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Rita Pavone, sono una guerriera e mi metto in gioco

Rita Pavone, sono una guerriera e mi metto in gioco

Lo spirito con il quale Rita Pavone, 50 milioni di dischi venduti nel mondo, anche attrice e autrice, torna in Italia ai live (si parte il 6 luglio a La Milanesiana Festival di Cervia e il 9 luglio al Castello Sforzesco di Milano) nell'anno in cui festeggia i suoi 60 anni di carriera, è già nel titolo del tour, un verso tratto una delle canzoni capolavoro di Pierangelo Bertoli, A muso duro: 'Un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro'.

"Un titolo meraviglioso, mi stavo scervellando per trovarlo - spiega all'ANSA -.

Ne volevo uno che parlasse di 60 anni di carriera però senza nominarli. Poi ho visto in tv il figlio di Pierangelo Bertoli che cantava questa canzone e quando ha detto quella frase ho pensato 'sono io'. Mi ci sono ritrovata perché sono una guerriera che ha sempre combattuto. Non mi è mai stato dato niente nella vita in maniera comoda e non mi piace vincere facilmente".
Ad esempio, "detesto andare in televisione a cantare solo le mie vecchie cose, perché è una battaglia vinta. Mi piace sempre mettermi in gioco, guardare sia a quello che è stato importante, e che la gente vuol sentire, sia a quello che sono riuscita a fare di me stessa". Allo stesso modo "amo cantare brani che quando andavo negli altri Paesi (a cominciare dagli Usa, dove è stata anche ospite per cinque volte all'Ed Sullivan show, dal 1964) stavano vivendo il loro successo come To love somebody o Bridge over troubled water. Nei concerti ci sarà una Rita che racconta questi sei decenni con la gioia e la soddisfazione con cui li ha vissuti". Quando "sei davanti al pubblico devi dare tutto, e io mi sono sempre emozionata come la prima volta. Di primo impatto è un pugno nello stomaco tutte le volte, sento questo mestiere ancora parte di me". Ad agosto "faccio 78 anni ma delle cose da dire ancora ce le ho". Nelle scalette Ci sarà spazio anche per canzoni di cui è autrice: "Ho scritto negli anni '80 anche brani come Gemma e le altre in cui parlavo della diversità, dell'innamorarsi di qualcuno che è del tuo stesso sesso, ma in quegli anni non venivo passata per radio. E vorrei far conoscere anche quella Rita, che è cresciuta, anche autoproducendosi, come in Masters (2013)".
Che momento stiamo vivendo, secondo lei, nella società anche rispetto alla concezione della donna? "Uno molto oscuro. Sembra quasi che si torni al medioevo, succedono cose che non stanno ne' in cielo ne' in terra, in tutti i sensi. A volte mi dico di essere contenta di essere nata nel 1945, perché c'era una grande voglia di fare, di tirare fuori la testa dal buio, nonostante non avessimo nulla. Ora invece c'è tutto, ma non ci si rende conto che si sta perdendo la consapevolezza dell'umanità, della solidarietà, del sentirsi vicini, del capire i problemi degli altri". Oggi "è molto difficile anche comunicare con gli altri attraverso i social. Io ad esempio non scrivo più niente, seguendo il consiglio dei miei figli (Alessandro e Giorgio, avuti con il marito Teddy Reno, compagno di vita da oltre 60 anni) che io ascolto molto. Cento parole non permettono di spiegare ciò che si vuole dire, vieni spesso fraintesa".
Nella musica "oggi c'è un susseguirsi continuo di nomi.
Arrivare può essere più facile, ma è difficile confermarsi. L'affetto non si vede dall'essere primi in classifica, ma dal rimanere nel cuore delle persone. Io mi ritengo molto fortunata, perché vedo che le mie canzoni le cantano anche le ragazzine".
Comunque "guardo sempre avanti, amo le nuove sfide" e "in questi spettacoli si sentiranno anche cose che non ci si aspetta da me". Tra i prossimi progetti "ce n'è uno a cui tengo molto per il 2024... arrivare a 80 anni con qualcosa da fare in teatro mi piacerebbe molto". Sanremo le interessa ancora? "Si, ma tornando in gara. So benissimo che non si arriva tra i primi posti perché ci sono le nuove generazioni, ma ad esempio, nel 2020, aver portato Niente (Resilienza 74) mi ha fatto raggiungere tutto un nuovo pubblico. Ho ricevuto tantissime lettere anche da metallari". E "sarò sempre grata ad Amadeus, per aver creduto in me, erano 48 anni che mancavo dal Festival".