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Mina racconta i tormenti dell’amore (con leggerezza)

Mina racconta i tormenti dell’amore (con leggerezza)
Non solo il duetto con Blanco: cosa c’è in "Ti amo come un pazzo", in uscita domani

Di Gianni Sibilla

“Ti amo come un pazzo”: il titolo è, ovviamente, molto più di un indizio. Per il suo primo album solista di canzoni in cinque anni (“Maeba”, 2018) e a quattro dalla collaborazione con Ivano Fossati, la cantante ha scelto il tema più classico della canzone, l'amore. Ma raccontato da punti di vista diversi, con ironia e leggerezza.
Non c'è solo il duetto con Blanco, di cui si è parlato ovviamente molto.

Nel disco ci sono nuove collaborazioni, rivisitazioni di brani altrui e collaborazioni con vecchi amici. Quasi un concept album: “L’album è come un feuilleton, è un disco diverso dagli altri con un tema unico: le varie sfaccettature dell'amore, da quella tragica a quella divertente”, spiega Massimiliano Pani.

"Un briciolo di allegria" è in realtà un’aggiunta quasi dell’ultimo minuto. "Il pezzo è loro, è il mondo di Blanco, Mina ci è entrata”, ha spiegato Pani presentando il disco oggi alla stampa (senza Mina, ovviamente). I due non si sono mai incontrati: “Ormai anche in America i duetti si fanno a distanza: Mina ha fatto questa scelta tempo fa, è coerente”, spiega. “L’incastro delle due voci ha reso il brano molto diverso dalla versione originale che avevamo proposto a Mina”, gli fa eco Michelangelo, produttore e autore di Blanco, presente anche lui alla conferenza stampa.

La copertina
L’album esce domani, 21 aprile. Ma la tracklist e la copertina sono state rivelate solo oggi, con la presentazione alla stampa: l’immagine gioca come sempre con il volto della cantante, che si fonde con quello di un uomo. Non è una persona specifica, ma la rappresentazione del maschile, spiega Pani. L’idea è quella di richiamare l’immaginario dei fotoromanzi di qualche decennio fa, esempio del racconto romantico melodrammatico a cui si rifanno le canzoni. “La copertina richiama il mondo di riviste come ‘Bolero Film' e ‘Grand Hotel’. In questo caso ha a che fare con le canzoni: non capita spesso con i dischi di Mina”, spiega Pani.

La selezione delle canzoni
Il processo di selezioni delle canzoni per un album di Mina è rigoroso e lungo; chiunque le può mandare attraverso il sito della PDU, ne arrivano 5000 all’anno: "Mina ascolta tutto - e siamo indietro di tre anni sugli ascolti: questi sono brani che abbiamo ascoltato e selezionato negli anni passati. Lei ha sempre voluto dare voce ai nuovi autori, l’ha sempre fatto anche con nomi poi diventati importanti”, racconta Pani. “È un’interprete, non è una cantautrice: è un lavoro diverso che forse non fa più nessuno".

L’album si apre con “Buttare l’amore”, canzone edita qualche mese fa, scritta da Matteo Mancini e Gianni Bindi, è stata la sigla della serie "Le fate ignoranti" diretta da Ferzan Ozpetek per Disney+.

Non è l’unica collaborazione con il regista: una delle due canzoni aggiuntive per il CD è “Povero Amore”, scritta dai collaboratori storici Fabrizio Berlincioni-Michele Culotta: sarà nel film, in uscita a fine anno. “Ozpetek usa Mina in maniera drammaturgica, scrive le scene basandosi sulle canzoni”, spiega. “Per me Mina è un essere sovrannaturale, con uno sguardo unico sulle cose“, spiega Ozpetek, in collegamento. “È un onore ed un privilegio lavorare con lei ed è una delle persone più importanti della mia vita. Nel film la canzone è in un momento fondamentale del film, che uscirà per Netflix tra autunno e Natale”.

Questo processo ha portato alla (ri)scoperta di brani come “L’orto”, già selezionata qualche anno fa e, nel frattempo, presentata a X-Factor 2018 dal suo coautore (con Matteo Santarelli) Mattia Lezi: è una delle canzoni che richiamano al mondo più leggero e ironico di Mina. Oppure al debutto come autore per Mina di Antonio "Tonino" Maio, dopo una lunga attività di turnista. Ci sono ritorni come Viola Serafini (“Non ho piu' bisogno di te”) e i Philippe Leon e Luca Rustici (“Come la luna”), Federico Spagnoli “Come la luna”). “Zum pa pa”, una delle canzoni più cinematografiche del disco è scritta da Alessandro Baldinotti, già autore per Paolo Vallesi e Mia Martini. La seconda traccia aggiuntiva del CD, “La gabbia”, è firmata da un altro autore storico di Mina, Maurizio Morante. Tra le riscoperte del disco ci sono “Don Salvatò” di Enzo Avitabile, cantata in napoletano e originariamente incisa dal musicista nel 2009, e “Tutto quello che un uomo” di Sergio Cammariere (scritta con Roberto Kunstler), vincitrice del Premio della Critica a Sanremo nel 2003.

Le versioni dell'album
L’album esce in diverse versioni, in vinile, con fotografie inedite di Mauro Balletti (autore anche della copertina) mentre il CD comprende 2 canzoni in più: la scelta di lasciare fuori dei brani dal vinile è stata dettata dalla volontà di non compromettere la qualità audio di quelli inclusi, non mettendo più di 20 minuti di musica per lato, spiega Pani.

Distribuzione indipendente, per la prima volta in tanti anni senza il supporto di una major: la PDU si è appoggiata a Discoteca Laziale per il fisico e per il digitale ha siglato un contratto con Pirames International che ora cura tutto il catalogo digitale in tutto il mondo. L’album è stato prodotto da Massimiliano Pani, che l’ha arrangiato assieme a Franco Serafini e Ugo Bongianni; il missaggio è di Celeste Frigo e Carmine Di, mentre la band che l’ha suonato vede Alfredo Golino alla batteria, Lorenzo Poli al basso, Luca Meneghello alle chitarre, Bongianni e Serafini alle tastiere, Gabriele Comeglio ai fiati.