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Massimiliano Pani, il figlio di Mina: «Il suo sogno è cantare un brano scritto da Vasco»

Massimiliano Pani, il figlio di Mina: «Il suo sogno è cantare un brano scritto da Vasco»
Spettacoli > Musica
IL MESSAGGERO Martedì 21 Luglio 2020 di Mattia Marzi

Gli 80 anni festeggiati lo scorso 25 marzo nella sua casa di Lugano, senza incontrare figli e nipoti, pensando con preoccupazione alle notizie che arrivavano dall'Italia. Gli omaggi («Non tutti riuscitissimi» che le sono stati riservati dalla tv in occasione del compleanno. Il sogno di incidere una canzone scritta per lei da Vasco Rossi e il pensiero stupendo di un duetto con Achille Lauro: «Se propone la canzone giusta, mamma lo farebbe volentieri». L'idea, lanciata l'anno scorso (sulle pagine del Messaggero), di un clamoroso coinvolgimento della cantante nel Festival di Sanremo in veste di direttrice artistica, poi tramontata. Massimiliano Pani, 57 anni, non è solo «il figlio di Mina», ma anche il suo produttore, factotum e portavoce ufficiale: con il pianista Danilo Rea, il bassista Massimo Moriconi e il batterista Alfredo Golino, che da oltre trent'anni accompagnano la Tigre di Cremona in studio, è impegnato con una serie di spettacoli pensati per omaggiare la madre tra successi e aneddoti sulla sua carriera (stasera il quartetto, Pani è la voce narrante, sarà sul palco della Casa del Jazz, a Roma, per la serie dei Concerti nel parco).

Perché anche questo omaggio?
«È una mia idea. Dopo più di trent'anni di collaborazione con Mina, ho proposto a Rea, Moriconi e Golino di scegliere alcune canzoni del suo repertorio e di rileggerle in chiave jazz. Ne è venuto fuori un disco, Tre per una, uscito lo scorso autunno, che ora possiamo finalmente presentare dal vivo».
Pare che Mina sia gelosissima dei tre.
«Fu la prima cantante ad accorgersi del loro talento, quando non erano ancora affermati. Dopo l'addio alle scene decise di concentrarsi solo sull'attività discografica e volle costruirsi una piccola squadra di musicisti duttili e versatili. Gli chiese di mettere la tecnica che avevano appreso studiando e suonando per anni musica jazz al servizio di altri generi: dal funk al rock, passando per la musica sudamericana e il pop. Negli anni la collaborazione si è consolidata sempre di più».
Il suo ruolo sul palco quale sarà?
«Racconterò aneddoti sulle canzoni, cercando di ricreare l'atmosfera che si respira ogni volta che Mina entra in studio di registrazione».
Il disco del trio ha dato il via alla serie di tributi per gli ottant'anni, celebrati con diversi speciali tv. Graditi?
«Non ci sono sembrati tutti riuscitissimi. La tv fa il suo lavoro, intrattenere. È la formula alla base di quel genere di programmi, le cover delle solite canzoni, che ha stancato».
A proposito di tv: l'anno scorso lei diede la disponibilità di Mina ad assumere l'incarico di direttrice artistica del Festival di Sanremo. L'amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, si disse aperto a un incontro. Poi?
«Mai arrivate proposte ufficiali. Forse alla Rai mancò il coraggio. L'unica condizione che avevamo posto era quella di avere carta bianca sulle scelte: Mina non avrebbe seguito certe logiche di spettacolo e si sarebbe concentrata sulle canzoni».
Tra gli artisti di oggi chi le piace?
«Caparezza. E ascolta anche la trap: mio figlio Edoardo, che ha 16 anni, le fa conoscere nuovi artisti».
Mina con l'autotune.
«Sarebbe divertente, ma a 80 anni ha ancora una splendida voce e non credo le piacciano certi trucchi».
Achille Lauro ha detto che sogna di duettare con sua mamma.
«Perché non ci manda una canzone? Con il pezzo giusto, se ne potrebbe parlare. Lauro è un ragazzo intelligente e sensibile».
E il sogno di Mina? Tra i grandi cantautori che non hanno ancora scritto per lei c'è Vasco, nei confronti del quale - in tempi non sospetti - ha ammesso di nutrire una grande passione.
«All'inizio degli Anni 80, quando esplose come fenomeno, Rossi mandò un pezzo che mamma provò a cantare ma che non sentì suo. È uno degli autori che stima e apprezza di più e sarebbe felice di incidere a 80 anni una canzone scritta da Vasco appositamente per lei».
Le loro voci si incontreranno a breve in una versione corale di Crêuza de mä di De André, con - tra gli altri - Paoli, Fossati e Nannini.
«È un progetto di Dori Ghezzi. Il singolo, che verrà fatto ascoltare in occasione dell'inaugurazione del nuovo ponte Morandi a Genova, servirà per raccogliere fondi da destinare ai parenti delle vittime del crollo di due anni fa».
Come avete festeggiato il compleanno, in lockdown?
«Virtualmente. Ci siamo collegati con lei via Skype e le abbiamo fatto gli auguri lì. Non c'era gran voglia di festeggiare, con quello che stava succedendo».
Mina, a pensarci bene, è in quarantena da oltre quarant'anni. Le tante iniziative organizzate sui social in questi mesi non le hanno fatto venire voglia di tornare ad annusare aria di pubblico?
«Già fatto vent'anni fa, quando riapparve in pubblico sul portale di una nota compagnia telefonica. Anticipò i tempi. Oggi che tutti scalpitano per apparire, lei non fa nulla perché si parli di sé».
È al lavoro su un nuovo album, dopo Mina-Fossati?
«Provina canzoni tutto l'anno. Se ne parlerà quando i brani che la convincono saranno sufficienti per un disco».