MUSICA




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Arisa si è trasformata in Rosalía, stavolta?

Arisa si è trasformata in Rosalía, stavolta?
Avete già ascoltato "Tu mi perdición", il nuovo singolo della cantante?

Di Mattia Marzi
No, non c'è lo zampino di Cristiano Malgioglio dietro questa operazione, come il titolo della canzone potrebbe far erroneamente pensare: l'iconico paroliere e la cantante lucana hanno già dato abbastanza insieme in "Amarsi in due", riscrittura in italiano di quel capolavoro che era "Amar pelos dois" di Salvador Sobral, rivelazione portoghese di qualche Eurovision fa.

Eppure "Tu mi perdición", il nuovo singolo di Arisa, il primo cantato completamente in lingua spagnola, sembra essere in qualche modo in debito nei confronti del veterano autore che forse più di tutti, negli anni, ha coltivato un legame con il mondo latino. Ma senza la dose di trash di "Pelame" e dintorni. Perché alla fine a salvare .Arisa da ogni situazione potenzialmente imbarazzante di fronte alla quale Rosalba Pippa - è il suo vero nome - decide intenzionalmente di ritrovarsi è la sua voce, che fa sparire ogni pregiudizio nei suoi confronti.

Questa svolta latina da Rosalía de noantri, con tanto autotune, dell'ex ragazza timida e impacciata di "Sincerità" poi diventata interprete raffinata e di classe de "La notte" e "Controvento", poi a sua volta diventata la popstar provocante e irresistibile di "Psyco", poi ancora ballerina a "Ballando con le stelle", e sono solamente alcune delle innumerevoli trasformazioni con le quali negli ultimi dieci anni Arisa ci ha spiazzato ogni volta, nasce da un motivetto cantato in studio: "Il brano è nato in spagnolo ed è rimasto in spagnolo, è stato una bella sfida completarlo senza cercare di assimilarlo a nient’altro. Senza stravolgerne l’essenza", dice lei.



Niente reggaeton, qui. Le atmosfere sono eleganti, delicate, con una chitarra che crea un'atmosfera avvolgente, con Arisa che sussurra appena: "Porque non vienés a mi casa / A verme y a mirarme / Te estoy esperando / Aquí / Si tú no vienés nos encontraremos / En otro lugar / El fuego del amor no se apaga nunca", "Perché non vieni a casa mia? / Per vedermi e per guardarmi / Sto aspettando / Qui / Se non vieni ci incontreremo / Altrove / Il fuoco dell'amore non si spegne mai". La produzione di Jason Rooney non stravolge l'idea originale di Giuseppe d’Albenzio, Ornella Felicetti (vista qualche anno fa ad "X Factor"), Giuseppe Barbera e Paco Martucci, gli autori del brano, ma aggiunge solo un po' di ritmica elettronica nel ritornello. "Tu mi perdición – racconta Arisa - è un brano estremamente carnale, che nasce da un piccolo motivetto canticchiato in spagnolo che in studio si è trasformata in una vera e propria canzone. Tutti speriamo che il nostro amore torni prima o poi ma non è giusto aspettare per sempre, così la perdizione intesa come il fuoco che ci travolge e che annienta ogni barriera e buon senso si trasforma ben presto nella consapevolezza che dobbiamo proteggerci, custodire il buono che questa esperienza ci ha dato, ma voltare pagina perché l’amore non ha nulla a che vedere con l’indifferenza nè con l’assenza".

"Tu mi perdición" non si sa bene dove collocarla - e come - nella discografia della cantante. E non si sa se questa Arisa calata nei panni di Rosalía, tra flamenco e dintorni, sia un personaggio estemporaneo destinato a durare il tempo di un'estate, o se più semplicemente è un'allucinazione.