MUSICA




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Paolo Conte: “‘Azzurro’ è una canzone importante per me.

Paolo Conte: “‘Azzurro’ è una canzone importante per me. ‘Bartali’ mai cantata in Francia”
In un’intervista, il cantautore ricorda come la musica è entrata nella sua vita, parla delle sue canzoni e conferma di aver deposto il testo di “Azzurro” nella bara di sua madre

Celebrato nel 2020 con "Via con me", il film documentario diretto da Giorgio Verdelli sulla carriera di Paolo Conte, il cantautore astigiano si è recentemente raccontato un'intervista concessa al Corriere della Sera. A colloquio con Aldo Cazzullo, l’artista ha ricordato come la musica è entrata nella sua vita e ha parlato - tra le altre cose - di alcune sue canzoni come “Azzurro” e “Bartali”.

Nel ricordare gli anni giovanili in oratorio e i primi passi nel mondo musicale, oltre a raccontare di essere stato rimandato un anno a scuola con sei materie perché “avevo dimenticato di andare a scuola per rincorrere la musica”, Paolo Conte ha spiegato: “Ho suonato prima il trombone, poi il pianoforte, poi il vibrafono. Ho anche rappresentato l’Italia nel quiz radiofonico internazionale ad Oslo in Norvegia. Sono arrivato terzo”.

A proposito di “Azzurro”, brano scritto con Vito Pallavicini e portato al successo da Adriano Celentano nel 1968, durante l’intervista concessa al Corriere della Sera Conte ha confermato di aver deposto il testo del brano nella bara di sua madre e ha detto:

“Mia madre pianse quando lesse le parole. Diceva che questa canzone era antica e moderna insieme. L’antico era soprattutto nella musica, come una tenerezza d’altri tempi, e proprio in questo sentimento risiedeva anche la sua modernità: era una canzone trasgressiva nell’epoca beat in cui è nata. Capimmo subito che era una canzone vincente. Rimane una canzone importante per me e non l’ho mai dimenticata”.

Sul rapporto con Celentano, Paolo Conte ha poi affermato: “Celentano è nato il 6 gennaio 1938, esattamente un anno dopo di me. Affinità elettive? Chi lo sa?”.

Alla domanda se “è vero che al Théatre de la Ville e all’Olympia non canta la strofa sui ‘francesi che si incazzano’”, il cantautore ha parlato di “Bartali”, brano originariamente contenuto nel suo terzo album, “Un gelato al limon” del 1979, e ha raccontato:

“Non ho mai cantato Bartali in Francia. Mi offrirono il privilegio di invitarmi e fu un successo lusinghiero, in un certo senso mi hanno adottato. Nelle mie canzoni non ho mai voluto far passare delle idee particolari. Quello che mi ha sempre interessato è raccontare l’uomo che nel dopoguerra si è rifatto una vita, ma anche quello dei fallimenti. Ai falliti ho offerto una tazza di caffè fumante”.

Nell’intervista Paolo Conte ha anche ricordato il suo esordio sul palco: “Il mio primo vero concerto forse è stato quello di Verona, organizzato da Enrico De Angelis. Eravamo nell’hangar di una vecchia funivia ristrutturata. Durante le prove avevo posato in terra una bottiglia d’acqua minerale. Entrando poi in scena, nel buio, le ho dato un calcio e si è rovesciata in platea”.