MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Giorgia in concerto nel Duomo di Milano: una voce che regala emozioni


Una voce divina in una chiesa ci sta benissimo. Ma che voce, quella di Giorgia, e che chiesa, il Duomo di Milano. Un esordio in una cattedrale ("anche se nel 1995 ho cantato sul sagrato di San Pietro per Papa Wojtyla. Volevo scappare dalla fifa, ma mio padre mi trattenne per lo zaino dicendomi: "'ndo vai??"") che è il miglior debutto possibile per il nuovo disco Pop heart. In realtà il concerto non è legato all'album, tanto che ci sono solo due cover, Le tasche piene di sassi di Jovanotti e Anima di Pino Daniele (adatta fin dal titolo), ma è a sostegno dell'associazione Per Milano, appena fondata dall'ex presidente della Rai Anna Maria Tarantola, "un potente strumento di raccolta fondi per collaborare con associazioni benefiche già esistenti come la Caritas e col Comune di Milano". Il debutto è stato coronato sicuramente da un ottimo incasso, considerato anche che il biglietto più economico veniva 600 euro e che sono stati occupati un buon migliaio di posti.



Ma ottimo è anche, se non soprattutto, l'esito musicale: Giorgia, regina del pop, abituata a palasport e grandi arene, si disimpegna splendidamente anche sotto le volte gotiche del Duomo. E senza sentirsi fuori posto, né geograficamente in quanto romana a Milano, né artisticamente: "I luoghi sacri sono pieni di energia: la sensazione o forza o atmosfera che avverti entrando in una chiesa e che non sai spiegare razionalmente. Per cui questa è un'esperienza eccezionale, un'emozione unica. Ma non è strano fare musica in chiesa, anzi la musica parla all'anima più di tante parole e concetti ed è una cosa che si fa insieme. Quindi va benissimo in un luogo sacro in cui emozione e condivisione sono di casa". Aggiungiamoci la sua voce black, potente, elegante, modulabile, espressiva, calda, suadente, che richiama quella di tanta musica sacra americana. E in scaletta non stona You make me feel like a natural woman: non tanto per il tema, quanto perché è musica soul, ovvero "anima".


Prima una lunga serie di preliminari (saluti di sindaco e autorità varie, letture di poesie e brani di Manzoni, addirittura l'orchestra che suona il tema de La Strada di Fellini) che hanno un po' innervosito il pubblico, già provato da lunghe file sotto il diluvio e controlli di borse e cappotti al metal detector. Mugugni che diventano sorrisi e applausi non appena si parte col concerto, in cui Giorgia è accompagnata dalla Roma Sinfonietta, diretta da Valeriano Chiaravalle che ha riarrangiato i brani per farli suonare come fossero musiche d'orchestra. Un po' alla Morricone, e non è certo un caso visto che da anni è proprio questo complesso ad accompagnare il 90enne maestro in tour.



A dare comunque un tono pop c'è anche la band della cantante nei concerti. Il risultato sono riscritture ariose, eleganti, coinvolgenti fin dall'inizio con Gocce di memoria, E poi, Come saprei e tutti i classici di Giorgia, manca solo Oronero, che parla sì di un senso di rispetto molto cristiano, ma alle prime righe ha una parolaccia, str... E man mano che la scaletta prosegue, la performance canora migliora: un classico con Giorgia che ha sempre bisogno di scaldarsi un po' per dare poi il meglio.


A meno di non considerare musica sacra Vanità, visto il testo ("Che strana la gente / che mentre si odia non si pente"), di brani veramente religiosi, in una scaletta tutta pop, riecheggia solo - a metà serata - l'Ave Maria di Schubert, che Giorgia canta dopo aver pubblicamente chiesto l'aiuto della Madonna: "Spesso l'ho sentita interpretata da mio padre e quindi fa parte del mio repertorio di ascoltatrice, e onora Maria come donna che attraverso l'amore per il figlio, unisce il cielo alla terra, lo spirito e la materia". Volendo, almeno per il tema, potremmo includere anche White Christmas, classico dei classici natalizio: a meno di un mese dalla festa ci sta. Il capolavoro di Irving Berlin è la chiusura del concerto, un'oretta che passa davvero velocemente e che ha come risultato finale - e logicissimo - un uragano di applausi per Giorgia, quasi quanti ne prenderebbe la Madonnina che sta in cima al Duomo se scendesse fin quaggiù.