MUSICA




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La macchina del tempo di Sting: “Tratto le mie canzoni con lo spirito del musicista jazz”


Abbiamo incontrato il musicista, che ha appena pubblicato “My songs”, una raccolta dei suoi classici, rivisitati e/o reincisi: "La mia voce è cambiata, il mio approccio è cambiato, sono cambiate le tecniche di registrazione".


Incontrare Sting è come viaggiare nella macchina del tempo: è sempre uguale. I radi capelli biondo cenere, il sorriso ironico, un fisico che farebbe invidia ad un ragazzo - solo qualche ruga in più sul viso. Negli ultimi anni lo abbiamo intervistato diverse volte (l’ultima a Sanremo nel 2018, ma anche per la presentazione di “57th & 9th”), e non è cambiato di una virgola.
L’effetto macchina del tempo è rinforzato da “My songs”, album appena uscito, che Sting ha presentato questa sera con un breve set in Piazza Duomo, e che presenterà in tour il 29 luglio al Lucca Summer Festival e il giorno dopo 30 a Padova. Ovvero, il suo repertorio, rivisitato e riaggiornato con classici reincisi da capo, o semplicemente ricantati e remixati. “E’ successo per caso”, racconta a Rockol.


Come è nato il progetto di “My Songs”?
Lo scorso capodanno mi è stato chiesto di cantare ‘Brand new day” a Times Square. E’ una canzone ottimistica di 20 anni fa, e il giorno dopo era in classifica: era tornata contemporanea. Così ho pensato che potevo rielaborla, renderla nuova anche nei suoni e rendere contemporanee anche altre canzoni. La mia voce è cambiata, il mio approccio è cambiato, sono cambiate le tecniche di registrazione.

Si tratta di versioni molto simili agli originali, solo con una maggiore enfasi sulla parte ritmica.
E’ così che suonano le canzoni attuali - poi per me è naturale, visto che il mio strumento è il basso.

Qual è stato l’approccio verso le canzoni?
Suono ininterrottamente alcune di questi brani da 40 anni. Non sono un musicista jazz, ma uso quell’approccio: ogni volta cerco qualcosa che possa cambiarla, qualcosa che non ho scoperto prima: può essere un dettaglio, una tonalità diversa, un accordo o una frase. Provo a far evolvere le canzoni.
Ho reinciso quasi tutte le parti vocali, in alcuni casi ho fatto incisioni aggiuntive, in altri le ho reincise del tutto, ma senza mai stravolgerle. Non ho cambiato gli arrangiamenti quando non serviva, come nel caso di “Every breath you take”.


Almeno un paio di casi le versioni suonano diverse. Il primo è “If you love somebody set them free” più danzereccia.
Ma era già tutto lì, nelle tracce originali, abbiamo solo tirato fuori quello che c’era già.

L’altra è “Demolition man”, la canzone meno conosciuta del gruppo.
L’ho sempre amata: la diedi a Grace Jones che la rese una hit, e poi la incisi con i Police e ci suonai pure il sax. Mi piace perché recito la parte del cattivo - per questo ci ho messo molte chitarre.

Sting rivista il suo canzoniere in "My songs"
Sting lo dice fin dal titolo: "Sono le mie canzoni". "My songs" è un'operazione davvero particolare: è un greatest hits che non è un greatest hits, ed è una rielaborazione del repertorio che non...
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Come sono state scelte le canzoni?
La decisione è stata facile: canzoni conosciute, che permettessero un confronto tra la vecchia e la nuova versione. So che alcune persone potrebbero preferire la versione vecchia, ma alcune le ho incise quando avevo poco più di 20 anni. Ora padroneggio meglio le sfumature della mia voce, so usare meglio lo studio.

Hai appena terminato un tour e ne inizi un altro a breve.
Ho finito quello con Shaggy due giorni fa: il progetto di “44/876”’ è stato bello e interessante per entrambi, un grande scambio: io ho portato un po’ di serietà nella sua musica, e lui un po’ divertimento nella mia. Tra due giorni inizia a Parigi il tour di “My songs”: quando arriveremo a Lucca so già che lo spettacolo sarà diverso rispetto alle prime date.

Domanda inevitabile, oggi: cosa ne pensi delle elezioni europee?
E’ stato incoraggiante vedere quanta gente ha votato, più del solito. Per il mio paese è incoraggiante che ci sia più gente che ha votato partiti che vogliono rimanere in europa di quanti hanno votato il Brexit Party. Quello dell’Italia mi sembra invece un voto di protesta.

Cosa succederà dopo questo album e questo tour?
La musica racconta storie, anche se in maniera astratta, e sono interessato alle storie. Mi lascio sorprendere, non programmo: per so quale sarà il mio prossimo progetto dopo questo disco. Gli ultimi album che ho inciso erano molto diversi tra loro e sono successi per caso”.