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Grazie a "Stranger Things", la Gen Z sta scoprendo Kate Bush

Grazie a "Stranger Things", la Gen Z sta scoprendo Kate Bush
Tutti pazzi per Kate Bush, grazie a Netflix: perché è stata così importante per la musica pop.

Di Mattia Marzi

E all'improvviso la Gen Z scopre Kate Bush Merito degli episodi di "Stranger Things" 4, appena pubblicati su Netflix.

Niente spoiler per chi non avesse ancora visto i primi sette dei nove episodi conclusivi della serie ideata dai fratelli Matt e Ross Duffer, diventata in questi anni un vero e proprio fenomeno pop: basti sapere che la 63enne cantautrice britannica è tra i protagonisti della colonna sonora di quest'ultima stagione di "Stranger Things" con la sua "Running up that hill". La canzone, uscita nel 1985, trentasette anni fa, ha conquistato i fan della serie, tanto da totalizzare numeri a sei cifre sulle piattaforme di streaming negli Stati Uniti e nel Regno Unito, nelle ore successive alla pubblicazione degli episodi della quarta stagione di "Stranger Things". Negli Usa il brano di Kate Bush ha debuttato alla posizione #118 dei più streammati su Spotify nelle ultime ventiquattro ore con 290,6 mila ascolti, davanti a pezzi di Farruko, Doja Cat, XXXTentacion, Ed Sheeran e Bad Bunny, tra gli altri. Nel Regno Unito la canzone è entrata invece addirittura nella top 30, alla posizione #29, con 161,1 mila ascolti. .


Un successo inaspettato, per Kate Bush. Pop star atipica, dopo il successo delle hit che tra la fine degli Anni '70 e la metà degli Anni '80 la catapultatorono a più riprese in testa alle classifiche internazionali, da "Wuthering heights" alla stessa "Running up that hill", passando per "Babooshka", Kate Bush centellinò le sue uscite discografiche, facendo seguire alla pubblicazione dei suoi dischi lunghi silenzi. Già nel 1979 la cantautrice, introdotta nell'ambiente discografico dall'amico David Gilmour dei Pink Floyd, che intuì il potenziale della Bush - che con una manciata di dischi avrebbe nel suo piccolo rivoluzionato il pop d'alta classifica di quegli anni, sperimentando e sporcandosi le mani, mischiando l'art pop con il rock alternativo e l'elettronica, anche grazie all'aiuto di Andrew Powell degli Alan Parsons Project, che co-produsse i suoi primi lavori - e finanziò le sue prime sessioni in studio di registrazione, annunciò l'addio ai concerti.

La decisione venne presa a sorpresa al termine del tour legato al suo secondo disco, "Lionheart", uscito nel 1978 a distanza di pochi mesi dal debutto con "The kick inside": "Alla fine del tour sentii una necessità di ritirarmi, come persona. Sentii che la mia sessualità, che per certi versi non avevo avuto modo di esplorare per conto mio, veniva esposta al mondo in in un modo che trovavo impersonale. È stato molto divertente, ma fisicamente fu terribile", spiegò la cantautrice. Da allora Kate Bush è apparsa solo occasionalmente dal vivo, come al Prince’s Trust concert del 1982, al Comic Relief del 1986 in qualche occasione nel 1987.

A distanza di trentacinque anni dall'annuncio che spiazzò fan e addetti ai lavori, nel 2014 la voce di "Wuthering heights" è tornata finalmente su un palco, a Londra: quello dell'Eventim Apollo Hammersmith, che ha ospitato la serie di spettacoli della residency "Before The Dawn". Fu un vero e proprio evento: i biglietti per i ventidue show - ai quindici inizialmente in programma ne vennero aggiunti altri sette - andarono sold out nel giro di quindici minuti.


"Running up that hill", tratta dall'album del 1985 "Hounds of love" (che riportò Kate Bush al primo posto nel Regno Unito dopo le vendite così e così del precedente "The dreaming", uscito tre anni prima - il disco, alla fine, oltremanica vendette oltre un milione di copie), remixata nel 2012, è tra le sorprese della colonna sonora di "Stranger Things" 4. Oltre a "Separate ways" dei Journey, già scelta per accompagnare le immagini del trailer della prima parte della stagione conclusiva della serie, ad aprile, negli episodi ci sono svariate hit cult degli anni a cavallo tra la fine dei ‘70 e l’inizio degli ‘80 (questa stagione è ambientata nel 1986): si va da “California dreamin’” dei Beach Boys (dopo la battaglia allo Startcourt Mall che chiudeva la terza stagione, alcuni dei protagonisti hanno lasciato Hawkins – la cittadina fittizia dell’Indiana che fa da sfondo alle vicende raccontate da Matt e Ross Duffer – per trasferirsi proprio in California) a “Tarzan boy” di Baltimora, passando per “Play with me” degli Extreme (protagonisti della scena hard rock statunitense degli Anni ‘80), “Detroit rock city” dei Kiss e addirittura “Rock me Amadeus (The gold mix)” di Falco, uno degli ultimi successi del cantante austriaco – scomparso nel 1998 in un tragico incidente, pochi giorni prima di compiere 41 anni – di “Der Kommissar”, che negli Anni ‘80 scalò le classifiche al di qua e al di là dell’Atlantico, fino ad arrivare a "Psycho killer" dei Talking Heads. Ma nessuno di questi pezzi, per ora, sta riscuotendo sulle piattaforme lo stesso, sorprendente successo di "Running up that hill".