MUSICA




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Dalia Gaberscik - Un appello alla vedova di Lucio Battisti


Il giorno dopo la lettera in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto esprimere alla signora Grazia Letizia Veronese, a vent'anni dalla morte di Lucio Battisti, il suo ricordo e l'apprezzamento per l'opera del grande cantautore, ricordando come "il suo straordinario talento, insieme alla costante e rigorosa ricerca di evoluzioni espressive, lo hanno consacrato come un punto di riferimento nel panorama musicale italiano, superando, nonostante la sua natura schiva e riservata, i confini nazionali", alla vedova del grande cantautore di Poggio Bustone arriva un nuovo appello da parte della figlia di Giorgio Gaber, Dalia Gaberscik.

"Quando l'eredità artistica di un grande cantautore non è resa disponibile per le nuove generazioni è sempre un grande peccato", dice innanzitutto la figlia del Signor G. "Non conosco i dettagli giudiziari della vicenda Battisti né le intime motivazioni della famiglia - premette Dalia - e quindi non posso giudicarle. Posso solo dire che, da figlia di un grande artista e da semplice fruitrice di arte, mi piacerebbe che le cose andassero in un altro modo. E che l'immenso patrimonio della produzione di Lucio Battisti fosse considerato un bene comune, accessibile a tutti".

"Questa - sottolinea Dalia - è la scelta che noi abbiamo compiuto intorno alla produzione di mio padre Giorgio Gaber. Con la creazione di una Fondazione e poi di un Festival che si occupano proprio di diffondere la conoscenza del suo repertorio e di avvicinare le nuove generazioni di artisti alla sua lezione. Questa scelta di apertura ci aiuta a mantenere viva la produzione del Signor G e, in qualche modo, a farci sentire ancora vicino Giorgio Gaber, anche se purtroppo lui non è più con noi fisicamente", conclude Dalia, titolare di una delle più grandi agenzie di comunicazione italiane nel campo dell'intrattenimento e motore della Fondazione e del Festival intitolati al padre.

Dopo due ore, però, arriva una ulteriore agenzia che 'corregge' il tiro: "Non ho fatto nessun accorato appello ma ho solo espresso un'opinione e raccontato quello che abbiamo scelto di fare io e mia madre con l'eredità artistica di Giorgio Gaber", puntualizza Gaberscik, "come ho già detto, non conosco le motivazioni della famiglia Battisti e pertanto non le giudico".