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Alan Sorrenti è stato indie prima di te (e ora lo rivendica)

Alan Sorrenti è stato indie prima di te (e ora lo rivendica)
“Figli delle stelle” e “Tu sei l’unica donna per me” come “Cosa mi manchi a fare” e “Completamente”?

Di Mattia Marzi

Luca Carboni per quel suo modo di raccontare i sentimenti con disagio e timidezza. Gli Stadio per i suoni, diretti e pop, e per le melodie irresistibili. Ma forse in questi anni, quelli trascorsi dall’uscita di “Mainstream” di Calcutta prima e di “Completamente sold out” di Tommaso Paradiso e dei suoi Thegiornalisti poi, diventati da protagonisti della scena cantautorale indipendente dei veri e propri eroi delle masse, con conseguenti accuse da parte dei puristi, non ci siamo mai fermati sufficientemente a riflettere su quanto Alan Sorrenti sia stato in effetti indie prima di chiunque altro.

Se non altro nell’attitudine, nell’approccio e nel coraggio che il cantautore napoletano ebbe quando dopo tre dischi di rock progressivo sfornati uno dietro l’altro tra il 1972 e il 1974 come “Aria”, “Come un vecchio incensiere all’alba di un villaggio deserto” e l’eponimo “Alan Sorrenti”, con “Figli delle stelle” decise di voltare le spalle a un pubblico di veri puristi come quello della scena prog – soprattutto all’epoca, con le ideologie che avevano un peso fondamentale nel dibattito – per conquistare spudoratamente le classifiche.

Le critiche dei puristi
Le critiche non si fecero attendere e furono feroci: “Quando le leggevo pensavo che bisognava essere nelle mie scarpe per capire la trasformazione che stavo subendo – raccontò nel 2017 Alan Sorrenti in questa nostra intervista, parlando della svolta – all’epoca si parlò di un cambio di stile, di tradimento.

Oggi un discorso del genere non avrebbe senso. Avevo cominciato a sentire la necessità di staccarmi dal prog: per la musica italiana era stata una rivoluzione, ma era diventato troppo politicizzato e aveva cominciato a starmi stretto”. Il ghetto del prog nel caso di Sorrenti, quello della scena indipendente nel caso di Calcutta e dei Thegiornalisti, con delle regole ben precise alle quali bisogna sottostare (dai suoni al look, passando per i contenuti delle canzoni): chissà che dietro la scelta dell'oggi 71enne Alan Sorrenti di incidere un nuovo album di inediti – il primo in vent’anni: l’ultimo, “Sott’acqua”, risale al 2003 – con Ceri, produttore trentino noto ai seguaci della nuova scena italiana per aver messo mano ai dischi di Frah Quintale, Coez e Franco126, solo per citarne alcuni, non ci sia proprio una sorta di identificazione da parte della voce di “Figli delle stelle” con la figura di padre putativo dell’indie (ante-litteram).


Corsi e ricorsi storici
“Figli delle stelle” e “Tu sei l’unica donna per me” come “Cosa mi manchi a fare” e “Completamente”? Con le dovute proporzioni, più o meno.

Se nel 2017, nel pieno del successo dei Thegiornalisti, dopo i tormentoni “Riccione” e “Pamplona”, Tommaso Paradiso si sentì in qualche modo costretto a rispondere alle critiche dei puristi dopo la decisione di incidere la canzone di Natale per Radio Deejay (“Questo odio ‘social’ che si crea ogni qual volta esce una nostra canzone… Beh a me fa volare, vuol dire che stiamo facendo un buon lavoro”, ebbe a dire l’ex frontman del trio romano), figuratevi come poteva sentirsi uno che nel ‘77, appena un anno dopo che De Gregori era stato letteralmente processato sul palco del Palalido di Milano da parte di alcuni soggetti legati ai gruppi della sinistra extraparlamentare dopo il grande successo di “Rimmel”, voltava le spalle alla scena prog rock per cantare canzoni destinate a diventare hit da alta classifica con testi del tipo: “Come due stelle noi / riflessi sulle onde scivoliamo / come due stelle noi / avvolti dalle ombre noi ci amiamo”.


Il nuovo album
L’ideale successore di “Sott’acqua” – alle cui lavorazioni avrebbero preso parte anche alcuni esponenti del nuovo cantautorato italiano, quello del giro indie, appunto, come Colombre: a proposito, l’ex Chewingum ha registrato per l’edizione limitata in vinile del suo ultimo album “Corallo” anche una cover di “Tu sei l’unica donna per me”, mentre Colapesce già dieci anni fa reincise “Vorrei incontrarti”, un pezzo del periodo prog – non ha ancora un titolo e neppure una data d’uscita. Il disco, che era atteso già lo scorso ottobre, dovrebbe arrivare nei negozi il prossimo autunno. Intanto Alan Sorrenti, che a settembre è riapparso sulle scene partecipando alle serate revival delle hit degli Anni ‘60, ‘70 e ‘80 all’Arena di Verona, condotte da Amadeus, a maggio si esibirà al MiAmi, il circolo milanese della scena indie. Tutto torna.