MUSICA




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MUSICA
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Il talent di Amadeus: cinismo mascherato da buoni sentimenti?


di Aldo Grasso


In tv, molto più che nella vita, una seconda occasione non si nega a nessuno. Su questo mito sono state costruite carriere di vip e semi-vip, meccanismi di programmi tv, retoriche narrative. È l’effetto che spesso sta alla base dei reality show, in cui vari esemplari di «morti di fama» accettano di mettersi in situazioni imbarazzanti per l’opportunità di prolungare, poco o tanto che sia, i 15 minuti di celebrità che il destino gli ha già concesso. Anche «Ora o mai più», il nuovo show musicale di Rai1 condotto da Amadeus è tutto costruito intorno a quest’idea, con l’aggiunta di una spruzzata del concept di «Meteore» e un clima non lontano da quello di «Tale e quale» (venerdì, ore 21.20). Alcuni cantanti che hanno vissuto un momento di grande quanto effimera popolarità nel passato, spesso legata a un’unica canzone, accettano di rimettersi in gioco, di intraprendere il famigerato «percorso» per cercare di tornare alla ribalta affiancati da un mentore che dovrebbe guidarli in questa palingenesi mediatica.

Il primo aspetto curioso del programma è che la linea di confine che separa mentori e concorrenti è molto sottile, a volte ci si chiede con che criterio siano stati scelti gli uni e gli altri: tra Michele Zarrillo, solo per citarne uno, e Valeria Rossi chi è più famoso? Cosa avrà spinto i Jalisse a riemergere dal mondo delle feste di provincia per farsi schiaffeggiare (metaforicamente) dai giudizi di Loredana Bertè? Il secondo è che la parte più interessante dello show non è quella che racconta la strada verso la rinascita, con l’inevitabile duetto tra allievo e mentore, ma il racconto della caduta, delle sofferenze umane anche gravi che spesso hanno accompagnato la discesa nell’oblio, lo spegnimento dei riflettori dopo aver assaggiato il nettare del successo. Finito il programma si rimane con un dubbio: dare una seconda opportunità è un gesto indulgente o è cinismo mascherato da buoni sentimenti?