MUSICA




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MUSICA
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Ma che dischi si comprano gli italiani?

Ma che dischi si comprano gli italiani?
Riccardo De Stefano 12-01-2019


Ma che dischi si comprano gli italiani?
Per un anno che finisce, un altro che inizia, e come sempre si elabora quello che è successo, per capire cosa è stato e cosa verrà.

La FIMI ha pubblicato la classifica dei 100 dischi più venduti dell’anno e almeno un paio di considerazioni vanno fatte: la classifica si riferisce all’anno solare, quindi penalizza gli album usciti a ridosso della fine dell’anno. Inoltre, nei conteggi rientra anche lo streaming: 130 riproduzioni equivalgono alla vendita di un brano singolo (quindi circa 99 centesimi, come iTunes ha insegnato).



TUTTA ROBA ITALIANA
La prima cosa che cattura lo sguardo è come il mercato italiano domini quasi per intero la classifica: nella top 10 c’è spazio solo per Ed Sheeran e il suo “÷”, proprio al 10° posto. Poi, bisogna scendere fino alla posizione 32 per trovare gli Imagine Dragons e il loro “Evolve”. Per la musica internazionale, si trovano poi nomi inevitabili, come gli eterni Pink Floyd, che con “The dark side of the Moon” e “The Wall” non escono dalla classifica fin dagli anni ’70 praticamente, o i Queen, premiati anche dal recente biopic di successo.



IN CRISI LA VECCHIA GUARDIA
Sono in crisi però anche i grandi nomi della discografia italiana, quelli che fino a pochissimo tempo fa erano la salvezza di un settore in crisi: regge bene Laura Pausini che col suo “Fatti sentire” si conquista il suo terzo posto, ma Jovanotti non riesce a entrare nelle prime dieci posizioni con “Oh, vita!”.
Cesare Cremonini si ritaglia un decoroso 16° posto, mentre il sempiterno Vasco Rossi col suo leggendario live “Modena Park” non riesce a sfondare la top 20, così come Ramazzotti, appena dietro alla posizione 22.



SFERA EBBASTA, TRAP, RAP E… ANCORA TRAP
È infatti Sfera Ebbasta a dominare il mercato, con “Rockstar” (unico disco che su Spotify ha raggiunto la classifica Viral mondiale), a riprova che la trap è molto più che un semplice fenomeno generazionale: Gemitaiz e “Davide” sono al 9° posto, Capo Plaza al 6°.
Ancora più sensazionale, in un certo senso, l’exploit di Salmo: “Playlist” è apparentemente “solo” 4° posto, ma se si considera la data di uscita, cioè il 9 novembre, dimostra l’irresistibile ascesa del suo album in meno di due mesi alle vette del mercato.



I TALENT DURI A MORIRE
Il pop di natura prettamente “mainstream”, specialmente quello di deriva televisiva, rimane senza grandi sorprese, ancora incredibilmente rilevante: Irama, vincitore di Amici 17, ha col suo EP “Plume” la seconda posizione, mentre i Måneskin e “Il ballo della vita” si prendono la 5° posizione.
Dei vecchi vincitori, ormai addentro il mercato, si rilevano le posizioni di Mengoni, Alessandra Amoroso e Emma Marrone che si piazzano a ridosso della top 10.
Da segnalare comunque la lontanissima Michielin (posizione 62), nonostante l’avvicinamento a un certo sound quasi indie.



A PROPOSITO, E L’INDIE?
Bene, ma non benissimo il cosiddetto circuito “indie”: dei nomi provenienti da quel circuito i migliori sono Carl Brave (solista) alla 18° e i Thegiornalisti, anche se “Love” arriva giusto alla posizione 20. Se scendiamo ancora più giù, gli ibridi rap/trap/indie del duo Carl Brave x Franco126 si collocano alla 29° posizione e Coez, con il suo “Faccio un casino” arriva alla 33° posizione.



IL ROCK SPARITO
Se si escludono i Måneskin e Vasco Rossi, per trovare un prodotto classificabile come “rock” ci sono solo le ristampe di classici, più i non più giovanissimi U2 di “Songs of experience” (nello sprofondo della 57° posizione) e i Muse e “Simulation Theory” alla 72° posizione.



E QUINDI?
L’Italia a quanto pare piace agli italiani, che sia trap (come Sfera), rap (diciamo come Salmo) o il pop (televisivo) di Irama o il rock (televisivo) dei Måneskin. Si tratta di fenomeni perlopiù generazionali, il cui range è perlopiù quello dei adolescenti e immediatamente post adolescenti, dimostrando come certi numeri dei live, oltre che i dati dello streaming, non siano casuali, ma la cartina tornasole di un nuovo sistema discografico, che sta ridefinendo i suoi protagonisti.