MUSICA




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Sanremo 2020, modifica al regolamento: i giovani suoneranno di meno


Nella tarda giornata di ieri, 3 febbraio, la RAI ha effettuato una modifica in extremis del regolamento del Festival di Sanremo 2020: le variazioni sono previste dal regolamento stesso "per esigenze organizzative e/o funzionali" tanto che finora ne erano già state fatte altre 4, l'ultima del 20 gennaio; quella del 6 gennaio, per esempio, aveva portato i big da 22 a 24.
La quinta però susciterà qualche polemica, perché arriva all'ultimo minuto e - soprattutto- riguarda i giovani. Nello specifico, la variazione impatta sulla finale della categoria che avverrà nella quarta serata, venerdì 7 febbraio.

Sostanzialmente: i giovani finalisti suoneranno di meno e il vincitore sarà decretato dal voto su uno spezzone registrato e non su una performance live.

La struttura della serata originariamente prevedeva infatti una doppia esibizione: prima i 4 semifinalisti, decretati dalle esibizioni dei giovani di martedì e mercoledì, votati da giurie demoscopica, stampa e televoto.
Poi i finalisti: i 2 vincitori di questo round si sarebbero dovuti esibire un'altra volta. Il voto sulla seconda esibizione (sempre delle stesse giurie) avrebbe dovuto decretare il vincitore.

Invece la RAI, si legge nella comunicazione della variazione del nuovo regolamento, ha comunicato che il vincitore sarà decretato da - si legge:

Riproposizione registrata delle interpretazioni (o di parte di esse) delle 2 canzoni rimaste in competizione, rese dai rispettivi Artisti durante le semifinali (sfida diretta di Finale)

Tradotto: i due finalisti non esibiranno più, ma verrà fatto vedere uno spezzone delle due interpretazioni già svolte in precedenza. E sarà su intepretazioni registrate, non dal vivo, che voteranno le giurie.

La scelta è dovuta probabilmente all'affollamento della scaletta: nella stessa serata si esibiranno tutti e 24 i big, e oggi in conferenza stampa la RAI ha detto che per le serate finali bisogna aspettarsi "durate da Sanremo".

È lecito però aspettarsi polemiche e lamentele dalle case discografiche e dalle associazioni di categoria sulla scelta di fare spazio in scaletta riducendo il tempo dedicato alle Nuove Proposte.