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Federico Zampaglione segna ancora oggi il cantautorato italiano


L'ultimo album dei suoi Tiromancino è "Ho cambiato tante case"
Federico Zampaglione segna ancora oggi il cantautorato italiano
Di Redazione


A ottobre 2021 con l'uscita dell'album "Ho cambiato tante case" i Tiromancino e il loro deus ex machina Federico Zampaglione (che oggi compie 55 anni) ribadirono la centralità del gruppo all'interno del pop italiano. Abbiamo pensato quindi di riproporre la lettura della recensione di quello che fino a questo momento è l'ultimo disco della band romana.

Federico Zampaglione, con il disco “Ho cambiato tante case”, che segna il ritorno dei Tiromancino a cinque anni da “Nel respiro del mondo”, si muove tra passato e presente, toccando anche le corde del futuro. Da una parte si conferma il fratellone maggiore di un’intera scena, colui che ha contribuito a sdoganare l’indie pop, rendendolo mainstream. Il disco “La descrizione di un attimo” del 2000 è il monumento di questo processo. E non è un caso, infatti, che nell’album siano presenti nomi di nuova generazione come Gazzelle (autore di testo e musica con Zampaglione del brano “Cerotti”), Galeffi (coautore di testo e musica della title track “Ho cambiato tante case”), Leo Pari (coautore di testo e musica di “Avvicinandoti”) e Franco126 (che ha scritto e cantato insieme a Zampaglione “Er Musicista” e ha cofirmato testo e musica di “Tu e io”). Tutti ragazzi con cui sente una sorta di continuità: i Tiromancino hanno sempre tenuto un piede nel mondo più pop e l’altro in quello più underground.


Ma non mancano, oltre alle collaborazioni con i cantautori della nuova scena romana, anche colonne portanti della musica italiana e internazionale: “L'odore del mare” con Carmen Consoli, uno dei brani più potenti e riusciti del progetto, e “Questa terra bellissima”, brano scritto con il padre Domenico e il fratello Francesco, impreziosito dalla grande partecipazione di Alan Clarke, storico tastierista dei Dire Straits.


Una “questione di famiglia” dai confini allargati. Proprio quest’ultimo pezzo, per contenuti e arrangiamento, è una fotografia nitida del percorso del cantautore romano: non è una canzone scritta in maniera polemica né paternalistica, ma cerca attraverso una serie di immagini evocative di ricordare che viviamo su una “terra bellissima” che dobbiamo salvaguardare, salvare prima di tutto da noi, ricordandoci di chi verrà dopo. Un messaggio anche per i propri figli. Una riflessione profonda che non si esaurisce risuonando fra le mura di casa, ma che ha il desiderio di espandere il calore e la speranza oltre qualsiasi barriera. Questa ambizione giusta e poetica, ma mai pianificata a tavolino, è una delle forze di Zampaglione.


La canzone in collaborazione con la Consoli non è, come d’altronde l’album, un bene di consumo o un turbo per scalare le classifiche, ma una lettera d’amore all’arte, scritta per rimanere nel tempo.

Entrambi gli artisti sono riusciti, essendo appassionati di soul e blues, a dare alla musica un’eco lontana che richiama a stili e mondo mai naufragati. E, proprio come un’onda del mare, porta l’ascoltatore a immergersi nelle atmosfere suscitate senza pesantezze. Un’altra canzone simbolo del disco è “Cerotti”, colonna sonora del suo ultimo film “Morrison”. Scritto con Gazzelle ancora prima di iniziare a pensare alla pellicola, a Zampaglione è poi sembrato un brano perfetto per raccontare lo stato d’animo dei personaggi, le atmosfere notturne e stralunate del film. “Ho cambiato tante case” restituisce il ritratto di uno Zampaglione capace di segnare, ancora oggi, in modo per nulla scontato, il cantautorato italiano con uno stile, un suono e una voglia di raccontarsi che, giustamente, possono risultare un faro per le nuove leve.