MUSICA




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Massimiliano Pani, musicista dalla nascita - di Marinella Venegoni


Tempi durissimi, e questo spazio che langue da lungo tempo. Chiedo scusa ai frequentatori, e mi sembra giusto distrarvi e curare la nostra claustrofobia collettiva con quest'intervista pubblicata su La Stampa al figlio di Mina, Massimiliano (una persona squisita).

Massimiliano Pani, musicista dalla nascita
"Simile a mia mamma per gusto e carattere"

Massimiliano Pani è una delle persone più educate e defilate che l’ambiente della nostra musica popolare può annoverare. La sua riservatezza viene messa in questi giorni a dura prova dalla vigilia di un clamoroso compleanno. Mamma Mina il 25 marzo compirà 80 anni: perdurando la di lei ostinata assenza da ben 42 anni, è diventato, lui, il destinatario di ogni più stravagante richiesta. Max, primogenito della Celeberrima e dell’attore Corrado Pani scomparso nel 2005, è il vero uomo della vita, nel quotidiano della cantante: lavora con lei come produttore, compositore, arrangiatore, da quand’era ragazzo. Il patto in questa chiacchierata è che si parli di lui, non della Mamma. Sarà durà.
Che succede in questa vigilia di compleanno, caro Massimiliano?
«Gli editori di libri hanno iniziato a bussare 6-7 mesi fa. La mamma non vuole celebrarsi, dice che i compleanni li debbono festeggiare i bambini. Detto di no a tutto, abbiamo solo dato una mano per far uscire bene un progetto avviato dalla Rizzoli. Adesso si scatenano le tv, Amazon, i produttori di fiction. Presto aspetto giornali e tg. Del resto, Mina è la più famosa sconosciuta d’Italia. Giornalisti giovani chiedono se fa interviste, non conoscono la storia».
Perché i figli d’arte si dedicano sempre all’arte?
«Un po’ perché il lavoro che gravita intorno a questo ambiente è divertente: vedi l’impegno, ma anche risate e momenti leggeri. Io avendo un papà attore, avrei potuto imparare a recitare ma la musica mi ha contagiato seriamente: con una mamma più musicista che altro, è diventata la mia vita quotidiana. Ero iscritto a giurisprudenza, ma poi già scrivevo musica».
Alla vita movimentata si aggiunge il compleanno
«A Mina non può fregar di meno. Nessuno si chiederà come mai è testimonial di una telefonica che parla ai ragazzini: forse perché non è collocabile in una generazione, parla a tutti. Tutti danno per scontata la sua grandezza, ma nessuno sa perché: la verità è che lei è una testa, prima che una cantante. Ha capito che la tv stava cambiando e ha fatto altro. A 30 anni ha anticipato di decenni Madonna e Lady Gaga. Ha giocato con l’immaginario, è stata poco afferrabile. Che antenne... è sempre sintonizzata su ciò che sta per succedere, nella musica come nella vita».
Lei che figlio è, e che figlio è stato?
«Ho la fortuna di essere geneticamente molto simile a mia mamma per gusto e carattere. Non ho fatto fatica a imparare da lei, mentre guardavo mio papà come un uomo affascinante ma con una visione coraggiosa ma non era per me. La stessa sffinità elettiva ce l’hanno con lei i miei figli, per i quali è l’affetto più grande. A Alex, il maggiore, faceva ascoltare Chet Baker e gli parlava di letteratura: adesso, a 34 anni, passa una settimana di vacanza l’anno con la nonna; e ha chiamato sua figlia Alma come la moglie di Malher. Già, sono nonno, ho ormai 57 anni, e mia mamma è bisnonna. Il mio figlio minore, Edoardo, a 16 è un tipo cerebrale, ridono insieme. Mina non è mai stata interessata a soldi gioielli o potere, la diverte ciò che può arricchire. Quando ha chiuso la sua vita pubblica, non ha avuto paura che la potessero dimenticare».
Che progetti fa oggi Max Pani?
«Per la musica sono tempi duri e di basso profilo, in tanti non sanno fare il proprio mestiere. E’ ora di cercare chi abbia qualcosa da dire, e so che la musica vincerà. L’esperienza del disco di Mina&Fossati mi ha fatto capire che dobbiamo diventare una bottega di rinascimento musicale. Quelli del digitale ci hanno presi in giro, adesso bisogna marciare avanti. Fossati è un capitale, andrebbe studiato, lui e mia mamma sono ancora i più bravi. Ho pensato che siamo pronti a guardare come facevano, e fare come loro. Noi pensiamo che sia tutto massificato, ma Edoardo col sax segue i corsi a Umbria Jazz, e sono in 300».
Quanta influenza ha su sua madre?
«Il fatto che abbiamo fatto tante cose insieme, la fa riflettere quando io le dico qualcosa. Lei ha una lucidità istintiva, fa il grosso del lavoro artistico, è il capo. Ama i musicisti, ma dà le direttive. Parla poco, ma quando dice qualcosa, è un altro punto di vista. Io chiedo sempre i suoi pareri. Anche mio papà aveva opinioni interessanti, e mi manca perché era un matto interessante e visionario».
Non si parla mai di sua sorella Benedetta
«Ha un carattere meno riflessivo e più impetuoso del mio. Ha trovato la sua strada, ha aperto un’agenzia che organizza viaggi particolari in Africa, attenti all’antropologia, la terra, la natura... La sua passione vera è mettere gli scarponi e andare là».