MUSICA




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Sandrelli, Vanoni e le altre. Gino Paoli, che non sa cancellare le donne che ha amato


Amori travagliati, tradimenti, bugie, non detti: continua, con questa storia di canzoni, lacrime e allegria, la serie «I grandi triangoli» che vi accompagnerà per tutta l'estate
In questa storia ci sono (almeno) due mogli, (almeno) due amanti. E quattro figli, avuti da tre donne diverse. Gino Paoli, 84 anni il prossimo 23 settembre, sostiene: «Se amo una donna, è per tutta la vita: le ragioni per cui l’ho amata sussistono, la bellezza permane. Perché smettere solo perché non si va più a letto insieme?». Un assioma che il cantautore genovese (nonostante la nascita in Friuli-Venezia Giulia) ha reso suo senza bisogno di dimostrarlo.

A parlare basta una vita in cui ogni donna che ha avuto al fianco è stata (ed è rimasta) amica, compagna, innamorata. E poco importa se alcune di esse si sono sovrapposte, sommate, rendendo una stagione di vita un triangolo o meglio un quadrato, un pentagono.

La prima moglie di Paoli è stata Anna Fabbri, erano gli anni ’60, lui era già famoso. Cantava alla Bussola di Viareggio e la sera del 5 giugno 1961, per festeggiare il suo 15esimo compleanno, andò a sentirlo anche una giovanissima Stefania Sandrelli, all’epoca solo Miss Viareggio. Era una sua fan, amava quando cantava La Gatta, e per farsi notare gli passò davanti agitando un abito verde con le frange. Lui le chiese subito di ballare: non sapeva quanti (pochi) anni avesse, e lei non era a conoscenza che lui avesse già una moglie a casa. La frittata è fatta: iniziano i baci in pineta, le corse sulla Triumph scoperta di lui, gli incontri clandestini. «È stata una grande passione», si legge oggi in una delle biografie del cantante. Lei, minorenne con il sogno del cinema, scappa da casa di notte, dalla finestra, rientra all’alba. Poi Stefania si trasferisce a Roma (Paoli l’avrebbe voluta a Milano; nell’appartamento di Genova c’era invece Anna), si prepara a diventare diva. Nell’estate 1963 gira a Sciacca Sedotta e abbandonata di Pietro Germi.



Il cantante sente che si sta allontanando, vorrebbe tenerla solo per sé. Aumentano le sigarette, le bottiglie, i litigi. Il 13 luglio della stessa estate Paoli si spara un colpo di pistola che si fermerà, ed è ancora lì, a pochi millimetri dal cuore. «Avevo tutto e non sentivo più niente» è una delle versioni che il cantante darà dopo negli anni. Ma c’è chi ha sempre pensato all’amore, alla gelosia, a quella relazione con Stefania. Stefania che corre subito in ospedale, ma non se lo spiega: «Non ci si uccide per le donne, ma per i fatti propri. Gli dissi: “Gino non è vero che mi ami, altrimenti non l’avresti fatto, rischiando di non vedermi più”», racconterà lei in un’intervista di oltre vent’anni dopo.

Al suo capezzale, oltre alla moglie, arriva anche Ornella Vanoni. Sì, perché in tutti quegli anni c’è stata anche lei. I due sono coetanei (per ironia del destino nati solo a un giorno di distanza), si conoscono dal 1961, dopo essere stati presentati nelle stanze di una casa editrice milanese. Lei cantava le storie della mala, lui accetta di scriverle un brano. Ci mette mezzora. Da lì nasce un sodalizio artistico, poi una relazione sentimentale. Anche questa, inevitabilmente, «incasinata». «Ornella è una bella persona, ma può diventare insopportabile», ricorderà poi lui. «È stato un amore molto travagliato e forse l’ho amato così tanto proprio per questo. Non lo possedevo, non lo avevo», la versione di lei.


Stefania e Gino, in ospedale, fanno pace; il cantante resta anche vicino alla moglie, consapevole dei ripetuti tradimenti; Ornella continua a essere presente. Se Vanoni canta Senza fine (il brano scritto da Paoli nel 1961 per lei), in radio rimbomba anche Sapore di sale, composta da lui, si è sempre sostenuto, pensando all’attrice. Un anno dopo, nell’ottobre ’64, nasce Amanda Sandrelli. Stefania è ancora minorenne, Paoli non solo è sposato, ma tre mesi prima ha avuto un figlio anche da Anna, Giovanni. Nell’Italia degli anni ’60 è scandalo. La figlia dell’attrice e del cantante viene al mondo in Svizzera, in segreto, prende il cognome della madre. Tra i due durerà, tra alti e bassi, fino al 1968, quando il cinema avrà la meglio. Il cantautore resta con la moglie e per un paio d’anni, tra gli 8 e i 13, Amanda va a vivere col padre e la sua famiglia. È il trionfo della «famiglia allargata» prima ancora che la si chiamasse così. «Anna è per me una seconda madre», ha rivelato in seguito Amanda.


Con Ornella Vanoni il cantautore tornerà poi a calcare insieme le scene, con successo. «Nell’85 abbiamo ricostituito la coppia per un recital», ha raccontato Paoli, «Recitavamo così bene che perfino mia madre temette che la storia fosse ricominciata. “Non ti rimetterai con quella lì?”, si preoccupò». Ma la passione si era soltanto tramutata in affetto. Paola Penzo, autrice di alcuni dei suoi brani, è la sua seconda moglie. Paoli sta con lei da 45 anni, sono sposati dal 1991, hanno due figli: Nicolò, nato nel 1980, e Tommaso, nel 1992. E Stefania (oggi legata al regista Giovanni Soldati)? «Io e Gino ora andiamo molto d’accordo», ha rivelato l’attrice di recente, «Amo i suoi figli, sono amica della moglie. La grande passione che mi ha legato a lui mezzo secolo fa si è trasformata nell’ammirazione sconfinata per il suo talento». Come se, nonostante le lacrime, gli scandali, la passione, inevitabilmente prima o poi torna tutto al giusto posto. A volerne fare un bilancio, può avere ragione il cantautore: «Amare è un fatto di grande allegria».