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Sergio Cammariere, il nuovo disco è “Una sola giornata”

Sergio Cammariere, il nuovo disco è “Una sola giornata”
Lo ha presentato a Roma nell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone

Sergio Cammariere pubblica un nuovo album, composto da 13 canzoni inedite e dal titolo “Una sola giornata”: è prodotto da Giandomenico Ciaramella per Jando Music ed in coproduzione con Parco della Musica Records.

L’artista, presentando l'album alla stampa nei giorni scorsi, ha introdotto il lavoro fattpo leggendo alcune righe da lui scritte: “Non è altro che il racconto dell’arco temporale che ognuno di noi percorre durante la propria esistenza, con i passaggi più importanti, gli eventi che rimangono nella nostra memoria, che potrebbero essere racchiusi in una sola giornata”.
Nell’album si mescolano generi diversi come lo swing, il blues, la bossanova ed il mondo latino.

“Il brano ‘Una sola giornata’ mi riporta alle ambientazioni della musica andalusa e al Maghreb. Per me rappresenta un sigillo, è ciò che provo a diffondere nei miei concerti”.

Per la realizzazione di questi brani Cammariere ha voluto coinvolgere, oltre alla sua abituale “famiglia” musicale, anche il trombettista Fabrizio Bosso, la violoncellista Giovanna Famulari, l’Orchestra d’archi diretta da Marcello Sirignaso, mentre i testi sono come di consueto del cantautore e paroliere Roberto Kunstler.

“La genesi di questa raccolta è stata molto lunga, le canzoni sono nate circa sette anni fa ma solo due anni fa abbiamo iniziato le registrazioni”.

Sergio Cammariere durante la presentazione ha voluto ripercorrere la sua carriera musicale, iniziata oltre 50 anni fa con esibizioni in alberghi e piano bar, ricordando l’incontro con Pippo Baudo avvenuto nel 2000 e la successiva partecipazione al Festival di Sanremo nel 2003.

“Nella mia vita ci sono stati incontri fecondi e inaspettati che mi hanno portato verso la strada maestra. In questo nuovo disco tendo ad essere riconoscente verso i miei maestri, quelli che mi hanno illuminato e insegnato cos’è la vera musica italiana, Lucio Dalla, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Bruno Lauzi, Sergio Bardotti, Sergio Endrigo, Carlo Alberto Rossi, Giorgio Calabrese e Pasquale Panella. Ho avuto la fortuna di conoscerli tutti ed io mi sento un po’ l’erede di una scuola genovese, in fondo il mare di Crotone è simile a quello di Genova”.

Nel suo nuovo attesissimo album “Ti amo come un pazzo”, che uscirà il 21 aprile, è stata invece Mina a rendere omaggio a Sergio Cammariere reinterpretando il suo brano sanremese “Tutto quello che un uomo”.

“Non l’ho ancora ascoltato ma so che mi emozionerò, per me è una specie di premio”.

L’artista calabrese durante l’incontro ha riaperto la parentesi Sanremo facendo intendere che il ritardo nell’uscita del nuovo album è dipeso da una possibile partecipazione al Festival:

“C’è stato un bellissimo rapporto con Amadeus iniziato un anno fa, a lui piacque molto il disco tanto da scegliere due brani da portare al Festival. Poi ci fu un blackout: il 4 dicembre, insieme ad altri miei colleghi ai quali fu detta la stessa cosa, scoprimmo che non c’era spazio per noi. Sono ugualmente contento così, prima o poi arriverà un’altra occasione”.

Dai palcoscenici del tour che partirà il 17 giugno da Roma al grande schermo: Sergio Cammariere ha composto le musiche originali per il nuovo film di Pupi Avati “La quattordicesima domenica del tempo ordinario”, che sarà nelle sale cinematografiche dal prossimo 4 maggio, e ha scritto insieme al regista la canzone “La quattordicesima domenica”.

“Pupi e io ci siamo conosciuti anni fa in via Margutta, a Roma, dopo che lui aveva letto alcune mie dichiarazioni su un quotidiano: alla domanda ‘Con chi vorersti collaborare tra i grandi maestri del cinema’ io avevo risposto che sognavo di scrivere una colonna sonora per Pupi Avati. Due anni fa telefonicamente mi parlò del suo nuovo progetto cinematografico e della canzone che poi è diventata il tema principale del film. Dopo diversi tentativi Pupi mi inviò alcuni versi che mi appassionarono molto, e sui quali ho inventato la melodia. Si tratta di un pezzo intimo che ricorda molto Luigi Tenco ed ha un’orchestrazione anni ’50. Ho scritto venti colonne sonore, ma questa è la più bella che io abbia mai fatto”.

Testo di Benedetta D'Aurelio