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La bellezza dell'ultimo album di Pino Daniele

La bellezza dell'ultimo album di Pino Daniele
Il musicista napoletano ci ha lasciato il 4 gennaio 2015 all'età di 59 anni

Di Redazione

"La grande madre" è il titolo dell'ultimo album di Pino Daniele. Uscì il 20 marzo 2012, il musicista napoletano ci lasciò qualche tempo dopo, il 4 gennaio 2015 all'età di 59 anni. Sono passati undici anni dalla sua pubblicazione. Fu il primo disco che Pino Daniele pubblicò da indipendente per la sua etichetta discografica, la Blue Drag In conferenza stampa al riguardo disse: "Ora sono io il presidente dell'etichetta, posso confessarvi una cosa: credo molto nell'artista in questione.

La strada dell'indipendenza mi piace. Ti permette anzitutto di fare dei prodotti artistici, che a volte non saranno radiofonici ma che ti permettono di fare la musica in cui credi. Per questo, ad esempio, ho curato in modo particolare il libretto del cd, mettendoci foto, spartiti e riflessioni. Volevo che fosse un oggetto, un po' come i vinili blues che ascoltavo da ragazzo. Ho scelto di fare le cose per conto mio l'anno scorso, dopo aver chiacchierato con il mio amico .Renato Zero. Mi ha dato dei consigli preziosi".

Sempre in sede di presentazione spiegò come è nata l'idea di realizzare una cover di "Wonderful tonight" di Eric Clapton: "E' nato tutto per scherzo, mentre facevamo le prove per il concerto che io ed Eric abbiamo tenuto a Cava de' Tirreni. Ad un certo punto gli ho chiesto: 'Che ne pensi se butto giù due righe in italiano e la registro?'. Lui mi ha detto subito di sì." Quindi, a seguire, potete leggere la recensione dell'album che scrisse per noi Paola De Simone.

Lo ascolti una volta e con sufficienza dici: il solito disco di Pino Daniele Poi lo riascolti e ti ricredi.

Questo, più o meno, è quello che è successo a noi. Perché “La grande madre” è un lavoro tanto ricco da rendere difficile una comprensione immediata: ci sono molte corde vibranti, blues da vendere, del buon funky, suoni mediterranei, ritmi latini e persino un accenno di romanza im*******ita da una punta di rock. E sì che in “Passi d’autore” (BMG, 2004) Pino Daniele ci aveva spiazzato con i madrigali, ma se quello aveva tutta l’aria di essere un esperimento teso a stupire, qui il mascalzone latino sembra meno tattico e più se stesso, al punto da lasciarsi andare come in una jam session.


“La grande madre” sfodera, infatti, una libertà di espressione musicale che offre fluidità e abbondanza al disco, merito senz’altro della strada indipendente intrapresa da Daniele con la sua etichetta Blue Drag (nome ispirato a una canzone di Django Reinhardt di fine anni '30). Ed essere indipendente, lo sappiamo, significa non dover scendere a compromessi e non dover fare felice nessuno, oltre se stessi. Allora è chiaro che il Pino Daniele di oggi è autenticamente in questo disco: un autore capace, un musicista curioso - che sta imparando negli anni a fare squadra - e un compositore appassionato. Ingredienti che non basterebbero se ad amalgamare il tutto non fossero i talenti musicali, internazionali e di casa nostra, di cui Daniele si è circondato, tra i quali lo statunitense Steve Gadd alla batteria (già accanto a Eric Clapton, Paul McCartney, James Taylor), il pianista Chris Stainton (Joe Cocker, Eric Clapton, Bryan Ferry), il sassofonista Mel Collins (Dire Straits, Rolling Stones, Tom Waits, Eric Clapton) e altri.

Lo avete notato anche voi? Già, il nome di Eric Clapton aleggia in questo disco, ma soprattutto perché Pino Daniele ha scelto di tradurre in italiano (osando, ma a ragione) la storica “Wonderful tonight”, a sottolineare una stima per il collega già sfociata in un concerto a due chitarre la scorsa estate.


A conti fatti, tutti i testi sono opera di Daniele, che non si limita a parlare d’amore – che pur resta il tema ricorrente – ma pone l’accento anche su temi più esistenziali. E così spiccano nel mucchio la title-track (sicuramente il brano più completo), la delicata “Due scarpe” e la concisa, ma convincente, “Coffee time”. E per non farsi mancare niente, una composizione è solo strumentale (“The lady of my heart “) e un’altra, “Searching for the water life”, è stata realizzata in inglese – con una pronuncia che ci saremmo risparmiati volentieri - a sostegno della campagna Save the Children Every One, per arginare la mortalità infantile.


Comunque, testi o non testi, è chiaramente la musica a dominare in questo disco, con le chitarre in primo piano e una discreta generosità di assoli.

E a proposito di generosità, sarà per la grande possibilità di scelta (e fantasia) che offre l’autoproduzione, ma un booklet così abbondante non è consueto nella discografia italiana, ci sono testi, spartiti, foto recenti e storiche, una biografia completa e addirittura una mail inviata a Pino Daniele da Enzo Avitabile, copiata e incollata, per un omaggio alla Parlesia (versione riveduta e corretta del dialetto napoletano, qui citata nel brano dialettale “’O fra”). Il tutto con apposita traduzione in inglese, segno di una chiara apertura verso il mercato estero, perché la grande madre - che è puro istinto - è ovunque.