MUSICA




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MUSICA
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Ringo Starr, la leggenda del rock trionfa a Lucca

Un inno alla pace, all’amore e alla gioia. Un concentrato di energia positiva che ha nutrito l’anima. Il concerto di Ringo Starr, che stasera (8 luglio) è salito sul palco del Summer Festival, facendo muovere a Lucca un altro passo nella storia della musica, è stato tutto questo e molto, molto altro. L'ex dei Beatles, in tour con la sua All Starr band per promuovere il suo nuovo disco solista Give more love, ha regalato al pubblico di piazza Napoleone, numeroso e variegato, una serata davvero unica in cui la grande protagonista è stata la musica. L’ex batterista dei fab four, che proprio ieri ha spento 78 candeline (dimostrandone però la metà), ha dato sfoggio alla sua vena istrionica, scherzando con la platea e regalando momenti di grande musica sia davanti al microfono che alla batteria, il tutto al grido di Peace & love.


È stato un concerto d’altri tempi: semplice, senza fronzoli, senza effetti speciali. Del resto, quando sul palco ci sono musicisti di questo calibro, il resto è superfluo. Ringo, infatti, era accompagnato da un vero e proprio “dream team” di leggende viventi del rock: Steve Lukather, virtuoso chitarrista e cantante dei Toto; Colin Hay, voce e chitarra dei Man at Work, Gregg Rollie tastierista di Santana e dei Journey, il bassista dei 10cc Graham Gouldman e poi ancora Gregg Bissonette alla batteria e Warren Ham ai fiati. Una band di livello assoluto che ha regalato al pubblico una performance strepitosa, con lunghi intermezzi strumentali e assoli si tastiera, sax, chitarra e batteria. Un inno alla musica come si faceva una volta, cioè con gli strumenti e con il “tocco umano” e non con i computer. Un modo di fare musica che ancora piace a molti, anche giovani e giovanissimi.
 Chi si aspettava un revival dei fasti beatlesiani è rimasto deluso: certo, durante la serata Ringo non ha mancato di attingere al suo repertorio tratto dal periodo del quartetto di Liverpool, ma la scaletta del concerto è stata davvero qualcosa di fuori dal comune. Ringo ha condiviso equamente il palco con i suoi compagni d’avventura, lasciando via via il centro del palco agli altri per accomodarsi dietro ai rulli della batteria. E così, ecco Rosanna e Hold the line, mitiche hit dei Toto e poi ancora Down Under e Who can it be now, canzoni che hanno reso celebri i Man at work; una piacevole scoperta per la stragrande maggioranza del pubblico sono state le canzoni dei 10cc Dreadlock holiday e The things we do for love cantate dal bassista Graham Gouldman; Gregg Rollie (“il John Wayne del rock”, come lo hanno definito i suoi compari sul palco) ha portato la sua esperienza al fianco di Santana suonando Balck magic woman/gypsy Queen e Oye como va, brani in cui la band si è scatenata, dando prova della propria abilità tecnica. Standing ovation su Oye como va, conclusa con un grandissimo assolo di batteria.
Ma le canzoni più applaudite sono state ovviamente quelle dei Beatles che hanno fatto alzare in piedi tutto il pubblico, in particolare Yellow submarine, Don’t pass me by e I wanna be your man. 
Il concerto è stato un crescendo di emozioni e di momenti magici fino ad arrivare al gran finale con Photograph (brano tratto dal repertorio solista di Starr) e With a little help from my friends, inframmezzata dal ritornello di Give peace a chance, che ha chiuso in maniera perfetta una serata che ha riportato il pubblico indietro nel tempo, fino alla magia e alla spensieratezza degli anni ’60.