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“Senza fine”, il docu-film su Ornella Vanoni che non trova la retta via

“Senza fine”, il docu-film su Ornella Vanoni che non trova la retta via
La recensione del sesto documentario di Elisa ****** che affida la regia alla totale improvvisazione. Dal 24 febbraio al cinema



Idocumentari sui grandi artisti devono svelare l’altra faccia del personaggio, chi si cela dietro la maschera pirandelliana che ha valicato il confine dell’impossibile e come è riuscita a diventare la star che tutti chiamano a gran voce. Non succede questo in “Senza fine”.

Elisa ******* scrittrice e regista italiana più nota sul lato documentaristico, firma il suo sesto documentario su una delle più grandi voci nel panorama musicale italiano (e non solo) ma senza abbattere il muro della quarta parete. Rimane una messinscena fredda, frivola, con il desiderio solo di mostrare abitudini di Ornella Vanoni che ormai tutti conosciamo: la tv e i giornali marciano sui vizi e dissolutezze delle grandi star, e le ospitate in vari programmi non fanno altro che confermare ciò che alla luce del sole è chiaro a tutti.

Pecca di coinvolgimento emotivo “Senza fine”, non traspare la voglia di scoprire chi c’è dietro i capelli arancioni della cantante italiana che vanta un repertorio musicale da brivido. Tanti rebus che si rifugiano nelle vane parole senza nessun fine. E meno male che “Senza fine” è stato presentato alla 78ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia come Evento Speciale delle Giornate degli Autori.

Leggiamo la trama del documentario, che di omaggio alla grande artista italiana ha solo il titolo che non va oltre le due parole che lo compongono.



“Senza fine”, trama del docu-film
Ornella Vanoni ci racconta qualche episodio della sua vita, come in una sorta di botta e risposta con la sua più cara amica Elisa ******* tra massaggi rilassanti nel Grand Hotel Castrocaro Terme ed esercizi di fisioterapia per la sua schiena ormai malconcia. Innamorata della sua cagnolina Undina, che adora l’acqua come lei e non perde occasione di sguazzarci dentro nella piscina del centro termale, Ornella Vanoni si libera per qualche attimo della sua corazza e rispolvera vecchi ricordi legati alla sua carriera artistica longeva, tra immagini in bianco e nero del suo maestoso guardaroba e singoli cantati con la sua voce soave passati in radio e in tv.

E nel gioco passato vs presente, si scopre che la Vanoni non è cambiata di una virgola: ben voluta e amata dal pubblico e non solo, tanti sono stati i suoi spasimanti che l’hanno fatta conoscere per la donna che è, con un timbro di voce particolare che non poteva rimanere all’oscuro. Dalla sua storia d’amore più importante con il maestro di teatro Giorgio Strehler, ricorda la sua nascente intesa amorosa con Gino Paoli fino alla sua scelta di rimanere da sola per tanti anni, dopo aver avuto l’unico suo figlio Cristiano dall’impresario teatrale Lucio Ardenzi. A malincuore, rivela il suo essere una madre assente per il figlio e di preferire volentieri la strada del lavoro piuttosto che il bene per il suo Cristiano.

Segue il racconto sul suo periodo di depressione, in cui non menziona molto se non che è riuscita a uscirne, e dei suoi sodalizi artistici con qualche vicenda ironica legata dietro con Gino Paoli, Dario Fo, Lucio Dalla ecc.

Ma la troppa stanchezza dovuta ai viaggi continui nella sua vita e all’età non più giovane come una volta comincia a farsi sentire e riprendere il suo sprint diventa molto difficile.


Chi non ricorda una delle canzoni italiane più cantata da tutte le generazioni. Peccato solo che si è dissipato il suo valore.
È un docu-film che non aggiunge nulla a quanto già si conosce “Senza fine”. È evidente la volontà di raccontare “l’ultimo mito della musica italiana”. Ma la “favola del coraggio” di Ornella Vanoni si schianta contro la porta della buona riuscita che non viene mai aperta, e la speranza muore sul nascere. Tanto più che il copione, come in una scena di teatro, non viene seguito alla lettera e la stessa Ornella Vanoni ben volentieri dà buca alla troupe dietro le quinte. E diamo pure la colpa alla stanchezza e al troppo caldo che la sconquassa. Non c’è un filo logico, l’improvvisazione regna sovrana. Ed Elisa ******* per buona parte delle riprese, si affida al backstage di un documentario che indossa la giacca da quasi biopic senza carpire la sensibilità della grande Vanoni.

E il making-of, le furiose sgridate alla cantante che si presenta in ritardo ‒ quando si presenta ‒ e la poca voglia di girare le scene, le chiamate al telefono che continua a squillare senza ricevere una risposta e i ricordi condivisi che hanno influenzato la sua carriera lavorativa, con qualche cicatrice e amaro rimpianto per non aver agito diversamente, diventano gli unici e veri protagonisti della storia.

C’è tanta pochezza del mezzo cinematografico e voglia di proiettare sul grande schermo interi episodi della sua vita che vengono subito troncati in “Senza fine”. E la volubilità di un’artista del suo calibro viene in qualche modo giustificata. Senza tener conto che la messinscena malamente depauperata dalla cinepresa non riesce nemmeno a mettere a fuoco le scene funzionali alla storia. La sensazione che si prova è di vedere frame fotografici più che immagini in movimento, impreziositi dall’uso ponderato dell’improvvisazione a cui tutto il cast dà adito. Compresi i grandi ospiti che partecipano alla sceneggiatura: Vinicio Capossela, Samuele Bersani e il trombettista Paolo Fresu.

Ci si affeziona di più al suo essere spontanea, spudorata e libera da ogni pregiudizio (qualità molto apprezzate rispetto a tutto il resto) più che alla sua esperienza vissuta. E “Senza fine”, che è tutto tranne che un omaggio, regredisce nella ripetitività perché era ‒ ed è ‒ palese il suo schietto temperamento artistico, più volte esibito in tv e nei duetti canori. Un accenno salvifico arriva nel bel primo piano finale con gli occhi della grande cantante sognanti come una volta, che da solo non riesce a sviscerare la vera personalità della Vanoni. Rimane il grande interrogativo su cui aleggia ancora un alone di mistero: chi è davvero Ornella Vanoni? Non ci è dato saperlo.

Voto: 4