MUSICA




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MUSICA
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Mina nelle parole di Mina

Mina nelle parole di Mina
Oggi festeggiamo il compleanno di Mina Anna Maria Mazzini in arte Mina

Oggi 25 marzo Mina compie gli anni. Non si dice quanti, l’età delle signore non va svelata. Ma Mina non ha età, e non ha età da oltre quarant’anni, cioè da quando si è sottratta ai media per diventare solo una voce che canta nei dischi. Nelle pagine che seguono abbiamo raccolto frasi tratte da interviste realizzate fra il 1961 e il 1979, tratte dal libro “Mina Talk” di Fernando Fratarcangeli (Coniglio Editore). Piccoli momenti di verità, minime confessioni per conoscere un po’ meglio la persona che si nasconde dietro l’icona.

Da 'Tempo' 28 gennaio 1961: “Mina vuole vincere a Sanremo” di Mino Guerrini

“Devi capire che io sono stata trasportata in questo mondo quando ancora mi chiedevo che cosa avrei fatto da grande... Praticamente io sono ferma con la mia vita: mi sono fermata ai diciott’anni e non sono più andata avanti. Debbo ancora continuare, debbo ancora avere diciannove anni, il ventesimo... Quando smetterò di fare questo lavoro da pazzi, allora potrò cominciare e godermi le mie età perdute”.

Da 'Annabella' 12 marzo 1961: “Ma insomma, quanti fidanzati avrei?” di Aldo Congiu

“Io canto perché mi piace cantare. Grazie a Dio non lo faccio per bisogno. Il giorno che non canterò più in pubblico, continuerò a farlo a casa”.

Da 'Luna Park' 26 settembre 1965: “Rinuncia a Las Vegas per amore” di Sirio Alberti

“(Questi cantanti giovanissimi) non capisco cosa vogliono. Appaiono e scompaiono, copiano degli stili, durano una stagione, si bruciano le ali in fretta. Un tempo era diverso: per raggiungere il successo bisognava sudare, faticare, dovevamo trovare una nostra vera personalità altrimenti non si arrivava. Ora, invece, escono fuori dal nulla, si affermano in poche settimane, ma resistono anche poco”.

Da 'Sorrisi e Canzoni TV' 26 dicembre 1965: “Sette anni di Mina: un album eloquente” di Rodolfo D’Intino

“Probabilmente sono una pigra costretta a un ritmo di vita frenetico, una pigra che non riesce a realizzare la sua più autentica natura, la sua vocazione all’indolenza. L’adolescenza, quella mi chiedo se l’ho mai avuta. Voglio dire che gli impegni, la carriera eccetera si sono abbattuti troppo presto su di me. In fondo, non ho mai vissuto da ragazzina, non ho mai fatto quello che fanno le ragazzine: come recarsi a ballare, a fare i bagni, le gite o che so io. Non ho rimpianti, no. Sono paga della mia condizione attuale, di donna matura. Prima non sapevo quello che volevo, e ora lo so. Mi sento serena, come chi ha scoperto che le cose più importanti sono in fondo le cose più semplici”.

Da 'Bolero Film - Teletutto' 11 giugno 1967: “Mina dice tutto di sé” di Velia Veniero, testo raccolto da Giuseppe Gatti

“Rimpiango solo la mia città, Cremona. Non soltanto le sue mura, le sue strade, ma la gente, i visi noti, le mille piccole cose che hanno riempito la mia vita fino a diciotto anni. Anche il mio amore rimpiango. O quello che credevo fosse il mio primo amore. Avevo sedici anni, allora, e mi pare siano passati secoli. Ho nostalgia della mia gente, insomma, delle persone che dicono e pensano le mie stesse cose e allo stesso modo, che io capisco e che mi capiscono. Ho un ricordo meraviglioso del tempo trascorso a Cremona”.

Da 'Sogno', 25 marzo 1972: “Mina: una donna per tutte le stagioni” di Lyla Rocco

“Arriva un tizio che non ho mai visto né conosciuto, che non sa niente di me se non quello che ha già letto, che non sa cosa faccio, come la penso, le cose che mi hanno rattristato né quelle di cui ho gioito. E neppure gli interessa conoscerle psicologicamente, no, vuol solo sapere se mi sono innamorata, se fuggirò al Messico con Depippettis, quanto devo alle tasse, di che colore sono i miei slip!... Insomma, mi pare di aver sacrificato già buona parte della mia vita privata al mio lavoro, al pubblico che vorrei sempre vicino, ma qualche particolare della mia vita privata deve pur restare solo per me, come a una donna qualsiasi”.

Da 'Bolero – Teletutto' 9 aprile 1972: “Dopo tante frottole... parlo io!” di Velia Veniero

“La mia opinione sulle gare canore la conosci: le trovo assurde. E perché le trovo assurde? Semplice, perché un autore difficilmente riesce a trovare un motivo capace di imporsi in tre minuti. L’autore è già condizionato in partenza, mentre cerca questa canzone è convinto che deve scartare a priori tutti quei motivi che, per quanto belli, non sono di facile presa e richiedono di essere ascoltati più volte per essere capiti bene. A Sanremo con la spada di Damocle delle giurie che ti sbattono fuori se non gli vai subito a genio, l’autore manda il cosiddetto motivo orecchiabile, di presa immediata. E spesso, proprio per questo sono canzoni inconsistenti”.

Da 'Playboy' gennaio 1973: “Playboy intervista: Mina” di Claudio Rossoni

“Trovo una cosa demenziale che uno venga lì, senza averti mai visto (e non ti vedrà mai più dopo), ti parli per venti minuti e metta giù tutto un malloppo pazzesco scrivendo che tu sei fatta in un determinato modo. Non lo capisco, non lo capivo nemmeno agli inizi, quando tutto sommato sì, mi divertiva anche leggere sul giornale cose su di me (è durato pochissimo tempo)”.

Da 'Oggi' 2 settembre 1978: “Brutta, grassa, felice” di Gianni Melli

“Avevo deciso di smettere. Ritenevo conclusa la mia stagione di interprete, non pensavo di dover aggiungere altro. Tutto questo però non è sufficiente a spiegare perché sono tornata a esibirmi a Bussoladomani. Me lo chiedo ancora, non lo so: forse una sfida con me stessa, forse ho cercato altre verifiche, ora che il pubblico è più esigente. Ma nemmeno questo basta... Certo è che mi sono ritrovata alla ribalta nello stato d’animo della debuttante, davanti a tanta gente. E ogni volta, quando termino, non ho più forze, mi sembra di uscire dalla gabbia dei leoni e avverto la necessità di mangiare, di bere, di distrarmi con amici semplici, per liberarmi della tensione accumulata. Tutto come vent’anni fa quando, proprio qui, cominciai per scherzo, con ‘Un’anima pura’, un successo di Barreto. Si torna sempre sul luogo del delitto...”

Da 'Sorrisi e Canzoni TV' 2 dicembre 1979: “Mina canta le canzoni di suo figlio” di Ranuccio Bastoni

“Sono diventata una specie di istituzione? Non parlarmene! Mi sembra di essere l’Altare della Patria, oppure un oggetto da museo. Sai, quelle mummie che stanno nella nicchia con una lampadina davanti. No, niente istituzioni. Sono ancora viva, grazie al cielo”