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Camaleonti, morte di Tonino Cripezzi: il ricordo di Mario Lavezzi

Camaleonti, morte di Tonino Cripezzi: il ricordo di Mario Lavezzi
‘E’ davvero un grande, grande dispiacere’, dice a Rockol l’amico e collega dell’artista scomparso

Di Davide Poliani

E’ un’amicizia che risale ai tempi della scuola quella che legava Mario Lavezzi, uno dei più grandi autori della musica popolare italiana, a Tonino Cripezzi, voce e co-leader - insieme a Livio Macchia - dei Camaleonti scomparso nelle prime ore di oggi, domenica 3 luglio, a Sambuceto, in provincia di Chieti, dopo essersi esibito con la sua band al Parco Villa de Riseis di Pescara.

“Abbiamo iniziato insieme coi Trappers”, ricorda Lavezzi: “Io avevo 16 anni, e lui 17, uno in più di me. Suonavamo nei locali di musica da ballo per le mattinate danzanti, e i pomeriggi di sabato e domenica. Eravamo noi due con Bruno Longhi, che era già un tifoso allora, infatti sarebbe finito per fare il cronista sportivo. E Mimmo Seccia e Gianfranco Longo, che poi sarebbero finiti nel gruppo di Celentano, i Ragazzi della via Gluck. Eravamo un gruppo di studenti, ma di quelli bravi. Frequentavamo il Santa Tecla e fu Riki Maiocchi a chiamarlo nei primi Camaleonti: io andai avanti ancora circa un paio d’anni coi Trappers, poi, quando Riki decise di lasciare il gruppo, anch’io mi unii a loro, per altri due anni”.

Non c’è, per Lavezzi, un ricordo particolare che possa rendere l’idea della sua amicizia con Cripezzi, ma una vera galassia di memorie dipanatasi per una vita intera, nonostante le carriere separate. “Ognuno di noi ha preso la propria strada, ma ci siamo sempre sentiti”, conferma Lavezzi: “Quando due anni fa mi sono esibito al Teatro Dal Verme di Milano [per una delle cinque tappe del tour celebrativo ‘...e la vità bussò’] ho voluto che lui e Livio [Macchia] fossero tra gli ospiti insieme a Marcella Bella, Morgan e Ornella Vanoni”.

Poche ore fa, a Lavezzi è arrivata la telefonata che nessuno vorrebbe mai ricevere. “Livio mi ha chiamato: ieri sera il concerto è andato bene, erano tutti contenti. Poi sono tornati in albergo. Questa mattina nessuno riusciva a mettersi in contatto con lui, né telefonicamente, né bussando alla sua porta. Lo staff dell’albergo ha aperto la camera e l’hanno trovato, senza che purtroppo ci fosse più niente da fare. Tonino è morto come tutti vorremmo morire: nel sonno, in pace, dopo una bella serata di musica, ma questa perdita, per me, è un dolore grande. Davvero grande…”.