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Procol Harum, addio a Gary Brooker

Procol Harum, addio a Gary Brooker
Il fondatore e leader della storica band britannica è venuto a mancare all’età di 76 anni

Di Davide Poliani
Un male incurabile si è portato via Gary Brooker (nella foto, al centro), pianista, autore e cantante nonché fondatore e voce solista dei Procol Harum, la storica band britannica di "A Whiter Shade of Pale" che ancora oggi aveva nel suo frontman l’unico rappresentante della formazione originale: a dare notizia della scomparsa dell’artista è stato per primo il sito procolharum.com, gestito non direttamente dal gruppo ma usualmente utilizzato come organo ufficiale dal management dell’artista.

Secondo quanto trapelato in un primo momento, a Brooker sarebbe stato fatale un tumore. Che le condizioni di salute dell’artista non fossero ottimali, purtroppo, era cosa nota: alla fine dello scorso novembre fu annunciata la cancellazione della date dei Procol Harum in programma a Brescia e Padova in programma nella seconda metà del prossimo mese di maggio proprio per i problemi di salute dello stesso frontman. Solo nel marzo dello scorso anno il gruppo era stato colpito da un grave lutto con la scomparsa di Alan Cartwright, ex bassista ed elemento storico della band ucciso a 75 anni da un tumore allo stomaco.

Nato a Londra nel 1945, Brooker debuttò nel mondo della musica nel 1962 come leader dei Paramounts, che seppero guadagnarsi una certa popolarità all’interno della scena r’n’b britannica dell’epoca: quattro anni dopo, nel 1966, insieme al paroliere Keith Reid Brooker fondò i Procol Harum, nei quali confluirono il chitarrista Robin Trower (subito sostituito da Robin Trower), l’organista Matthew Fisher, il bassista David Knights e il batterista Bobby Harrison. Proprio con questa line-up - eccezion fatta Harrison, per l’occasione sostituito da Bill Eyden) i Procol Harum registrarono quello che a oggi resta il loro brano più conosciuto, oltre che al loro debutto discografico, “A Whiter Shade of Pale”, pubblicato come singolo per la prima volta nel 1967 e inserito nel loro eponimo primo disco, lanciato sui mercati lo stesso anno.


Salita senza troppa promozione al quinto posto della classifica di vendita statunitense, la canzone divenne negli anni un brano simbolo, “omaggiato” da oltre un migliaio di cover pubblicate e considerato uno degli inni della Summer of Love del 1967. Considerato un caso di scuola su come la musica classica possa rappresentare un’influenza per il rock, con la melodia principale eseguita dall’organo mutuata dall’arrangiamento di August Wilhelmj del secondo movimento della Suite orchestrale n. 3 in re maggiore di Johann Sebastian Bach, il brano fu anche oggetto di un’accesa disputa legale relativa alla paternità, rivendicata in parte anche da Matthew Fisher, che nel 2005 intentò causa a Brooker e al suo editore, ottenendo - nel 2009, dopo due gradi di giudizio - sia una quota pari al 40% sui diritti di composizione che le royalties arretrate.

Dopo diversi cambi di formazione i Procol Harum centrarono il loro ultimo successo commerciale nel 1975 con "Pandora's Box" (da “Procol's Ninth”): lo stesso anno, il gruppo annunciò il proprio scioglimento, per poi riformarsi negli anni nella prima metà degli anni Novanta e pubblicare “The Prodigal Stranger”. Negli anni Duemila la band si dedicò essenzialmente all’attività dal vivo, pur non rinunciando a pubblicare due album di studio, “The Well's on Fire” del 2003 e “Novum” del 2017.

Nominato Cavaliere dell’Impero Britannico nel 2003, Brooker ha affiancato la sua attività con i Procol Harum a quella di collaboratore di altri grandi, lavorando nel corso della sua carriera con Eric Clapton e i Rhythm Kings di Bill Wyman, oltre che con i Beatles Paul McCartney, George Harrison (in studio) e Ringo Starr (dal vivo).