MUSICA




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UK, artisti in rivolta contro gli accordi post-Brexit con la UE: scendono in campo i big


La rivolta contro le norme che regoleranno i tour degli artisti britannici nell’Europa post-Brexit - che pareva non avere, in prima istanza, un preciso coordinamento - ha fatto un salto di qualità: la comunità musicale del Regno Unito ha raggruppato un’impressionante quantità di artisti di altissimo profilo per una lettera aperta al primo ministro Boris Johnson pubblicata nelle ultime ore dal Times.

Tra i firmatari dell’appello, oltre a esponenti dell’industria dell’intrattenimento dal vivo come gli organizzatori del festival di Glastonbury Michael ed Emily Eavis, figurano rockstar di fama indiscussa come gli ex Pink Floyd Roger Waters e Nick Mason, Elton John, il già frontman dei Led Zeppelin Robert Plant, Peter Gabriel, l’ex leader dei Police Sting, il cantante degli Who Roger Daltrey, Bob Geldof, il chitarrista dei Queen Brian May e Brian Eno, oltre ad artisti contemporanei di grandissimo successo come Radiohead, Ed Sheeran e Liam Gallagher. Curiosamente, nell’elenco dei firmatari, figurano anche i Sex Pistols, l’ormai disciolta band guidata da John Lydon le cui posizioni sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea non sono mai state del tutto chiarite.

“I musicisti e i loro staff sono stati vergognosamente traditi dal loro governo”, si legge nel documento: “Nell’accordo chiuso con la UE manca l’accordo per la libera circolazione degli artisti: chi vorrà andare in tour in Europa, ora, dovrà far fronte a costosi permessi lavorativi [dell’ammontare, per la precisione, di circa 400 euro] e montagne di burocrazia per la propria attrezzatura”.

“I costi aggiuntivi renderanno impraticabili molti tour, soprattutto per giovani ed emergenti già impegnati a tenere la testa sopra il pelo dall'acqua a causa delle restrizioni sulle attività dal vivo. Questo fallimento della negoziazione farà precipitare molti artisti oltre il limite”, prosegue il documento: “Esortiamo il governo a fare quello che ha detto che avrebbe fatto e negoziare viaggi senza scartoffie in Europa per gli artisti britannici e le loro attrezzature. Per il bene degli appassionati britannici che desiderano vedere artisti europei esibirsi nel Regno Unito - e per quello delle strutture che vorrebbero ospitarli - l'accordo dovrebbe essere reciproco”.


Al momento non pare che esistano possibilità che il negoziato riparta, almeno non a breve termine: nel corso della prossima settimana il segretario alla cultura Oliver Dowden ha convocato un incontro con i rappresentanti del settore dove verranno discusse misure di sostegno da prendere nei confronti della filiera creativa, ma non - a quanto si apprende - degli accordi con l’Unione Europea.