MUSICA




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Il disco del giorno: Stevie Wonder, "Songs in the Key of Life"

Il disco del giorno: Stevie Wonder, "Songs in the Key of Life"
Consigliato e raccontato da Carlo Boccadoro

Di Carlo Boccadoro

Stevie Wonder
Songs in the Key of Life (Cd Motown Z072131)

Uscito nel 1976 dopo una lunghissima gestazione, al culmine di un periodo creativo che già aveva regalato al mondo musicale
gemme come "Innervisions" e "Talking Book", questo doppio album rappresenta l’Opus magnum del suo autore, un gigantesco fiume dove si sono riversate tutte le esperienze accumulate in una carriera mirabolante iniziata ad appena dodici anni.
La voce di questo maestro della musica moderna risuona convinta sin dalle prime note dell’iniziale "Love’s in Need of Love Today", che dà il via ad uno scrigno di canzoni proveniente da un’immaginazione apparentemente inesauribile che non sembra conoscere cedimenti qualitativi.

Testi che parlano di miseria, guerra, ghetti, emarginazione sociale (basti pensare alle parole di "Village Ghetto Land") si alternano a momenti gioiosi (la celeberrima "Isn’t She Lovely", composta per celebrare la nascita di sua figlia Aisha) e brani strumentali come "Contusion" e "Easy Goin’ Evening", cui si aggiungono alcune delle ballads più espressive dell’intero songbook americano come" Joy Inside
My Tears" e "If It’s Magic"; se in "Black Man" Wonder utilizza la Storia per far giungere con forza un messaggio che oltrepassa le barriere razziali, in "I Wis"h ripercorre con sorridente nostalgia le proprie marachelle infantili sopra un tappeto ritmico funky di potenza deflagrante che sembra caricare di ancora maggior energia la sua splendida voce.

È tale l’abbondanza di musica in questo cofanetto, e tale la sua compattezza qualitativa, che indicare altri brani singoli è difficile e probabilmente inutile. Un capolavoro (e una volta tanto la parola non è eccessiva) di questa caratura va apprezzato nella sua interezza numerose volte; ad ogni ascolto si rinnova la meraviglia di fronte a un talento con
pochi paragoni nel panorama musicale mondiale.

Versatile polistrumentista (quasi tutto l’album è suonato interamente da lui, con pochi ospiti di lusso tra cui spiccano George Benson e Herbie Hancock), compositore, cantante insuperabile, musicista che riassume e porta in sé decenni di storia musicale afroamericana, Stevie Wonder ha riassunto in questo disco tutta l’energia creativa di cui è capace regalandoci un’opera che non invecchia di un minuto malgrado il passare degli anni ed è consigliata a tutti, anche a chi normalmente non ascolta questo tipo di musica (e non sa quello che si perde).


Carlo Boccadoro, compositore e direttore d’orchestra, è nato a Macerata nel 1963. Vive e lavora a Milano. Collabora con solisti e orchestre in diverse parti del mondo. E’ autore di numerosi libri di argomento musicale.

Questo testo è tratto da "Lunario della musica: Un disco per ogni giorno dell'anno" pubblicato da Einaudi, per gentile concessione dell'autore e dell'editore.