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Fuori dal tempo e dentro la storia con Bob Dylan

Fuori dal tempo e dentro la storia con Bob Dylan
In Italia dopo 5 anni, con un concerto che è una lezione di suono americano

Di Gianni Sibilla

Una fila di fari gialli è accesa sopra il palco degli Arcimboldi: poco dopo le 9, le luci si abbassano, ma non si spengono del tutto. Bob Dylan entra nell'ombra, accolti da un boato: si fa quasi fatica a scorgerlo, anche quando si accendono le poche luci sul palco che lo illuminano assieme alla band. His Bobness si siede dietro il piano e attacca "Watching the River Flow", sullo sfondo appare un semplice e lungo drappo rosso: la scena è tra "L'ultimo valzer" e il locale di "Twin peaks".

Mentre parte la musica ti trovi immediatamente in un'altra dimensione temporale, in cui rock, folk, blues si fondono, con la sua voce unica in ottima forma. Siamo in un teatro, ma potremmo essere in un club e abbiamo di fronte l'incarnazione della storia della musica popolare. .Bob Dylan è tornato in Italia, dopo più di 5 anni.

A ben pensarci, è uno scandalo che il Teatro alla Scala non abbia trovato uno spazio per lui: se ne parla da tempo, ci si è riusciti con Paolo Conte pur con qualche polemica. Sarebbe stata una giusta celebrazione, ma va benissimo anche in questo teatro più moderno, anche se la sua musica sarebbe stata perfetta in un luogo con più storia. Ci si gode la musica senza distrazioni - i cellulari sono sigillati in bustine grigie, le "Yonder" già usate a Napoli da Bono e diffuse da tempo nei paesi anglosassoni - ci perde nel suono di una band che suona alla perfezione, soprattutto grazie all'intreccio delle chitarre di Bob Britt e Doug Lancio. Dylan invece rimane quasi nascosto dietro al piano: non se stacca mai, ma spesso si alza e lo suona in piedi.

La scaletta è centrata sull'ultimo "Rough and rowdy ways" , di cui vengono eseguite tutte le canzoni (tranne "Murder most foul"): notevoli "I contain multitudes" e l'eterea "Black rider" - funziona meno bene invece "Key west (philosopher pirate)": su album è un capolavoro, dal vivo suona un po' ripetitiva.

Qualche brano del passato, ma nessuno dei più noti - con il pubblico che si fa sentire quando riconosce una frase, un incipit: Dylan, come da sua tradizione, trasfigura i brani, li riarrangia nel suono tipico di questa fase di carriera, un po' come ha fatto in "Shadow kingdom". Anche se le canzoni sono in una versione ancora diversa da quelle incise per il film: "When I paint my masterpiece" è ancora più folk, con un violino suonato dal polistrumentista Donnie Herron (in sala tra il pubblico, ironia, c'è Scarlet Rivera, violinista della Rolling Thunder Revue, in tour in italia in questi giorni), mentre "I'll be your baby tonight" è uno dei capolavori della serata: in pochi minuti passa da un'apertura piano e voce quasi jazz, ad un rock vintage, per chiudersi in un blues. In pochi minuti, una lezione di storia della musica.

Verso la fine c'è anche tempo per qualche sopresa: il beat di "Not fade away" - suonata poche volte nel tour, uno dei grandi standard del rock - e il debutto assoluto di una cover di Merle Haggard, "Bad actor": 18 canzoni, una più del solito. Si chiude con "Every grain of sand", con Dylan che sfodera l'armonica, a fine canzone: brividi. Poi si stacca finalmente dal piano, va verso il centro palco, guarda il pubblico appoggiandosi alle aste dei microfoni. Nessun bis, luci tutte accese: si esce dalla sua dimensione temporale e si torna nel presente.

Un gran ritorno: un concerto molto diverso da quello di 5 anni fa, una scaletta completamente differente, ma sempre un gran suono, anche pure con alcuni momenti di stanca e ripetizione. Un po' di fastidio per quei faretti che rimangono sempre accesi e lui che rimane sempre un po' in ombra: quando sei di fronte ad un personaggio che ha fatto storia - che sia la prima o la decima volta che lo vedi - vorresti vederlo in faccia, bene. A 82 anni, Dylan continua a fare grande musica a modo suo, senza sconti e senza concessioni.


La scaletta
Watching the River Flow
Most Likely You Go Your Way and I'll Go Mine
I Contain Multitudes
False Prophet
When I Paint My Masterpiece
Black Rider
My Own Version of You
I'll Be Your Baby Tonight
Crossing the Rubicon


To Be Alone With You
Key West (Philosopher Pirate)
Gotta Serve Somebody
I've Made Up My Mind to Give Myself to You
Not Fade Away
Bad Actor
Mother of Muses
Goodbye Jimmy Reed
Every Grain of Sand