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Nada è ancora la più rivoluzionaria: il concerto di ieri a Cervia

Nada è ancora la più rivoluzionaria: il concerto di ieri a Cervia
Mantra per mandare via la paura e i pensieri brillano: il racconto

Di Arianna Raffaelli

Ieri sera Nada ha suonato per la rassegna Il Trebbo in musica al Ravenna Festival, tra i pini di Milano Marittima (Cervia), poco lontano dalle note discoteche, in una dimensione sospesa tra un campo da calcio e il mare: un’atmosfera molto romagnola.

Il concerto ruota attorno al suo ultimo album “La paura va via da sé se i pensieri brillano”, iniziando dal brano d’apertura del disco, “In mezzo al mare”, fatto di un pop blueseggiante, riff di chitarra freschi e la voce che scandisce un testo irriverente e liberatorio che cadenza i significati come in un mantra.

Questo aspetto di ripetizione e mantra è molto presente nel nuovo lavoro di Nada: la sensazione è quella di un’esortazione, un invito a riscoprire la nostra luminosità, una sorta di piccolo manuale di sopravvivenza al quotidiano che sembra fatto di sapienza, ma anche di ribellione. Come con il brano “Un viaggio leggero” dove racconta che “potrai finalmente pisciare sopra la città / superare i confini di questa realtà”, dove tira fuori tutta la sua anima eversiva.

Vediamo Nada libera di muoversi, molto coinvolta, tra i suoi testi e la musica che incalza: insieme a lei una band di 4 giovani musicisti che cambiano ruolo a seconda dei brani, Andrea Mucciarelli alla chitarra, Francesco Chimenti al basso e cori, Franco Pratesi alle tastiere e violino e Luca Cherubini Celli alla batteria.

Nada batte spesso le mani e i pugni sulle anche, a tempo, come a convincersi delle proprie affermazioni, con il vigore di tutta una vita. Brevi ma incisivi gli interventi parlati: la lotta a questo vento nero “che morde e che fa male" e che ammala il mondo d’individualismo ci porta al brano “Chi non ha”, dal forte impianto brit, con suoni vintage e atmosfere alt rock, mischiati al testo che è una critica poco velata alle disuguaglianze. .

La mano del musicista britannico John Parish (già al lavoro con PJ Harvey, Tracy Chapman, Giant Sand) che ha prodotto questo disco, si sente, non solo nelle sonorità ma anche nella libertà strutturale dei brani, con una modalità più vicina alla scena alternative internazionale.

Nada esegue il nuovo album quasi per intero, ma non mancano brani vecchi importanti come “Guardami negli occhi” del ’99: nel presentare questo brano Nada ci rivela di non essere una persona triste e sofferente come potrebbe sembrare: “Io mi invento tutto, io sto bene!” afferma con vigore, “ma ho da sempre una voce interiore che incoraggia il mio lato oscuro, e questo mio lato oscuro è cresciuto con me, è dentro di me, è nella mia anima”.

Canta “Luna in piena”, con una voce bassa, una sfumatura che si differenzia da quella più bambinesca e molto aperta con cui interpreta altri suoi brani: un dualismo questo che la rende unica nel suo genere. E diciamolo, in quanti avrebbero avuto il coraggio di portare un brano come questo a Sanremo (nel 2007)?

Curioso come i suoi musicisti siano tutti polistrumentisti e in diversi momenti si scambino gli strumenti per esigenze tecniche: il livello è alto, da sottolineare i cori precisi di Francesco Chimenti, che colmano la distanza con la versione studio, dove spesso Nada canta due linee vocali all’ottava allo stesso volume.

Nada è selvaggia, balla libera sul palco, fluisce con la musica quando non canta. Nada è punk, lo è quando urla forte durante il brano “Io ci sono”, una ballad rock dove distorce potente la voce per far arrivare tutta la sua forza di liberazione e disperazione. Concede al pubblico, coinvolto ma quieto, comodamente seduto, i grandi classici “Ma che freddo fa” “Amore disperato” e la riscoperta “Senza un perché”, dove parte il coro all’unisono.

Un concerto da cui esci rinvigorito, spronato, la cantautrice mostra che dell’esattezza non gliene frega niente (come delle leggi dello show business): lei fa quello che vuole, con un linguaggio diretto e una vitalità manifesta e lo fa estremamente bene.

Scaletta:

In mezzo al mare

Un viaggio leggero

Banane City

Chi non ha

Disgregata

Nada Yoga

Guardami negli occhi

Luna piena

Correre

Oscurità

Chiedimi quello che vuoi

Senza un perché

Dove sono i tuoi occhi

Noi resteremo uniti

Io ci sono

Tu non mi chiedi mai di me

Ma che freddo fa

Amore disperato