MUSICA




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Spotify debutta ufficialmente sul mercato azionario


Il gigante dello streaming svedese ha fatto il suo debutto ufficiale sul New York Stock Exchange poche ore fa. E, dopo poche ore di compravendita dietro le quinte, è stato rivelato il suo prezzo ufficiale d'esordio, 166 dollari per azione, con una capitalizzazione totale di mercato di circa 29,6 miliardi di dollari.

La notizia arriva dopo mesi di speculazioni sulla valutazione effettiva di Spotify, con gli analisti specializzati che hanno ipotizzato un valore tra i 18 e i 44 miliardi di dollari.

Nel maggio del 2015, secondo quanto riferito dalla stampa finanziaria dell'epoca, il valore di mercato di Spotify si attestava a soli 8 miliardi di dollari, il che significa che questa cifra è più che triplicata in meno di tre anni. Gli esperti hanno sottolineato che una certa volatilità iniziale dei prezzi si era prevista in seguito all'approccio insolito di Spotify che ha deciso di quotarsi direttamente (gli azionisti hanno offerto le loro azioni direttamente agli investitori) e non con il meccanismo dell'IPO (Per IPO si intende un'offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato).

Secondo i documenti depositati presso la SEC (Securities and Exchange Commission, la nostra Consob americana) negli ultimi mesi, Spotify ha reso disponibili nella quotazione ulteriori 55.731.480 di azioni ordinarie. Questo in aggiunta a 106 milioni di azioni che erano già state rese disponibili dalla società, lasciando un totale di altre 161,96 milioni di azioni disponibili per il mercato.

Daniel Ek, il co-fondatore e amministratore delegato di Spotify, detiene il 28,4% (15,84 milioni) di questi 55,7 milioni di azioni aggiuntive e il suo socio fondatore Martin Lorentzon, ne possiede un ulteriore 38,92% (circa 21,69 milioni). Il terzo maggiore azionista delle azioni disponibili per la vendita oggi è TCV, le cui azioni valgono circa 9,62 milioni e rappresentano il 17,26% dei 55,7 milioni sopra menzionati. Il resto delle azioni di nuova emissione (circa 15,4%) è di proprietà dei dipendenti di Spotify e di altri azionisti.

Per essere chiari, le 55.731.480 azioni che sono oggi autorizzate alla vendita costituiscono una minoranza delle azioni ordinarie totali esistenti in Spotify.

È interessante notare che Sony Music, che detiene il 5,7% delle azioni ordinarie totali in Spotify, sembra aver scelto di non vendere la sua partecipazione il primo giorno di negoziazione.
Una società che ha venduto le sue quote in Spotify è il gigante svedese delle telecomunicazioni Telia, che ha annunciato di aver completato una cessione totale della sua quota di minoranza per un totale di 272 milioni di dollari in transazioni private.

Telia possedeva una partecipazione dell'1,4% in Spotify grazie ad un investimento di 115 milioni di dollari effettuato nel giugno del 2015, ma le due società avevano lavorato insieme sin dal 2009, quando l’azienda di telecomunicazioni svedese ha iniziato a includere gli abbonamenti Spotify premium come parte della sua offerta. I guadagni di Telia dalla vendita ammontano a un rendimento di 2,4 volte sul suo investimento del 2015.

Daniel Ek ha dichiarato:

Spotify non sta raccogliendo capitali, i nostri azionisti e dipendenti sono stati liberi di comprare e vendere le nostre azioni per anni. Così, mentre il domani ci mette su un palcoscenico più grande, non cambia chi siamo, che cosa siamo o come operiamo

Ha aggiunto: "Come ho detto durante il nostro Investor Day, il nostro obiettivo non è fare il ‘botto’ iniziale. Al contrario, lavoreremo per cercare di costruire, pianificare e immaginare a lungo termine. A volte ci riusciamo, a volte inciampiamo. La costante è che crediamo di essere ancora all'inizio del nostro viaggio e abbiamo spazio per imparare e crescere”.

"Non ho dubbi che ci saranno alti e bassi durante il nostro cammino di innovazione e di crescita sul mercato. Nulla accade mai in linea retta, gli ultimi dieci anni mi hanno insegnato questo. Il mio compito è quello di tenere il piede sul pedale durante i momenti buoni, in modo che non ci adagiamo, e di continuare a mantenere la rotta con una salda presa sul volante durante i momenti difficili.

Conclude Daniel Ek:

Abbiamo molto da fare - siamo solo al secondo inning - e sono più eccitato che mai per il futuro