MUSICA




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Julian Lennon, la vita difficile dei figli d’arte


I figli d’arte, si sa, hanno vantaggi e svantaggi, in particolare se sono nati da persone che hanno avuto grande successo e sono state caratterialmente dominanti. E’ il caso di Cristiano De André, per restare in casa nostra, ed è stato il caso di Julian Lennon, figlio del Beatle John. Il vantaggio è il cognome, che ha permesso al giovane Julian di debuttare, appena ventunenne, con un album prodotto da Phil Ramone e per una major. Lo svantaggio, soprattutto se – come nel caso sia di Julian sia di Cristiano – la somiglianza fisica e vocale con il padre è evidente, è che il confronto è immediato, inevitabile e quasi sempre impietoso, nel senso che va a sfavore del più giovane (se a Jeff Buckley non è successo è perché il padre era un artista di culto, non una celebrità, e perché quando Jeff ha cominciato a fare dischi, nel 1994, il padre era già morto da quasi vent’anni).

Julian Lennon ha pubblicato sei album in diciassette anni, e l’ultimo è uscito nel 2011 – probabile che non ce ne siano altri in futuro, dato che anche questo, come i due precedenti, non ha riscosso nessun successo significativo; ormai cinquantacinquenne (compie gli anni oggi, 8 aprile) il figlio maggiore di John oggi si dedica alla fotografia e alle iniziative ecologiste – e non va in giro a cantare le canzoni di suo padre.