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Scala, primina per gli under 30: 12 minuti di applausi per la Tosca dei ragazzi


Abiti eleganti (anche diverse pellicce) e selfie all’anteprima per i giovani. E c’è chi confonde la protagonista con la cantante pop
di Giuseppina Manin

Scala, primina per gli under 30: 12 minuti di applausi per la Tosca dei ragazzishadow

Tosca, chi era costei? Una principessa? Un’avventuriera? Una spia del papa re? Il foyer degli under 30 si divide sulla biografia della Diva di Puccini che il 7 dicembre aprirà la stagione della Scala, direttore Riccardo Chailly, regista Davide Livermore, superstar Anna Netrebko nel ruolo del titolo. Una prima mondiale, trasmessa ovunque dalla tv, preceduta come di regola dalla primina per i giovani. Che ormai si mettono in fila anche di notte per conquistarsi non solo un posto in sala ma uno status culturale da mettersi all’occhiello.

«È la nostra prima volta alla Scala, non sappiamo niente dell’opera ma siamo emozionate per il solo fatto di essere qui» confessano Elena e Marianna, terzo anno di Giurisprudenza in Cattolica. Alla sua prima primina è anche Filippo, 22 anni, arrivato apposta da Modena. Lui Tosca la conosce a menadito. «Da bambino cantavo nelle Voci Bianche del Comunale di Bologna, ero nella “cantoria” del primo atto. Avendo una voce da tenore sognavo di essere in scena un giorno come Cavaradossi. Ma poi mi sono iscritto a Economia».


Che Tosca di mestiere faccia la cantante è una rivelazione per molti, per qualcuno a scapito di far confusione con l’omonima voce del pop di cui hanno appena ascoltato l’ultimo album Morabeza. A piacere molto è l’idea di una love story con un pittore, per di più rivoluzionario. Per salvarlo Tosca deve cedere a Scarpia. «Difficile dire che farei al suo posto… — medita Eleonora, 20 anni, abruzzese, studentessa di Scienze dei Beni culturali —. Uccidere chi ti propone un simile ricatto sessuale è una reazione forte. Di solito a soccombere sono le donne, ma Puccini qui ribalta la situazione. Non giustifico Tosca ma la comprendo».

L’abito da sera è di rigore nel foyer così come i selfie. Nessuno ci rinuncia. Molti gli smoking e i papillon, molte le paillettes, le scollature audaci, le pelliccette in totale sprezzo ecologista. «Quello che la lirica non sia per i giovani è un luogo comune da sfatare — assicura Tommaso, anni 15, che suona il corno all’Auditorium della Verdi —. L’opera ha una cattiva fama, molti pensano sia noiosa, ma basta che vengano una volta a teatro per ricredersi».

Specie se lo spettacolo, come in questo caso, non dà un attimo di tregua. «Già mi era piaciuto l’Attila dell’anno scorso, ma questa Tosca batte tutti — commenta entusiasta Filippo, giovane veterinario di Cesano Maderno —. Più che a teatro mi pare di stare dentro un film». «Forse fin troppo, tutti quei movimenti scenici facevano perdere un po’ la tensione della musica, davvero meravigliosa» ribatte Emanuele, 30 anni, alla sua ultima primina per ragioni anagrafiche, ma ben deciso a continuare la sua carriera di spettatore. «Gli abbonati Under 30 sono in crescita, quest’anteprima è l’occasione per entrare in un club di ragazzi con la stessa passione» ricorda Lanfranco Li Cauli, responsabile dell’ufficio marketing scaligero. Curiosa di questa fresca platea anche Sara Colaone, autrice per i tipi di Solferino di una graphic novel su una Tosca ambientata negli anni Settanta, con Cavaradossi e Ancelotti giovani contestatori, Scarpia, spietato capo della polizia, e Tosca che invece di suicidarsi va avanti con coraggio per la sua strada.

Cambia qualcosa, ma il cuore della storia resta. E la storia, a 119 anni dal debutto, continua a colpire i giovani. Che si ritrovano con gli occhi lucidi al Vissi d’arte e al Lucevan le stelle e alla fine si spellano le mani dagli applausi, per dodici minuti, standing ovation compresa. Tra i più emozionati, un ragazzino che su Tosca pare saperla fin troppo lunga. Va bene che studia il violoncello, che di opere, svela, ne ha viste già parecchie… Ma Riccardo, così si chiama, ha pur sempre 13 anni. Tanta sapienza incuriosisce. Riccardo come? Riccardo Chailly. Come il maestro? «Eh sì, sono suo nipote…».