho sempre ibridato il cantautorato. Anche io di fatto arrivo dalle jam rap, me ne ricordo una in uno scantinato dove c’era anche Sfera Ebbasta, ma anche in quel caso ero l’unico che cantava. Il rap non mi bastava. Ho sempre mischiato i generi. Per me poi il rap è anche un modo di dire le cose, magari più di pancia, non solo una musica specifica. È anche un’attitudine”.

Perché avete chiamato il disco così?
Irama: “Il titolo è l’esorcismo di un periodo che abbiamo vissuto entrambi: siamo felici dei risultati che abbiamo raggiunto negli ultimi anni, ma le aspettative e le tensioni non ci lasciano mai in pace (sorride, ndr). Per questo abbiamo chiamato il disco così, come a dirci ‘divertiamoci facendo musica e basta’. Il progetto ‘congela’ un momento vissuto insieme”.
Rkomi: “Io credo che le pressioni, più che dagli altri, arrivino da noi. Dopo ‘Taxi Driver’ sono io che mi dicevo: ‘e ora come puoi fare di meglio?’. Il disco con Filippo è pensato per stare tranquilli, è leggero, fatto velocemente, ma con estrema cura. Sono cresciuto anagraficamente, è vero, ma non sento la responsabilità di quello che dico nei testi nei confronti di chi ascolta, la sento anche in questo caso nei confronti di me stesso. Sono un grande fan dell’incognita quando si esce con un nuovo progetto, vedremo come andrà”.

“Sulla mia pelle” e “Urlami addosso” sono due tracce simbolo del progetto?
Rkomi: “‘Sulla mia pelle’ nasce da un’idea di Irama mentre ‘Urlami addosso' nasce da una mia. Non ho mai utilizzato un ghostwriter, ma questa volta mi è arrivato un ritornello, scritto da un ragazzo giovane di nome Jason, e da lì sono partito per la scrittura. È una storia molto rap”.
Irama: “‘Sulla mia pelle’ è nata a Miami da una jam, all’inizio eravamo dubbiosi, ma poi ci siamo accorti che funzionava. Credo che queste due tracce abbiano un fil rouge con le nostre prime collaborazioni ‘Luna piena’ e ‘5 gocce’”. Questo disco mi ha permesso anche di uscire dalla mia zona di comfort: ‘Hollywood’ è un pezzo più allegro che da solo non avrei fatto e invece con Mirko è stato possibile e liberatorio”.

Nessun litigio?
Rkomi: “Smentiamo i litigi. Per fare questo disco, però, abbiamo dovuto trovare indubbiamente un equilibrio particolare. Io, per esempio, preferisco andare in studio di giorno, lui di sera. Ci siamo capiti facendo musica senza troppi pensieri, ci siamo venuti incontro ed è stato possibile perché ci stimiamo e rispettiamo molto”.