MUSICA




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Paul McCartney, con 'Get Enough' cade l'ultimo tabù rock: l'autotune


Non è più solo appannaggio di trapper, Kanye West, Daft Punk, Cher e molti altri: l'autotune, l'effetto nato per correggere in studio l'intonazione durante l'incisione delle parti vocali che, se usato in modo massiccio, distorce la voce regalando alla traccia l'effetto tanto caro ai rapper della nuova generazione, dai Migos a Sfera Ebbasta e Ghali, è stato usato anche dall'ex Beatle Paul McCartney per "Get Enough", il nuovo singolo - non incluso nell'ultimo album del già sodale di John Lennon “Egypt Station” - pubblicato lo scorso primo gennaio.


Coraggiosa esplorazione da parte di un veterano che non ha mai smesso di cercare nuove forme di espressione o blasfemia da parte di un padre nobile del rock? Mentre il pubblico si divide, il Telegraph ricorda come il già cantante e bassista dei Fab Four - che verosimilmente impattò per la prima volta con l'utilizzo "moderno" dell'autotune nel 2015, durante le session di registrazione di "FourFiveSeconds", con Kanye West - già lo scorso anno si espresse in termini affatto negativi nei confronti della (relativamente) nuova tecnologia nel corso di un'intervista all'edizione americana di GQ: "So che la gente dirà 'Oh no, anche Paul McCartney usa l'autotune! Dove andremo a finire?'", dichiarò l'artista, "Ma sapete una cosa? Se avessimo avuto l'autotune ai tempi dei Beatles, l'avremmo usato. John, in particolare, l'avrebbe messo ovunque, specie in tutte quelle registrazioni bizzarre".

"Coraggio, ragazzi: non potete essere così puritani da non esporvi alle esperienze della vita", concluse l'ex Fab Four, oggi settantaseienne.