MUSICA




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Paola Turci si sente 'Viva da morire' e ha voglia di cantarlo



Una Paola Turci che si guarda allo specchio e si vede per come è oggi e per come era ieri, facendo incontrare la donna del presente con la ragazzina che sulle scale della casa al mare imparava a suonare la chitarra e con l'adolescente incazzata con il mondo intero che girava sulla sua Vespa 50 ascoltando Patti Smith nelle cuffie. Se la vita discografica della cantautrice romana fosse un film a sequela, "Viva da morire" rappresenterebbe la naturale conseguenza del disco precedente, "Il secondo cuore": lì Paola Turci ritrovava la serenità - prima di tutto con sé stessa - dopo anni difficili e cantava la sua rinascita artistica e personale. Qui riprende il discorso, ma lo allarga: "Quello era un disco molto autobiografico, incentrato sull'io. Questo, invece, mi piace pensarlo più come un disco sul noi", spiega a Rockol.

L'album, anticipato dalla partecipazione al Festival di Sanremo con "L'ultimo ostacolo", è frutto di un lavoro a quattro mani insieme al produttore Luca Chiaravalli, che aveva già affiancato la Turci per l'album del 2017, con il quale negli ultimi due anni la cantautrice non ha mai smesso di confrontarsi: "Questo disco non era previsto, in realtà. Dopo l'ultimo ho pensato che servisse del tempo per pensare, riflettere. Ogni tanto mi capitavano cose, momenti belli, altri meno belli. Io ascoltavo musica, soprattutto nuovi autori, le proposte che mi mandavano. Così ho cominciato a ragionare su ogni brano che mi veniva proposto e solo dopo un po' ci siamo resi conto che stavamo effettivamente facendo un disco nuovo", racconta.

L'anello di congiunzione che lega "Il secondo cuore" a questo nuovo album è "L'arte di ricominciare", scritta dallo stesso team di "Fatti bella per te", la canzone che nel 2017 ha segnato il ritorno di Paola Turci in gara al Festival di Sanremo: "Ci siamo io, Luca Chiaravalli, Davide Simonetta e Giulia Ananìa ed è figlia in tutto e per tutto del disco precedente". Ma è "Viva da morire" il brano che forse più di tutti riesce a riassumere l'umore di questo nuovo album, al quale non a caso dà anche il titolo: "Io nella mia esperienza personale ho conosciuto diverse persone che hanno avuto traumi, incidenti, esperienze negative e che sono rimaste un po' incattivite, indurite. La trappola sta nel domandarsi: 'Perché a me non a un altro?'. Ma questo non aiuta. Quando invece senti di essere fortunato perché sei riuscito a uscirne fuori e perché sei vivo, allora sei davvero felice", racconta la cantautrice. Tra gli autori della canzone c'è lo stesso Luca Chiaravalli, che durante le lavorazioni dell'album ha dovuto assentarsi per un po' dallo studio di registrazione per sottoporsi a un delicato intervento chirurgico: "Lo stop di Luca ha messo in questo disco molta emotività. Siamo due persone che sorridono alla vita: siamo stati ripresi per un soffio e per questo siamo grati alla vita".

"Viva da morire" è per Paola Turci più un album da interprete che da cantautrice: solo due delle dieci canzoni contenute nel disco portano la sua firma. Le altre sono state invece scritte da autori come i già citati Giulia Ananìa e Davide Simonetta, Andrea Bonomo, Fabio Ilacqua, Nek (che insieme a Federica Abbate e Chiaravalli ha composta la musica di "Non ho mai") e Shade (che duetta con la Turci in "Le olimpiadi tutti i giorni"): "Ma io nasco interprete, amo essere interprete", commenta la cantautrice, "poi può capitare che io diventi autrice o co-autrice, perché mi piace molto collaborare. Una cosa che non mi piace fare e che non faccio: ascoltare una canzone e inciderla subito. Deve essere un capolavoro assoluto. Io, invece, ho bisogno di smontarla, distruggerla. E poi deve parlare di me, avere a che fare con la mia storia".


A maggio Paola Turci sarà impegnata con due concerti al Teatro degli Arcimboldi di Milano (13 maggio) e all'Auditorium Parco della Musica di Roma (20 maggio), che rappresenteranno l'ideale anteprima della tournée teatrale in partenza a novembre: "Mi piacerebbe riuscire a passare da momenti di totale delicatezza ad altri di pura energia. Con me ci sarà una band essenziale, quattro o cinque musicisti. E poi, la mia chitarra".