MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
Spostare o annullare il Festival

Spostare o annullare il Festival. Il Prefetto di Imperia, Albano e Mario Luzzatto Fegiz, il decano dei critici (quelli veri) del Festival giustamente critici con Sanremo
Posted by Massimo Emanuelli


A quanto pare fortunatamente non vi sarà alcuna possibilità di presenza di pubblico nè pagante nè su inviti per Sanremo 2021. L’attuale Dpcm è in vigore fino al 5 marzo, quindi per il Prefetto di Imperia il Festival non potrà essere un evento pubblico perchè è vietato. Albano, uno dei decani del Festival, ha dichiarato a Il Messaggero: “Avendo a che fare con questa pandemia diventa un Festival a metà e visto male e allora mi chiedo: non sarebbe meglio aspettare tempi migliori? Nella scorsa edizione di Sanremo il vincitore non ha raccolto i dovuti riconoscimenti. La Rai vuole ripetere questa esperienza? Mi sembra una scelta scellerata“. Per il popolare cantante la soluzione più percorribile potrebbe essere uno spostamento nel mese di maggio, sperando che la situazione sia un po’ più tranquilla

Mario Luzzatto Fegiz il “grande vecchio” della critica musicale italiana, colui che, dopo la morte di Gigi Vesigna, ha seguito quasi tutti i Festival dal vivo, quasi ininterrottamente, dal 1969 allo scorso anno, condivide la tesi da me espressa in radio e con un sedicente editore. Sia chiaro non ho l’autorevolezza di Fegiz e non mi paragono a lui, altrimenti sarei come i matti che si credono Napoleone o come i webeti che si divertono ad andare a Sanremo a proprie spese improvvisandosi giornalisti, critici e credendosi Fegiz senza esserlo (naturalmente se sanno dell’esistenza di Fegiz, si perchè nel mondo dei sedicenti critici musicali ci sono anche persone che non conoscono Fegiz, gli Stadio, e magari Orietta Berti...).

Luzzatto Fegiz in un’intervista concessa a Il Sussidiario.net sottolinea la pericolosità in tempo di covid della manifestazione, partendo dall’ipotesi di ospitare il pubblico su una nave da crociera “per non contaminarsi” (ipotesi fortunatamente tramontata dopo che era stata data per sicura): “500 persone controllate e tamponate che ogni sera sbarcano da una motonave da crociera e prendono posto all’Ariston, ascoltano, applaudono e nella notte tornano a bordo usando apposite scialuppe. Non è uno scherzo, è un progetto con tanto di sponsor, la Costa Crociera, in cui quelli della Rai credono per davvero. Più che il festival di Sanremo sembra uno sbarco a Lampedusa”. “Sanremo poi ha un’altra caratteristica” aggiunge “un gran numero di anziani che svernano nelle case private o nelle RSA. Il terreno ideale per un’epidemia”.

Del resto Gigi Vesigna già tanti anni orsono, sosteneva: ““solo due volte però entrai all’Ariston, dove mi misero in prima fila, ho sempre preferito la sala stampa, in mezzo a 400 colleghi che fanno a gara a chi è più pirla; oppure una saletta dell’Hotel Royal davanti a un televisore, che è il modo migliore per giudicare quello che vedi e che senti, perchè è quello che vede e sente il pubblico di casa”. Il mitico direttore di Tv Sorrisi e Canzoni negli ultimi anni della sua vita assisteva desolato all’affollamento in sala stampa di sedicenti critici persone che, a proprie spese, si recavano a Sanremo, solo per piazzare il logo della propria testata davanti alla telecamere o per fare selfie, da postare sui social, per far vedere che erano inviati a Sanremo, per testate inesistenti o aventi marchi storici, a volte in modo inappropriato, non solo senza avere l’autorevolezza dello stesso Vesigna o di Fegiz, ma senza fare giornalismo e comunque non indovinandone mai una.

Ora ammassare persone su una nave da crociera in tempo di covid… Idea per fortuna abbandonata. E che dire, prosegue Fegiz, del Teatro Ariston? “E’ una struttura dove si sono spesi un sacco di soldi negli ultimi anni, e in cui la zona pubblica si può dire che sia in sicurezza. Non lo è per niente il resto, camerini, backstage dove se scoppia un incendio fanno la fine del topo. Ci sono tre ascensori che portano alla sala stampa che è sempre stata il cuore del festival, su cinque piani dove per ragioni di sicurezza anti Covid in ogni ascensore potranno entrare due persone per volta. Senza dire che in sala stampa i giornalisti sono sempre stati ammassati fianco a fianco come sardine. Poi c’è quello che c’è nei piani sotto: fili elettrici volanti, impianti scoperti, studi televisivi fatti con la carta fine, una roba precaria che non supererebbe un esame rigoroso della sicurezza. Si è sempre chiuso un occhio, dubito che in questo momento si possa fare lo stesso, chiudere un occhio.

Fegiz analizza poi il settore dei lavoratori dello spettacolo (lavoratori non esibizionisti) danneggiati dal covid, anche se non sono gli unici… “I finanziamenti sono stati dati ai teatri ma i soldi non distribuiti alle maestranze che non lavorano.”


Fegiz conclude l’intervista annunciando che quest’anno non sa se andrà a Sanremo: “ho 74 anni e infilarmi in un posto che potrebbe diventare un focolaio di Covid non ne ho proprio bisogno.” Sanremo, almeno per quest’anno, andrebbe annullato o comunque posticipato a dopo il covid, e comunque Fegiz lo saprà commentare molto meglio da casa rispetto agli esibizionisti e presenzialisti, sedicenti critici, che affolleranno la città dei fiori facendo aumentare la pandemia.

Chiaramente improntate alla prudenza e alla salvaguardia della vita delle persone le dichiarazioni del Prefetto, di Albano e di Fegitz, anche se impopolari, sia chiaro solidarietà ai lavoratori dello spettacolo colpiti, come tutti i lavoratori, dalla pandemia e dalla crisi, la pandemia impone rinunce e magari spostare il Festival sine die, ma a quanto pare la Rai intende andare avanti per la sua strada, augurandoci comunque che sia posto un argine alle troppe persone esibizioniste o che giocano a fare gli editori e i critici, che hanno affollato la sala stampa e la città dei fiori, negli ultimi anni.