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Ahi, hanno recensito la Pausini Scoppia il caso "Fatti sentire" - di Marinella Venegoni

Ahi, hanno recensito la Pausini Scoppia il caso "Fatti sentire"


MARINELLA VENEGONI 06/04/2018
Mentre "Fatti sentire" minaccia un sequel ("Ho già tanto materiale" dice lei citata in un tweet di105), succede qualcosa di imprevedibile, cose alle quali non siamo più abituati. Una recensione! Perfino Dagospia se ne occupa con il titolo illuminante "Non ci posso credere: stroncata Laura Pausini! Fra tante penne che perdono saliva da tutti i pori, si fa luce Luzzatto Fegiz: "Si fa fatica ad arrivare alla fine dell'ascolto del suo nuovo album di inediti, che potremmo definire una raccolta di nenie d'autore. I contenuti grondano impegno, ma finiscono su un binario morto"". E scusate la doppia virgoletta, ma c'erano le parole di Fegiz dentro il titolo di Dagospia, per chi non lo avesse capito.

Da tempo i dischi di Laura Pausini non si recensiscono. E' molto più comodo. La si intervista, e amen. E' successo a bordo dell'aereo sul quale ha presentato l'album, mentre Castaldo di Repubblica ha avuto il privilegio di non salire, e lei è andata a trovarlo a Repubblica, dov'è stata intervistata dal medesimo. Interviste, interviste, interviste.

Del resto di dischi se ne recensiscono ormai pochissimi, e anche per causa della musica che ci ha messo del suo. La discografia e gli artisti preferiscono di certo una bella chiacchiera inoffensiva, con domande inoffensive, piuttosto che il rischio di trovarsi una recensione come quella di Fegiz sul Corriere, oppure come quella - sbrodolatissima, dove si perde mille volte il filo - di Michele Monina, dal titolo: "Fatti Sentire non si può sentire", che chiude così: "... E' la solita Pausini... capace di tirar fuori musica oscena come pochi altri in circolazione". Lui esagera sempre però, ce ne sono anche altri.




Direte: e tu perché non l'hai recensito? Nessuno me lo ha chiesto, e di mio sono riluttante a parlare delle opere della Pausella da quando anni fa mi depennò dalle liste degli inviti all'ascolto e alla vista, perché avevo scritto un'annotazione non musicale che la offese a morte. Se ne parlo male, si può pensare che sia per vendetta, mi sono detta. Non sia mai, io voglio ancora bene alla Lauretta che conoscevo, quella di ora sembra un'altra. Però dovrebbe presentare Sanremo, o fare comunque tv, perché ha un'allure adatta, è aperta spiritosa fa l'amicona e alla gente che guarda la tv che lei frequenta, questo piace più delle sue canzoni.




Invece si ostina a fare dischi, senza mai osare. Qualche anno fa osava di più, magari sbagliava ma ci provava. Poi è prevalsa l'idea di rimanere su un solco solo, ed è nato il binario morto come scrive acutamente Fegiz. Va detto che l'album precedente, "Simili", era peggio. Più sconclusionato, senza un punto focale, da dilettante addirittura. Che dispiacere. Con "Fatti sentire", invece, si arriva stremati alla fine. Adesso qualcuno lo dice.

Sapete che succederà? Che costoro saranno radiati da tutti i consessi nei quali lei è coinvolta. Annotazioni private, o annotazioni professionali, nel mondo di Laura non sono accettate. Chiude i ponti, e tanti saluti. E' la libertà di stampa, bellezza.