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Un progetto “enorme” per i 50 anni di "The dark side of the moon”

Un progetto “enorme” per i 50 anni di "The dark side of the moon”
“Toccherà anche l'Italia. Sarà speciale”, racconta in un’intervista Aubrey "Po" Powell di Hipgnosis

Di Elena Palmieri

Il prossimo anno si celebreranno i cinquant’anni dall’uscita dell’album "The dark side of the moon”, originariamente pubblicato dai Pink Floyd nel marzo del 1973, e pare che il classico della leggendaria band britannica sarà omaggiato con un “progetto enorme” e “speciale”.

A margine di una recente intervista rilasciata a Simona Orlando per “La Repubblica” per presentare il suo nuovo libro di memorie “Through the prism”, Aubrey "Po" Powell - fondatore insieme a Storm Thorgerson dello studio Hipgnosis - ha fatto sapere che in vista del cinquantesimo anniversario dell’uscita di uno degli album più iconici della formazione inglese sta “lavorando con i Floyd a un progetto enorme che toccherà anche l’Italia”. Senza fornire ulteriori dettagli, ha aggiunto:

“Sarà molto speciale, non posso dire di più”.

Nel corso dell’intervista “Po” Powell ha ripercorso la propria carriera e la storia di Hipgnosis, lo studio dietro la realizzazione di alcune delle copertine più rappresentative di album di artisti come, oltre ai Pink Floyd, i Led Zeppelin, i Black Sabbath, i Muse, i Genesis, gli Yes, gli AC/DC, i Queen, gli Audioslave, gli Scorpions, i Def Leppard, i Dream Theater, i Police, i Biffy Clyro e molte altri. Tra aneddoti e ricordi Aubrey "Po" Powell ha raccontato - per esempio - l’incontro con Storm Thorgerson e la futura band di “Wish you were here”, le ispirazioni dietro alcuni dei suoi lavori e le difficoltà tecniche dell’epoca quando "non esisteva Photoshop” e alcune idee “sembravano irrealizzabili”.

“Avevo sentito di questi agitatori capelloni che fumavano spinelli e leggevano Kant e Kerouac. Li andai a trovare in un appartamento e fu subito retata della polizia”, ha narrato "Po" Powell su come la sua strada si è incrociata con quella dei Pink Floyd: “Poi ci rincontrammo a Londra. Vivevo con Syd Barrett, creativo oltremisura, splendido prima dei danni da Lsd. Inventò lui il nome Hipgnosis, lo scrisse sulla porta di casa. Il primo lavoro fu la cover di ‘A Saucerful Of Secrets’: metti insieme ragazzi cresciuti con film di fantascienza, fumetti Marvel, libri di alchimia e astronomia, ecco cosa ottieni”.

Ripensando poi alla realizzazione della copertina di “The dark side of the moon”, “Po” ha detto: "Presentammo idee ambiziose, compreso un Silver Surfer tra le galassie, ma i Floyd chiesero una grafica semplice. Io stavo leggendo un libro di fisica elementare e da lì viene l'idea del prisma. Troppo basica per noi, ma la band non ebbe dubbi. E aveva ragione. Quel simbolo ci ha cambiato la vita, è finito nello spazio e nei cortei contro la guerra”.

Il libro “Through the prism” con foto inedite e aneddoti sullo studio Hipgnosis, tra le altre cose, include anche le copertine per album poi scartate. A tal proposito Aubrey "Po" Powell ha spiegato: “Chiamavamo 'tacchini' i progetti abortiti, tipo l'artwork per Andrés Segovia. Ci licenziarono perché, per farlo, usammo una chitarra da venti sterline: un affronto al maestro delle sei corde. Per ‘Goats head soup’ invece facemmo posare i Rolling Stones a torso nudo e in calzamaglia bianca, stile Nureyev. Con un collage li tramutammo in centauri. Poi saltò l’ingaggio”.