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Paul McCartney invita il parlamento europeo a votare la legge sul 'value gap'



Paul McCartney si è unito al sempre più nutrito gruppo di artisti, etichette e organi dell'industria musicale che invitano il parlamento europeo ad approvare riforme radicali sulla legge sul copyright e ad affrontare il cosiddetto gap di valore, ovvero la differenza tra ciò che i siti di upload gratuiti e i servizi di abbonamento pagano agli artisti per la loro musica.


In una lettera aperta pubblicata dall'IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), l'ex Beatles esorta i membri del Parlamento europeo a sostenere la direttiva sul copyright proposta dall'UE quando si incontreranno a Strasburgo per il voto il 5 luglio.

Scrive McCartney: "Tenete nelle vostre mani il futuro della musica qui in Europa”. Sottolineando l'importanza della musica e della cultura definendole come "il nostro cuore e la nostra anima".

E dice inoltre: "Il ‘value gap’ mette a repentaglio l'ecosistema musicale. Abbiamo bisogno di un internet che sia equo e sostenibile per tutti. Ma oggi alcuni utenti caricano piattaforme di contenuti e si rifiutano di compensare gli artisti e tutti i creatori di musica in modo equo per il loro lavoro, mentre lo sfruttano a proprio vantaggio".

Il passaggio della proposta di direttiva sul copyright è stata approvata dalla commissione Affari legali del Parlamento europeo lo scorso 20 giugno, ma necessita ancora del sostegno dell'intera istituzione per diventare legge. Sostiene ancora McCartney: "risolverebbe il ‘value gap’ aiuterebbe a garantire un futuro sostenibile per l'ecosistema musicale, per i suoi creatori, i fan e i servizi di musica digitale”.

McCartney si unisce a una lista di oltre 1.300 artisti e autori discografici che spinge i deputati a procedure con le riforme che, se approvate, costringerebbero le piattaforme di contenuti generati dagli utenti come YouTube a ottenere licenze musicali e porre effettivamente fine alle disposizioni europee sulla sicurezza che proteggono i siti come YouTube da ogni responsabilità se gli utenti caricano contenuti senza avere il permesso dei titolari dei diritti.

Non sorprende che questa non sia una visione condivisa dalla comunità tecnologica. Chi si oppone alle riforme sostiene che queste limiteranno le libertà online e potrebbero porre fine a meme, remix e altri contenuti generati dagli utenti.

Per tentare di influenzare l'opinione dei legislatori ci sono state grandi pressioni da parte sia del settore tecnico che di quello creativo, con Google proprietario di YouTube che ha speso più di 31 milioni di euro per cercare di influenzare le decisioni politiche, secondo le cifre riportate da UK Music che ha utilizzato l’European Union's Lobbying Transparency Register.

"La posta in gioco è alta e c'è una massiccia campagna di disinformazione. Ci sono molte false affermazioni secondo le quali le nuove regole sul copyright creerebbero una ‘macchina della censura’ e che sarebbe la fine di Internet", recita una lettera aperta dell'ultimo minuto ai parlamentari europei di Helen Smith, presidente esecutivo della Independent Music Companies Association (IMPALA).