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La regola dei brani inediti a Sanremo ha ancora senso?

La regola dei brani inediti a Sanremo ha ancora senso?
E se in futuro crollasse il tabu permettendo a tutti i big di spoilerare le canzoni?
La regola dei brani inediti a Sanremo ha ancora senso?

Di Mattia Marzi

L’ultimo a vivere quella che è la più grande paura di un concorrente in gara al Festival di Sanremo nei giorni precedenti l’inizio della kermesse, ovvero il rischio che il tuo brano inedito possa essere pubblicato da qualche parte e che scatti di conseguenza l’esclusione, è stato Gianluca Grignani. Lo scorso sabato un frammento della sua “Quando ti manca il fiato” è stato fatto ascoltare durante una diretta su Facebook dal critico letterario Gian Paolo Serino, amico del cantautore, che avrebbe contribuito alla stesura del testo pur non figurando nei crediti presentati alla direzione artistica della manifestazione.

Nella clip, gli utenti hanno potuto ascoltare dieci secondi in tutto della demo di “Quando ti manca il fiato”: “Mio padre era uno dei tanti / ma era il mio eroe quando mi sorrideva / questo lo ricordo bene”, canta Grignani nel video (nella versione definitiva c’è un verso in più, nel testo: “Mio padre era uno dei tanti / ma era il mio eroe quando mi sorrideva / vivevano ancora insieme / questo lo ricordo bene”). Amadeus e la Rai hanno di comune accordo .deciso di non escludere Gianluca Grignani dal Festival di Sanremo. Il motivo? Lo stesso per il quale qualche settimana fa era stata confermata la partecipazione in gara di Giorgia, vittima - suo malgrado - di uno spoiler della versione integrale del testo della sua “Parole dette male”: l’artista non è responsabile dell’incidente.

La regola dei brani inediti a Sanremo ha ancora senso? Sembra di no. A proposito: nelle trentaquattro pagine del regolamento del Festival l’espressione “inedite”, in riferimento alle canzoni, non compare mai. Compare invece l’espressione “canzone nuova”, dove per “canzone nuova” si intende una canzone che - il testo del regolamento dice così - “nell’insieme della composizione o nella sola parte musicale o nel solo testo letterario sia stata solo occasionalmente interpretata e/o eseguita dal vivo (ovvero diffusa in versione registrata) in un contesto privato e/o familiare o comunque al di fuori dell’esercizio della professione artistica seppure sia avvenuta una ripresa e/o registrazione e/o riproduzione da chicchessia, anche se l’Artista ne abbia avuto contezza”.

.Non è più “nuova” ogni canzone che “abbia generato in ogni tempo introiti derivanti da eventuale sfruttamento, diffusione e distribuzione totale o parziale di natura commerciale, riscontrabili e verificabili presso gli enti preposti alla riscossione di diritti d’autore e/o editoriali, fatti salvi eventuali introiti derivanti dalla mera stampa per finalità interne al di fuori di ogni fattispecie di distribuzione” o che “abbia già avuto in ogni tempo un impiego totale o parziale in una qualsiasi attività o iniziativa, direttamente o indirettamente, commerciale anche senza generazione di introiti”.



Nelle ultime dieci edizioni del Festival di Sanremo c’è stata, in questo senso, una sola esclusione. Quella di Riccardo Sinigallia, nel 2014: si scoprì che la sua “Prima di andare via” era stata già eseguita dal vivo dal cantautore romano prima della partecipazione al Festival. Ad inchiodare Sinigallia un video pubblicato sul sito della testata La Provincia di Cremona in cui il cantautore suonava la canzone durante un concerto nel capoluogo lombardo nel giugno del 2013: “Purtroppo è stato escluso dalla gara perché la canzone era già stata eseguita in pubblico, anche se sono sicuro che ci sia stata totale buonafede da parte sua”, commentò Fabio Fazio, conduttore e direttore artistico di quell’edizione della kermesse. A Sinigallia e alla sua casa discografica, la Sugar, furono concesse - come da regolamento - ventiquattro ore di tempo per presentare opposizione, ma il cantautore fece mea culpa: Fazio e la Rai gli permisero di continuare ad esibirsi nel corso delle serate.



Nel 2018 a scuotere il Festival di Sanremo ci pensò il terremoto legato a “Non mi avete fatto niente” di Ermal Meta e Fabrizio Moro: dopo la prima serata del Festival si scoprì che il brano era in parte già edito Ma con un altro titolo: “Silenzio”.

La canzone originale era stata presentata da Ambra Calvani e Gabriele De Pascali alle selezioni di Sanremo Giovani 2016. Tra gli autori c’era Andrea Febo, il cui nome compariva anche tra quelli della stessa “Non mi avete fatto niente”. Il ritornello del brano di Meta e Moro era praticamente lo stesso di quello di “Silenzio”: “Non mi avete tolto niente, non avete avuto niente, questa è la mia vita che va avanti oltre tutto e oltre la gente. Non mi avete fatto niente”. Era stato lo stesso Fabrizio Moro, ancor prima che scoppiasse la polemica, a spiegare che “il pezzo in parte già esisteva, era un pezzo chiuso in un cassetto, su cui stavo lavorando con un mio amico cantautore, Andrea Febo”. La Rai decise di tenere in gara il duo. L’allora vicedirettore di Rai1 - con delega al Festival - Claudio Fasulo sostenne: “.Non si tratta di un plagio, l’autore è lo stesso e il regolamento prevede la possibilità di campionare o usare stralci di altri autori, per un totale non superiore al 30%. Quindi la canzone ha i requisiti di un brano nuovo a tutti gli effetti”. Con “Non mi avete fatto niente” Ermal Meta e Fabrizio Moro vinsero poi quell’edizione del Festival.

Nel 2021 Fedez fu “graziato”, dopo aver pubblicato su Instagram a poche settimane dalla partenza del Festival uno spezzone di “Chiamami per nome”, la canzone che avrebbe dovuto cantare per la prima volta all’Ariston con Francesca Michielin: la clip del rapper durava meno di dieci secondi: “La durata nell’interpretazione nel video - postato e successivamente cancellato - risulta essere estremamente ridotta e tale da non svelare di per sé il brano, che non può considerarsi diffuso e che mantiene quindi la caratteristica di novità richiesta dal regolamento della manifestazione”, la motivazione di Amadeus e Rai. E se l’anno scorso le polemiche legate alla pubblicazione su Facebook da parte di Gianni Morandi di svariati secondi della sua “Apri tutte le porte” si chiusero con una grottesca giustificazione da parte di Amadeus e Rai, che attribuirono la colpa dell’incidente al tutore che portava alla mano, le riflessioni del cantante dopo quella vicenda rimangono interessanti: “L’idea di consentire a tutti i cantanti, in futuro, di condividere delle anteprime delle canzoni, facendo cadere questo tabu, non è male”.