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Beatles, 52 anni fa usciva 'Revolver'

Beatles, 52 anni fa usciva 'Revolver': le cose che potreste non sapere del settimo album dei Fab Four

Il 5 agosto 1966 usciva nel Regno Unito (negli USA sarebbe arrivato solo tre giorni dopo) "Revolver", la settima fatica in studio dei Fab Four, ideale seguito di "Rubber Soul" - e predecessore di "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" - che consacrò i Beatles non solo come grandissimi autori ed eccezionali performer ma anche come coraggiosi sperimentatori, capaci di guardare oltre i limiti imposti dalle tecniche di studio dell'epoca per anticipare quello che sarebbe stato il rock moderno. L'album è uno dei più noti nella storia della musica popular, ma ci sono spigolature riguardanti la realizzazione del disco note non a tutti: eccovene una selezione...
La copertina dell'album fu disegnata da Klaus Voorman, che i Beatles conobbero durante la loro permanenza ad Amburgo: l'artista, che in seguito si sarebbe cimentato anche come bassista con Manfred Mann, eseguì i ritratti degli elementi della band basandosi solo sui propri ricordi.
L'artista, per il lavoro - che, tra l'altro, valse ai Beatles un premio Grammy nella categoria "migliore copertina" - venne pagato 40 sterline.
Pur non accreditati ufficialmente, a eseguire i cori durante le session di "Yellow Submarine" fu una pattuglia di artisti eccezionali composta da Brian Jones dei Rolling Stones, Donovan, Pattie Boyd, modella e prima moglie di George Harrison, e Marianne Faithfull.

Il suono del gabbiano in "Tomorrow Never Knows" è stato ottenuto distorcendo e filtrando la registrazione di una risata di Paul McCartney.

Nonostante "Revolver" sia stato pubblicato poche settimane prima della partenza dell'ultimo tour USA dei Beatles, nessuna delle canzoni del disco è mai stata eseguita dal vivo, perché troppo difficili da rendere su un palco senza le soluzioni adottate in studio.

L'elenco dei titoli alternativi a "Revolver" è lunga e piuttosto divertente: si va da "Abracadabra" a "Pendulums", passando per "Fat Man and Bobby", "Magic Circle", "Four Sides Of The Circle" e "Four Sides Of The Eternal Triangle". Il più buffo, però, fu proposto da Ringo, che suggerì di intitolarlo "After Geography" per parodiare il recente "Aftermath" ("conseguenze" se scritto come parola unica, "dopo matematica" se scritto "After Math") dei Rolling Stones.

Di tutte le canzoni presenti nella tracklit, solo due superano i tre minuti di durata: "Love You To" (tre minuti e un secondo") e "I’m Only Sleeping" (tre minuti e due secondi).

Solo per registrare "Yellow submarine" i Beatles impiegarono più tempo di quanto non ne sfruttarono per registrare il loro primo album, "Please Please Me" del 1963. Nonostante tutto, il disco fu comunque fissato su nastro molto velocemente: le session durarono dal 6 aprile al 21 giugno, e sei settimane dopo l'LP era già disponibile sugli scaffali dei negozi inglesi. Tempistiche impensabili, paradossalmente per la rapidità, nell'era digitale...

"Un mucchio di immondizia, davvero": queste furono le poco lusinghiere parole usate da Ray Davies dei Kinks a proposito di "Yellow Submarine" nella recensione di "Revolver" scritta per Disc and Music Echo Magazine.

Del disco fu pubblicato un solo singolo, il giorno stesso di uscita dell'album: si tratta di un doppio lato A con "Eleanor Rigby" e "Yellow Submarine"

A proposito di "Eleanor Rigby": a ispirare al produttore George Martin le parti di archi della canzone sono state le colonne sonore dei film firmati dalla star della nouvelle vague francese Francois Truffaut.

Sempre su "Eleanor Rigby": al testo della canzone contribuirono tutti gli elementi del gruppo, metodo di lavoro molto raro in quello che era il modus operandi dei Beatles.

Il brano "Doctor Robert" è ispirato a un personaggio reale, il dottor Robert Freymann, dottore delle celebrità molto noto a New York che era solito somministrare ai propri pazienti dosi di vitamina B12 corrette con anfetamina.