MUSICA




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Cesare Cremonini apre il tour prendendosi San Siro

Cesare Cremonini apre il tour prendendosi San Siro: "Sono nato per suonare negli stadi"
Dopo la data zero di Lignano è partita ufficialmente la tournée del performer emiliano che si concluderà con il grande raduno all'autodromo di Imola

E' un San Siro sold out quello che ha tenuto a battesimo (salvo la data zero di Lignano) il tour negli stadi di Cesare Cremonini. Un tour che ha dovuto attendere due anni per concretizzarsi, due anni durante i quali per il performer (così ama definirsi) emiliano sono cambiate molte cose. Produzione monstre, hit come se piovessero ma anche l'ambizione di un preciso progetto artistico che fa di questo concerto molto di più di un semplice raduno da karaoke di lusso. E Cremonini dice: "Sono nato per suonare negli stadi".

"Il pubblico sa che a ogni concerto mi metto in gioco. La mia idea, avendone l'occasione, è quella di portare negli stadi italiani un progetto artistico. Questo è un grande stimolo che cambia il gioco degli stadi - aveva detto al mattino Cremonini presentando lo show -. C'è sempre in ogni rischio un po’ di paura. Si può sbagliare, si può fallire, ma questo è il modo di stare nel mondo della musica". Beh, si può tranquillamente dire che il pericolo del fallimento è stato scongiurato dopo due minuti due di spettacolo, il tempo di far eseguire a Davide Rossi la suo intro di violino in solitaria in mezzo al palco e lasciare spazio al boato che ha accompagnato l'ingresso di Cremonini.

Uno show iniziato mettendo in chiaro subito il percorso di contrasti che l'avrebbe caratterizzato: all'intro quasi intimo è seguita l'esplosione de "La ragazza del futuro", con Cremonini in giacca dorata a volteggiare sul pubblico su una pedana rotante. E poi "Padre madre", con il primo coro all'unisono dello stadio, e "Il comico" a dare un ulteriore spinta energetica. Un entusiasmo capace di andare oltre anche a un'acustica in alcuni punti dello stadio a dir poco criminale, con il impastato e batteria e voce a coprire quasi tutto il resto. Elemento fondamentale dell'enorme scenografia un portale centrale che a seconda dei momenti diventa sfondo per maxi visual, snodo narrativo tra un blocco e l'altro, porta di ingresso.

Contrasti si diceva. Tra passato e presente, tra impatti sonori devastanti e momenti dove tutto si svuota per mettere al centro la voce di Cremonini e il suo pianoforte, tra gioia irrefrenabile e commozione ("Moonwalk"). Certo la reazione del pubblico al blocco con alcuni dei pezzi nuovi, "Chimica" e "Colibrì", per quanto apprezzati non può regalare la stessa scarica di adrenalina di "Qualcosa di grande". Ma questo lo sa lo stesso Cremonini, venuto a patti con un altro pezzetto del suo passato remoto che era stato escluso dalla scaletta per quasi vent'anni. Un passato remoto che si concretizza anche nella presenza di Nicola "Ballo" Balestri, che durante una versione acustica imbraccia un banjo al posto del solito basso mentre in altri momenti dello show si dà al pubblico in tutta la sua fisicità a petto nudo (cosa sottolineata da Cremonini).

Un capitolo a parte è rappresentato da "Stella di mare". Cremonini materializza una sorta di passaggio di consegne tra sé e Lucio Dalla creando un duetto virtuale realizzato grazie alla voce di Dalla estrapolata direttamente dal master originale del disco. E' se il duetto in sé è emozionante e riuscito, riempie il cuore sentire l'entusiasmo di un pubblico fondamentalmente giovane all'apparizione di Dalla sul maxi-schermo.

Con il canzoniere messo insieme in vent'anni e più di carriera Cremonini potrebbe fare concerti sul velluto in qualsiasi contesto, ma è evidente come in un catino ribollente con decine di migliaia di persone, lui che ha tatuato Freddie Mercury sul braccio sinistro, vada a nozze quasi surfando sull'onda di calore che prorompe dal pubblico. E così con "50 special" la resistenza statica dello stadio viene messa a dura prova dal saltare di 60mila persone, mentre con "Poetica" e "Nessuno vuole essere Robin" hanno dimostrato come ballate persino sofisticate nelle mani di Cremonini possano diventare inni popolari.

Si replica il 15 giugno allo stadio Olimpico di Torino, il 18 all'Euganeo di Padova, il 22 al Franchi di Firenze, il 25 all'Arena della Vittoria di Bari e il 28 all'Olimpico di Roma. Gran finale il 2 luglio all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.