MUSICA




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Povero Amore - con F. Berlincioni

Sotto il mio commento relativo a "Povero amore" postato su You tube, riporto questo scambio di messaggi con Fabrizio Berlincioni autore del testo.


Mio commento:

Con tutto il suo bagaglio di fragilità e di tenerezza "Povero amore", canzone in cui il testo prevale sulla musica è intrisa di emozioni in cui il “dove” e il “come” non hanno senso quando le ferite delle istantanee lacerazioni d’amore riaffiorano nel ricordo. Come se i versi fossero uno sgorgare immediato di emozioni che non tollerano il filtro di una messa a punto, di una precisazione. Istantanee di desiderio diverso che muore e rinasce nel momento stesso in cui l'autore trasferisce la propria anima sul foglio, nostalgia di un vissuto lontano addolcito dal colore della nostalgia.

Fabrizio Berlincioni


Grazie delle tue belle parole che hanno centrato in pieno l'anima del mio testo. L'unica cosa su cui non concordo è la prevalenza del testo sulla musica. La canzone è un tutt'uno e quel testo lo scrissi sulla musica di Mauro Culotta che mi ispirò quelle parole. Comunque il tuo commento mi ha gratificato molto. Fabrizio Berlincioni♥♥

Mia risposta

Hai perfettamente ragione. Ammetto di aver fatto un commento "a posteriori". Vale a dire, sapendo che Ozpetek ha scelto questo brano per i titoli di coda di "Nuovo Olimpo". In realtà la canzone non è stata commissionata per il film. Ho visto il video in cui dici di aver scritto il brano sette-otto anni fa. Mina l'ha tenuto nel cassetto per dar spazio ad altri autori ed altri progetti e l'ha ripescato per questo suo nuovo cd. Pertanto pur riconoscendo il grande valore di Mauro Culotta, come autore, tuo storico "partner" musicale, per brani dati a Mina, Anna Oxa, Fausto Leali ed altri ancora, io sono stato colpito da quel flusso di identificazioni e proiezioni tra chi ha amato e chi è stato amato: Mina canta la sofferenza di chi ama e si rende conto di provocare sofferenza nell’altro. E si scusa, a modo suo. Ricorda quanto ha sofferto l’amato, quanto è stata lei causa di tale dolore. Pertanto vede nell’altro soprattutto la parte irrisolta del proprio tormento interiore, in una sorta di oggettivazione costante che attinge ora all’attualità ostinata della memoria, ora alle inquietudini segrete dei sogni impossibili.

https://www.youtube.com/watch?v=xTjzcYsNs1g