MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Buon compleanno Patty Pravo




Avrei voluto esserci in una di quelle sere al Piper, essere in mezzo al pubblico che ascoltava Patty e la guardava esibirsi, giovane e col piglio arrabbiato, perché ci scommetto doveva essere irresistibilmente cool. Ho sempre avuto questo desiderio e di Patty Pravo, se penso alla mia infanzia/adolescenza, ho in mente le esibizioni sanremesi, accompagnate da outfit e hairlook indimenticabili, come quella del 1984. Sì perché la chioma bionda è solo il primo segno distintivo di questa leggenda della musica italiana che oggi compie 70 anni, la ragazza del Piper che ha fatto perdere la testa a generazioni di uomini, con i suoi movimenti ipnotici delle mani, gli occhi grandi e le canzoni che parlavano di Paradiso, menage a trois e bambole. Però il paradosso vuole che proprio Bambola diventasse la hit della consacrazione, ma che a Patty non piaceva davvero fino in fondo l’immagine della donna giocattolo così dipendente da un uomo, no non le apparteneva proprio, lei che strappò Riccardo Fogli ai Pooh all’apice del loro successo. Che strano penso io, è vero è ribelle, cambia lei la vita che non ce la fa a cambiarla, però nei suoi testi l’amore è sempre così straziante. E penso a Tutt’al più, a come comincia così piano, a come dipinge bene un istante che abbiamo vissuto tutti: la tenerezza e la crudeltà di una storia d’amore che si lascia e si riprende. Così come le scelte di certe cover come Il tempo va (Avec le temps) scritta da Léo Ferré o la meravigliosa versione di Canzone Degli Amanti di Jacques Brel. Io penso a questa Patty, quella de La Spada nel cuore, di Io per lui e Se perdo te.

Proprio qualche settimana fa ho avuto la straordinaria opportunità di ascoltarla al Giorgio’s, la serata speciale voluta da Giorgio Armani nel suo club. Un concerto privato solo su invito in cui Patty Pravo per poco più di un’ora ha ripercorso i suoi successi più cantati, alternati da qualche chicca meno conosciuta. E mentre invitava tutti a mettere in tasca i telefonini (perché c’era chi sapeva fermarsi al veloce scatto) ho pensato che questo vuol dire essere una leggenda, una icona come non ne nascono più che ha festeggiato nel 2016 i 50 anni di carriera, che ha gli occhi di chi di mondi ne ha visti almeno dieci, che se ne frega di tutto e tutti, che ha lucida consapevolezza di chi fa l’amore come in Pazza idea del 1973 e riesce a farlo sembrare ancora oggi così malinconicamente trasgressivo.