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I 15 migliori easter egg nascosti negli album musicali

I 15 migliori easter egg nascosti negli album musicali


Tracce fantasma non segnalate nella tracklist di un album o messaggi sulle copertine del disco. O quelle tracce da suonare al contrario dietro le quali qualcuno vedeva sempre fantomatici messaggi satanici…

Gli easter egg nel mondo della musica possono essere nel suono, cioè tracce fantasma che appaiono anche molti minuti dopo che il disco è finito, o nelle copertine, con messaggi nascosti qua e là in quelle cover che erano delle vere e proprie opere d’arte. Con la musica che ormai vive in formato digitale, senza le grandi e curatissime copertine dei dischi, e con le canzoni organizzate in algide playlist, oggi questa pratica si sta perdendo ed è praticamente impossibile sorprendere l’ascoltatore. Nella storia degli easter egg musicali un capitolo speciale ce l’hanno poi le tracce da suonare al contrario: un divertimento per molte band degli anni Sessanta, dietro le quali qualcuno vedeva sempre dei fantomatici messaggi satanici…

The Velvet Underground, White Light/White Heat

Easter egg i 15 migliori nascosti negli album musicali
White Light/White Heat è il secondo album dei Velvet Underground, la band di Lou Reed e John Cale. Il loro primo album aveva la famosa copertina con la banana disegnata da Andy Warhol che, nelle prime edizioni, si poteva sbucciare. Ma era un gioco evidente: la scritta “peel slowly and see” era proprio un invito a farlo. La copertina di White Light/White Heat, ancora ideata da Andy Warhol ma realizzata dal fotografo Billy Name, invece, è di quelle che nascondono dei segreti. A prima vista sembra tutta nera, a eccezione del titolo e del nome della band. Ma, a uno sguardo più attento, rivela molto di più. Se la si guarda con cura, magari con l'aiuto di una luce nera, nell’angolo in basso a sinistra, si può vedere un teschio trapassato da un coltello. In realtà è un tatuaggio sul braccio del collaboratore di Andy Warhol Joe Spencer, che aveva recitato la parte del protagonista nel film Bike Boy. Nelle seguenti edizioni, più economiche, la copertina fu stampata semplicemente in nero.

The Beatles, Strawberry Fields, Abbey Road, Revolution 9

Nella storia degli easter eggs e delle tracce fantasma, come in quella delle illazioni, i Beatles hanno una parte importante. Non per niente sono la band più grande nella storia del rock, e sono i primi anche in questo. Vi ricordate la famosa teoria della cospirazione "Paul Is Dead", che voleva Paul McCartney morto in un incidente stradale nel 1966 e sostituito da un sosia? Si dice che nasca da questa canzone dolcissima e lisergica. Pare infatti che nel pezzo, alla fine, si senta John Lennon borbottare delle parole che, secondo i complottisti sono “I buried Paul”, cioè "Ho seppellito Paul". I complottisti avranno gioco facile anche guardando la copertina del famoso album Abbey Road, quella in cui i 4 di Liverpool attraversano la strada davanti ai famosi studi. In quella foto, Paul è a piedi nudi, e sulla targa di un’auto appare la scritta “28 IF”, che è stata interpretata come “avrebbe 28 anni se fosse vivo”. A proposito di Abbey Road, l’album del 1969, 14 secondi dopo la fine dell’ultimo pezzo, The End, c’è un pezzo nato da una jam session, intitolato Her Majesty. Nel White Album, la canzone da tenere d’occhio è Revolution 9: ascoltandola al contrario, si dovrebbero sentire delle voci che dicono “Get Me Out! Get Me Out!” ("Tiratemi fuori! Tiratemi fuori!") che fanno pensare a un'auto in fiamme, e altre voci che dicono “Paul is dead, Paul is dead”, mentre una voce grida “I'm died!” ("Io sono morto!"), Il riferimento, ovviamente, è sempre alla famosa morte di Paul McCartney…

E ci sono sempre i Beatles all’inizio di questa storia. Era il 1967 quando i Beatles pubblicarono il loro storico album Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, il disco con la copertina più famosa di tutti i tempi. Al centro ci sono i Fab Four con le uniformi che li fanno sembrare i membri di una banda musicale. E, tra le decine di personaggi che li circondano, ce n’è uno che ammicca alla presunta rivalità di quei tempi con i Rolling Stones, una bambola di Shirley Temple che indossa una maglietta "Welcome The Rolling Stones". Qualche mese dopo i Rolling Stones pubblicarono il loro album, altrettanto storico, Their Satanic Majesties Request. E, guarda caso, in quella copertina colorata c’era un piccolo omaggio ai Beatles. La copertina, nella prima edizione, è fatta da un’immagine tridimensionale. Ma, guardando attentamente la foto, si possono scorgere tra i fiori i visi dei quattro Beatles. In realtà non si tratta di rivalità, ma proprio del contrario: le band si conoscevano, si stimavano, e in quelle copertine va visto un omaggio reciproco per far capire che le band non erano rivali.


Cosa ci può essere di più rilassato, malinconico, e innocente di Hotel California degli Eagles, un classico esempio di rock da FM o Adult Oriented Rock? Eppure anche il brano simbolo degli Eagles è stata al centro di molte polemiche. Ancora una volta si parla di improbabile testi a sfondo satanico. Si era diffusa l’idea che le parole "C'erano voci in fondo al corridoio, pensavo di averle sentite dire, benvenuti all'hotel California", suonate al contrario possano far sentire le parole come "Sì Satana, ha organizzato, oh, lui organizzò la propria religione”. La teoria pare nascesse dal fatto che qualcuno in quell’Hotel California vedesse un albergo di San Francisco che era stato convertito in una sede della Chieda di Satana. Satanisti gli Eagles? Suvvia..

Pink Floyd, Empty Spaces

I Pink Floyd, band geniale, hanno sempre giocato; con la loro musica, con gli effetti sonori, con le loro copertine, con gli aspetti visuali dei loro concerti. In questo caso, parliamo di una canzone, Empty Spaces, tratta dal loro storico album del 1979 The Wall. Cupa e angosciante, ha dentro di sé anche un messaggio segreto. È una canzone che cambia più volte: la prima dopo 48 secondi, quando cambia tono e intensità. Ma dopo altri 28 secondi si sente la voce di Roger Waters pronunciare delle parole incomprensibili. Il mistero viene risolto con la classica pratica di fare girare il disco al contrario. Così si può ascoltare la voce di Waters dire "Ciao, osservatore... Congratulazioni. Hai appena scoperto il messaggio segreto. Per piacere, invia la tua risposta al Vecchio Pink, presso la Funny Farm, Chalfont...” E, poco dopo, si sentono ancora le parole “Roger! Carolyne al telefono!” Empty Spaces è l’introduzione all’epica Young Lust, tanto che spesso le due canzoni vengono suonate insieme.

The Clash, Train In Vain


Train In Vain è una famosa canzone dei Clash, ed è il terzo singolo tratto dal grande album London Calling. Ma, nelle prime edizioni del disco, la canzone non appare sulla tracklist ufficiale. Come mai? Train In Vain era nato come un singolo promozionale da diffondere prima dell'uscita dell'album. Poi è stato deciso di inserirlo nell’album. Ma ormai la copertina – con la tracklist precedente - era già stata stampata. A proposito di fatti curiosi, Train In Vain dove inizialmente chiamarsi Stand By Me, ma il titolo cambiò per non essere confusa con la canzone di Ben E. King. Negli Stati Uniti fu pubblicata con il titolo Train In Vain (Stand By Me).

Nirvana, Nameless, Endless

Nella nostra galleria ci sono anche i Nirvana, un altro gruppo fuori dagli schemi, che non finiva mai di sorprendere, nel bene e nel male. Una delle sorprese, su disco, arriva dal loro storico, secondo album Nevermind, quello della loro consacrazione. Something In The Way è la canzone che chiude il disco, e sembra davvero così. Passano infatti 10 lunghissimi minuti di silenzio prima che parta un’altra canzone. Si chiama Nameless, Endless, e ovviamente, essendo una ghost track, non è accreditata nell'album. Ma non è nemmeno presente in ogni copia: sono sei minuti di feedback, distorsioni di basso e chitarra e rullate di batteria su cui Kurt Cobain che urla delle parole che dice di non ricordare bene. Tutto è registrato su un microfono vintage Shure SM57 nato per gli show radiofonici parlati e non per la musica. Così entrano tutte le onde distorte della chitarra e del basso creando un vero caos sonoro. Questa esplosione di rabbia arriva mentre la band sta registrando Lithium, ma non riesce a chiudere il take. Così Kurt si arrabbia e dice a Krist Novoselic e Dave Grohl di suonare la jam session con cui chiudono i concerti e ci mette dentro tutta la sua frustrazione. Nasce così un brano noise che ricorda certe sperimentazioni dei Sonic Youth. Quella traccia fantasma per Cobain era anche un omaggio ai Beatles, i veri creatori della ghost track.

Radiohead, Kid A

Le sorprese nell’uovo di Pasqua a volte sono nei suoni, a volte nelle copertine. È il caso dei Radiohead e del loro album del 2000 Kid A, sorprendente già a partire dai suoni. Ci sono una serie di “indizi segreti” che non sono nascosti nella loro musica, ma all'interno della confezione. C’è infatti un secondo libretto nascosto dietro il vassoio dell'album, con testi bizzarri e poesie irregolari. Sembravano degli indizi casuali all'epoca di Kid A, ma sarebbero stati rivelati nei loro due album successivi, Amnesiac, del 2001, e Hail to the Thief del 2003.

Elio e le Storie Tese, Eat The Phikis

C’è anche un po’ di Italia in questa galleria. E tra le band in grado di regalarci delle sorprese chi meglio di Elio e le Storie Tese? L'album è quello che contiene una delle loro canzoni più note, la sanremese La terra dei cachi. Si tratta di ascoltare il loro cd fino alla fine. E, dopo l'ultima traccia, dopo tre minuti di silenzio, si possono trovare molte sorprese. Prima c’è un'altra versione di T.V.U.M.D.B. Poi ci sono altre ghost track, che sembrano una jam session: in realtà sono delle tracce registrate al contrario e poi velocizzate, e che devono essere decriptate digitalmente: sono delle versioni de La terra dei cachi, Tapparella e Bis, che sarebbe entrata nel disco successivo, Craccracriccrecr.

Neffa, L'anima

Altra Easter Egg italiana: nel disco di Neffa, Mondo Calmo, dopo l'ultima traccia c’è una traccia fantasma, che come tale non è segnalata tra i titoli dell’album. È una canzone, che è conosciuta come L’anima, che è diventata una hit perché Neffa tornava a fare a rap dopo tanti anni. L' anima è un pezzo breve, ma è stato considerato uno dei migliori brani di hip-hop italiano degli ultimi anni.

Prince, Baby I’m A Star

C’è anche il Genio per eccellenza, cioè Prince, con uno dei suoi album più famosi, quello che lo ha rivelato al mondo, Purple Rain, nella nostra galleria delle sorprese. La canzone è Baby I'm A Star. All’inizio e alla fine della canzone si sentono degli strani rumori di fondo: ascoltandoli al contrario si riesce a sentire un dialogo tra Wendy e Lisa, musiciste dei The Revolution, la band di Prince, tratto proprio dal film Purple Rain, di cui i Revolution, insieme a Prince, sono i protagonisti...

Prince, Alphabet Street

C’è ancora Prince, e non poteva essere altrimenti, a regalarci sorprese, e non solo musicali. Stavolta parliamo di un videoclip, quello di Alphabet Street, il primo singolo tratto dall’album Lovesexy, del 1987. In quel video Prince ha un bastone trasparente. Guardandolo molto attentamente si riesce a notare che sul bastone c'è scritta una frase molto significativa e ironica, perfettamente nello stile del personaggio: "Don't buy The Black Album". Parliamo del fantomatico Black Album, disco che Prince aveva realizzato e poi deciso di non pubblicare, e che a quei tempi era arrivato in commercio solo come bootleg non autorizzato.

Fugees, Killing Me Softly

È ancora un video quello al centro della prossima storia che vi raccontiamo. È quello di Killing Me Softly, una delle canzoni più famose dei Fugees. È un video che abbiamo visto di continuo, era in heavy rotation su MTV a metà degli anni Novanta, e vede i tre componenti del gruppo seduti al cinema. Il video che era stato girato per la canzone, però, non doveva essere quello: ne era stato girato un altro, poi bocciato, che è composto dalle immagini del film che i Fugees stanno guardando sullo schermo del cinema.

U2,The Wanderer

Una band come gli U2 era in piena fase creativa negli anni Novanta, e le sorprese, a partire dallo stile musicale, per arrivare al look, ai video e ai tour erano all’ordine del giorno. Non è forse la sorpresa più eclatante che ci hanno regalato in quegli anni, ma anche loro hanno partecipato alla tendenza di inserire ghost track alla fine degli album. Già The Wanderer, la canzone che chiude Zooropa, era una sorpresa non da poco: su una base elettronica, a cantare non c’è Bono, ma la leggenda della musica country americana Johnny Cash. Alla fine di The Wanderer ci sono 25 secondi di silenzio e poi parte una traccia nascosta. Non è una nuova canzone, ma un suono assordante, simile alla sirena di un allarme.

Guns’n’Roses, The Spaghetti Incident

E in quei primi anni Novanta c’era un’altra band che la faceva da padrona, erano i Guns’n’Roses di Axl Rose e Slash. In quello che è stato il loro ultimo album per anni, The Spaghetti Incident, c’è una ghost track piuttosto sinistra. Alla fine della tracklist ufficiale, pochi secondi dopo I Don't Care About You, c’è una traccia non accreditata, che è una canzone scritta da Charles Manson, il noto serial killer americano. Si chiama Look At Your Game, Girl. Come potete immaginare la cosa, all’epoca, non mancò di suscitare polemiche…