MUSICA




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È morto Fred Bongusto, cantò l’Italia del boom


Aveva 84 anni ed era malato da tempo. «Una rotonda sul mare» uno dei suoi successi internazionali. I suoi modelli artistici erano Gershwin, Luis Armstrong e Nat King Cole. Fu amico e collaborò anche col grande jazzista Chet Baker.

di Mario Luzzatto Fegiz


Quello di Una rotonda sul mare, Spaghetti, pollo, insalatina e una... era sparito da anni. Colpito da quella che è la peggior punizione per un cantante: la sordità. Nel corso dei questi decenni centinaia di coppie hanno confessato di essersi innamorate ballando guancia a guancia Una rotonda sul mare cantata da Fred Bongusto, grandioso cantante e musicista romantico, stile da crooner la cui marcia in più rispetto a coetanei come Nicola Arigliano, Teddy Reno, Emilio Pericoli e Peppino di Capri (una amicizia che portò anche ad una alleanza artistica) era il legame stilistico col Sudamerica che lo portò a collaborare con artisti del calibro Vinicius De Moraes, e Joao Gilberto.





Nel suo repertorio sussurrato e accattivante molti classici di Jobin e De Moraes come Garota di Ipanema, A Felicidade, Samba De Orfeo I suoi modelli artistici erano Gershwin, Luis Armstrong e Nat King Cole. Fu amico e collaborò anche col grande jazzista Chet Baker. Era da tempo malato. Ma ciò che più lo angustiava era la perdita quasi totale dell’udito. Bongusto (all’anagrafe Alfredo) era nato a Campobasso il 6 aprile 1935. Ha vissuto gran parte della sua vita, quando non era in tour, a Sant’Angelo d’Ischia, solcando il mare col suo entrobordo Riva, un gioiello tutto di legno pregiato.


Inizia a suonare la chitarra in piccoli locali. Il debutto discografico avviene nel 1960. E degli anni Sessanta lui è rimasto il simbolo con brani come Spaghetti a Detroit, Accarezzame, Frida, Malaga (incisa anche da Joao Gilberto).E poi colonne sonore di vari film come Matrimonio all’italiana, Malizia, Un dollaro bucato. Bongusto nella sua carriera ha frequentato molti generi musicali, sempre restando un italiano caldo e confidenziale. La sua versione di Guarda che Luna resta un capolavoro di classe e atmosfera. Tre settimane da raccontare è ancor oggi un simbolo dell’estate anni Settanta. I suoi dischi avevano copertine allusive non sempre... di «Buon Gusto».




Fra i momenti migliori della sua carriera una alleanza artistica con l’amico-rivale Peppino di Capri nell’agosto 1995. Nello show, tenutosi proprio nel porto di Santangelo a Ischia, Bongusto dette fondo a tutto il suo vasto repertorio romantico: Amore fermati, Tre settimane da raccontare (night patinato), Sei bellissima, Indifferentemente, Frida, Non Dimenticar e, in duetto con Di Capri When I fall in love di Nat King Cole, punto di riferimento comune dei duellanti.




Sempre nel 95 Bongusto incise a sorpresa un brano, scritto con Califano, che era una invettiva violentissima: contro i cantautori. Titolo Ma dove sei... che cominciava così «Un insulto lungo una vita, una maschera da poeta senza mai esserlo, hai parlato di cose serie, poi cantato le tue miserie tirate a lucido. E quanti calci alla buona fede di chi ancora ti ascolta e crede con la sua ingenuità. Generoso, ma solo a patto che un fotografo col suo scatto fissi la tua bontà... che fine hai fatto cantautore, non hai più niente da raccontare». E in una intervista al Corriere rincarò le dosi attaccando Guccini, Bob Dylan, ma soprattutto De Gregori: «Personalmente da musicista ho sempre considerato vergognoso il livello delle canzoni lanciate da questi signori. Prenda ad esempio uno dei più grandi successi di De Gregori, Buonanotte Fiorellino. E musicalmente banale, elementare. Un’offesa a chi come me ha vissuto per 30 anni di musica vera, quella che ha spessore, dura nei tempo e non ha bisogno di sponsor politici».