MUSICA




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Morto a Monza Roberto Brivio, anima dei Gufi: stroncato dal Covid





E'morto a 82 anni Roberto Brivio, cabarettista, chansonnier e attore legatissimo a Milano, "anima" del gruppo musicale dei Gufi. Era ricoverato da qualche giorno per Covid all'ospedale San Gerardo di Monza. In vista di Natale 2020, a dicembre aveva pubblicato una raccolta dei suoi successi, intitolata "Canzoni in remoto".

Nato nel capoluogo lombardo nel 1938, dopo il diploma all'Accademia dei Filodrammatici incontrò Nanni Svampa e Lino Patruno, poi anche Gianni Magni: ecco i Gufi, il gruppo che insieme ad altri creò la tradizione del cabaret musicale in Italia, con palco d'elezione al Derby di via Monte Rosa. Brivio era soprannominato "cantamacabro" perché scriveva testi noir. Sciolti i Gufi nel 1969, Brivio proseguì la carriera solistica entrando in Antenna 3, dove si esibì in varie trasmissioni televisve.

Gestore e proprietario di sale teatrali (Ariberto, Corso, Cristallo, La Scala della Vita) e localli (Refettorio, Cabaret San Maurilio), fu per anni interprete, a Carnevale, della maschera Meneghino, mentre la moglie (e partner artistica) Grazia Maria Raimondi impersonava Cecca. Brivio collaborò anche con "La Notte" e "Il Giorno", ma non si iscrisse all'albo dei giornalisti. Insegnò dizione e arte declamatoria allo Iulm e fu direttore e insegnante della sua scuola di teatro, Accademia d'Arte Drammatica.

Diresse a teatro varie opere tra cui "Ciascuno a suo modo" di Pirandello, "Pericle, principe di Tiro" di Shakespeare, "Il barbiere di Siviglia" di Rossini, "La cantatrice calva" di Ionesco.