MUSICA




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«Adrian», il cartone inanimato


A Mediasetc’è il caso Celentano, il cui cartone animato è ormai diventato una barzelletta che non fa tanto ridere i vertici di Cologno Monzese. Adrian, la graphic novel con protagonista Celentano è attesissima da anni, ha avuto una gestazione degna di una grande opera pubblica, tipo Salerno-Reggio Calabria. La prima riunione risale addirittura a 20 anni fa e fu a Mediaset. Poi il progetto passò a Sky e anche lì finì male: si disse che la pay tv avesse pagato 7,5 milioni di euro per un cartone inanimato, dopo rinvii su rinvii e cinque anni di attesa. Quindi il ritorno a Mediaset, annunciata la prima volta tre anni fa e dipinta come il fiore all’occhiello a ogni palinsesto (il prossimo sarà il 4 luglio) siamo ancora qua a fissare lo schermo vuoto. Pare sia perlomeno che le 26 puntate da 25 minuti siano pronte. E già questa è una notizia. Il problema è che Adrian per poter andare in onda in prima serata su Canale 5, vista la complessità del progetto e la spesa, avrebbe bisogno che gli fosse costruita intorno una cornice che lo spieghi, il cui narratore dovrebbe essere lo stesso Celentano questa volta in carne e ossa. Il contratto lo prevede, ma tra il dire e il fare come si è visto c’è di mezzo il mare Celentano. Tanti gli artisti coinvolti in Adrian — Milo Manara ai disegni, Nicola Piovani alle musiche, Vincenzo Cerami (che purtroppo ha fatto in tempo a morire nel 2013) e Alessandro Baricco ai testi —, protagonista lui, Adriano Celentano in versione no global che lotta contro le ingiustizie. Il trailer prometteva bene, la proprietà e il possesso come inizio di iniquità e malessere sociale: «L’infelicità nacque quando da “io sono” si passò a “io ho”». Al momento però Mediaset non ha.